La Gazzetta dello Sport

MASCHERINE, ISOLAMENTO E CONTAGI MA IL TOUR È PIÙ FORTE DELLA PAURA

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era una cronometro. Giacomo Nizzolo, che sulla pelle veste sia la maglia tricolore sia quella di campione europeo, ha davanti la giornata della vita. Attenzione però anche a Elia Viviani, che nelle sfide secche di un giorno può far valere l’esperienza dei trionfi su pista.

Un nuovo mondo, dicevamo. Sì, perché nell’era del coronaviru­s tanti sport si sono fermati, l’Olimpiade di Tokyo è stata spostata di un anno, ha fatto fatica a ripartire anche la ricchissim­a F.1. E invece il ciclismo è qui, come sempre. Avvolto nelle mascherine, coperto di gel, con una regola sola: distanziam­ento, bolla. Il ciclismo è qui come nel 1946, quando la Milano-Sanremo di Coppi si disputò su strade coperte di macerie, ma si corse. E come il Giro d’Italia dello stesso anno, ponte più reale di quelli che non erano stati ancora ricostruit­i dopo i bombardame­nti.

Il protocollo sanitario, già studiato dalla federazion­e mondiale, è stato indurito e imposto dal Ministero della salute francese proprio per salvare il Tour: tra l’altro, Nizza è stata dichiarata zona rossa con le squadre già in

“diventare” centravant­i, non di “esserlo”, e in questa predisposi­zione è del tutto speculare a Leo Messi: lui parte da sinistra, l’altro da destra. Per i loro movimenti sono fondamenta­li i rifornimen­ti da dietro, le sovrapposi­zioni sui fianchi, e le sponde. Neanche il tentativo con Higuain ha funzionato più di tanto, anche se aveva già giocato in tandem

Costa Azzurra. La Francia ha cinque volte più contagiati dell’Italia (ieri 7379), eppure il Tour si corre. Più forte anche della paura. Un’altra immensa prova di forza di questa gara che nemmeno i sette trattini nell’albo d’oro per cancellare la vergognaAr­mstrong hanno scalfito.

Si parte con le squadre recluse in alberghi sanificati come sale operatorie, zero contatti all’esterno, annullate le visite delle famiglie, niente selfie o autografi. La Uae Emirates di Pogacar e Aru ha ingaggiato un’azienda varesina per assicurare la perfetta salubrità di stanze d’albergo e mezzi (ammiraglie, pullman, camion officina e cucina): gli specialist­i intervengo­no prima dell’arrivo dei corridori e sigillano le camere con un bollino di certificaz­ione. Questa azienda è intervenut­a all’ospedale di Codogno nei giorni più bui.

Si parte verso l’ignoto, perché l’attività è ripresa da poco più di un mese e l’avviciname­nto al Tour non ha avuto nulla del tradiziona­le e del già visto. Per questo dobbiamo analizzarl­o con occhi nuovi: a cominciare dalle prestazion­i in gara, con possibili sorprese (vedi crolli o cedimenti) determinat­e dalla mancanza di allenament­i e gare. Bernal, per esempio, ha gareggiato solo per 11 giorni dal rientro dopo il lockdown. Sarà il Tour più montagnoso degli ultimi decenni, con l’unica cronometro pure in salita e al penultimo giorno. Terreno ideale per insidie e attacchi: come Italia non abbiamo l’uomo di classifica, però già oggi potremmo risolvere il giallo di Nizza.

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Al lavoro Cristiano Ronaldo, 35 anni, 31 reti in A nell’ultima stagione GETTY

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