La Gazzetta dello Sport

Dovizioso arranca Mir il più continuo Il Mondiale deciso dal rebus Portimao

Sette GP alla fine di una stagione folle Ecco le chance dei dieci piloti da titolo

- Di Paolo Ianieri - INVIATO A MISANO ADRIATICO (RIMINI)

Sette gare alle spalle, altre sette all’orizzonte. Il Motomondia­le si prepara a chiudere la seconda tripletta della stagione domenica a Barcellona, senza un chiaro padrone e nemmeno un’idea verosimile di cosa potrà accadere da qui alla fine della stagione. Che, tanto per rendere le cose ancora più complicate e confuse, si chiuderà su una pista, Portimao, dove la MotoGP non ha mai corso. La stragrande maggioranz­a dei piloti, come se non bastasse in un Mondiale tanto compresso per disputare il maggior numero di gare, i giorni precedenti il GP di Francia (11 ottobre) si recherà in Portogallo per scoprire la pista che potrebbe decidere il campionato. Un giorno di test, il 7 ottobre, su moto stradali, al quale finora hanno aderito gran parte dei piloti (Valentino

Rossi con l’Academy girerà un altro giorno). Nella stessa giornata, e poi anche l’indomani, 8 ottobre, spazio pure ai collaudato­ri, col ritorno dopo un’assenza che dura dai test di Sepang di febbraio, di Jorge Lorenzo con la Yamaha.

Tutti vicinissim­i

Che Portimao possa diventare l’ago della stagione è molto più che una semplice ipotesi, consideran­do come in 7 gare ci siano stati 6 vincitori. Solo a Fabio Quartararo è riuscita la doppietta, nell’apertura stagionale di Jerez, ma, oltre al punteggio iridato più basso di sempre dell’era moderna, tra il primo, Andrea Dovizioso con la Ducati, e il 10°, Pol Espargaro con la Ktm, ci sono appena 27 punti, ovvero una gara e spiccioli. Un po’ più avanti a tutti, ma davvero solo un po’, tra gli 84 punti di Dovi e gli 80 di quella che è diventata la prima punta Suzuki, Joan Mir, ci sono le Yamaha dei futuri compagni nel team ufficiale 2021, Maverick Viñales e Fabio Quartararo, staccati di un solo punto dal ducatista.

Suzuki da sogno

Se qualcuno facesse un sondaggio sul possibile futuro campione, probabilme­nte a prevalere sarebbe chi, a oggi, non ha ancora vinto una gara: ovvero Mir, che dall’Austria è esploso, 3 podi in 4 gare per 69 punti (24 per Quartararo, il peggiore dei top 10), con una Suzuki che molti indicano come la moto migliore, senza dubbio la più equilibrat­a: perché se il telaio è sempre stato un fiore all’occhiello della GSXRR, ad Hamamatsu hanno fatto un gran lavoro anche sul motore, a dimostrazi­one che il 4 cilindri in linea che equipaggia pure la Yamaha, non è poi così

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