Berrettini e soci Adesso l’Italia lotta tra i giganti
Otto tra i top 100, siamo la quarta potenza Santopadre: «Merito di tornei e rivalità»
l nuovo miracolo italiano si chiama tennis. Giovanissimi, giovani e veterani hanno portato l’azzurro sempre più in alto, fino a farci diventare la quarta potenza mondiale. Con otto giocatori nei top 100, l’Italia è dietro soltanto a Francia, che ne conta 11, Spagna a quota 10 e Stati Uniti a nove. Ma il sorpasso è vicino, anche perché dal basso arrivano forze fresche: dopo Berrettini, consolidato top 10, l’eterno Fognini, e il talento fulminante Sinner, ecco la rincorsa di Lorenzo Musetti, 123 al mondo e decimo italiano nel ranking mondiale.
Decimi
Se prendiamo come punto di riferimento il giocatore numero 10 di ogni nazione, l’Italia è ancora una volta al quarto posto, confermando la solidità del movimento. Guida sempre la Francia, con Moutet, decimo giocatore nazionale, al numero 74 del mondo, mentre la Spagna vede nella stessa posizione Roberto Carballes Baena, che staziona al numero 99. Tra Stati Uniti e Italia è un testa a testa che potrebbe già vedere il sorpasso nelle prossime settimane. Se infatti Denis Kudla, 120 del ranking, è il decimo giocatore statunitense, il nostro Musetti, pari grado italiano, è sotto di appena tre posizioni.
Quanto lavoro
Non è un caso che il tennis azzurro sia sempre più protagonista a livello globale, ma il è frutto di organizzazione federale, tecnici e un buon numero di tornei organizzati sul territorio nazionale. Gli ottimi risultati degli ultimi due anni, poi, hanno creato un effetto traino, con i giovani che sognano di emulare le gesta dei più esperti. La conferma arriva da Vincenzo Santopadre, un passato da pro’ e da sempre coach di Matteo Berrettini, 10 al mondo: «Credo che il successo del tennis italiano maschile negli ultimi tempi sia dovuto a diversi fattori. In primis l’aiuto decisivo della federazione, che soprattutto ai giovani che iniziano dà l’appoggio sia tecnico che economico, lasciandoli comunque crescere nel loro ambiente. Sradicare un ragazzino dalla famiglia a volte può anche rallentare il processo di crescita del giocatore». Santopadre, da ex giocatore, individua nei suoi colleghi un altro dei valori aggiunti nella crescita delle nuove leve: «Molti tennisti che hanno frequentato il circuito ora sono diventati tecnici, un bagaglio importante di esperienza che può accompagnare meglio i ragazzi alle prime armi in un mondo inizialmente difficile da capire. Poi, a mio avviso, come era accaduto per le donne qualche anno fa, ora i nostri tennisti si spingono a vicenda, i risultati di uno motivano l’altro. E c’è anche una buona collaborazione, positiva, tra i team».
Tornei
Per il tecnico del numero uno italiano anche i tanti tornei che si giocano sul territorio nazionale hanno permesso alla base di crescere: «Ci sono molti Challenger e Itf nel nostro Paese, e paradossalmente è meglio che avere quattro Masters 1000. I più giovani possono giocare, fare punti, imparare a muoversi senza dover affrontare troppe spese di viaggio». Una tesi sposata anche dal giovane Musetti, fresco di semifinale nell’Atp 250 di Pula: «Tutti questi Challenger mi hanno permesso di giocare tanto e fare molta esperienza, soprattutto dopo il lockdown. È una grande spinta per noi ragazzi». Parola di predestinato.