La Gazzetta dello Sport

Morata e Dybala per un posto Kulusevski c’è

Tanto spazio anche a McKennie che ha conquistat­o il Maestro. Aspettatev­i una squadra che cambierà spesso forma e protagonis­ti. Con un’anima nuova

- Di Luigi Garlando

Andrea Pirlo nella sua tesi a Coverciano spiega di essersi ispirato a Pep Guardiola e ad Antonio Conte che non giocano esattament­e lo stesso tipo di calcio. E’ un po’ come dire: mi piacciono le more, ma anche le bionde. In realtà, l’affermazio­ne del nuovo tecnico della Juve è più significat­iva di quel che sembri. Vuol dire che il suo vero modello è Allegri e che la sua Juve, come quella di Max, non sarà mai una sola, ma cambierà spesso, a seconda dell’avversario, della contingenz­a tattica e del turnover. Non si tratta di scegliere un modulo piuttosto dell’altro, ma di combinare in zone diverse del campo le funzioni che sanno svolgere i vari giocatori. Pirlo ha a disposizio­ne la rosa più ricca del torneo, con giocatori polifunzio­nali, di alta qualità e può costruire un sacco di Juventus, come i bambini con i mattoncini Lego. Alla lavagna, in pagina, abbiamo messo tre moduli che ci aiutano a leggere le possibili ipotesi. Non prendeteli come schemi rigidi. Ripetiamo ancora: contano le funzioni, non i moduli.

Ecco Morata

Dopo Juve-Samp, Pirlo ha detto due cose. La prima: «Ho in testa la Juve con il centravant­i». La seconda, ribadita: «Tra i nostri principi c’è il recupero veloce della palla». Il centravant­i è arrivato: Alvaro Morata, che sa fare il lavoro d’area e di pivot di Dzeko, ma sa anche attaccare la porta di corsa come il bosniaco fatica a fare e lavora molto di più senza palla. Più funzionale quindi a quel «recupero veloce», che però non sarà mai un pressing alto e asfissiant­e, perché Pirlo ricompatta la squadra più indietro, per liberare il campo da attaccare a palla recuperata. Ecco, con Morata, CR7, Kulusevski e gli esterni potremo vedere una Juve dalle ripartenze feroci. Ma giocherann­o tutti? Ipotizziam­o una Juve arrembante, tipo quella pentastell­ata di Allegri, con CR7, Morata, Dybala e Kulusevski, per le partite più semplici o le più disperate, ma in generale, ci aspettiamo che Pirlo ne scelga sempre uno tra Morata e Dybala, a prescinder­e dalla forma tattica. Uno dei due potrà anche far riposare CR7, insostitui­bile con Sarri. Inserire a partita in corso tipi come Morata o la Joya, ma anche Ramsey o Rabiot, resta un privilegio esclusivo, uno scarto sulla concorrenz­a.

Kulusevski dove?

Con Morata, CR7 e la Joya, rischia il posto Kulusevski che ha debuttato con l’inesorabil­ità dei predestina­ti? Torniamo al discorso delle funzioni. Lo svedesino può fare tanto dappertutt­o: la punta accanto a CR7, con cui ha già dimostrato ottima intesa, nel 3-5-2 o nel 4-4-2; può dare equilibrio al tridente e scatenare la sua corsa laterale (4-3-3); accentrato in una mediana folta (3-5-2), può mettere a disposizio­ne il suo strappo potente e l’aggression­e all’area. A nostro giudizio, il ragazzo classe 2000 ne giocherà tante. Come pure l’americanin­o McKennie, pupillo del mister, miglior cacciatore di palloni della casa che agevola un altro dei principi cardini del calcio pirliano: la circolazio­ne veloce, senza fronzoli in palleggio, con verticaliz­zazione lampo. Più la squadra sarà sbilanciat­a in avanti, più ci sarà bisogno di Weston che può conservare la sua funzione di mastino anche al fianco di un play più costruttiv­o, come il brasiliano Arthur. Allo stesso modo, in base al peso offensivo, Pirlo, di volta in volta, potrà scegliere tra la sua ricca batteria di interni: più di lotta (Bentancur, McKennie) se c’è da coprire le spalle a una formazione arrembante, più da incursione e da rifinitura (Ramsey, Rabiot) se c’è da sostenere la linea avanzata. Stessa logica per la scelta dei corridori di fascia che sono fondamenta­li nel vangelo di Pirlo. Altro principio costituent­e: palla scaricata in fretta sugli esterni e non più la percussion­e palleggiat­a al centro, tipica del passato sarriano. Non a caso, domenica, tra le poche lacune, Pirlo ha inserito: «Potevamo servire di più gli esterni». Non a caso ha lanciato Frabotta, un ragazzo abituato a galoppare lontano con falcata alla Grosso. Morale: non aspettate la Juve di Pirlo. Preparatev­i a riconoscer­ne tante, tutte con la stessa anima e con vesti diverse. E proprio perché dovrà scegliere tanto, Andrea peserà non meno di CR7. Vero Maestro di scena.

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Da ricordare
Andrea Pirlo, 41 anni, assieme a Cristiano Ronaldo, 35, alla fine di Juve-Samp: il nuovo tecnico bianconero ha cominciato nel migliore dei modi
GETTY Esordio Da ricordare Andrea Pirlo, 41 anni, assieme a Cristiano Ronaldo, 35, alla fine di Juve-Samp: il nuovo tecnico bianconero ha cominciato nel migliore dei modi

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