La Gazzetta dello Sport

QUELLO CHE LA CORSA HA REGALATO AL PAESE

- Di Pier Bergonzi

Un gol all’ultimo minuto come il suo Arsenal dell’89, quello della Febbre a 90’. E così Tao Geoghegan Hart ha chiuso un Giro storico firmando la sua piccola grande pagina di leggenda. Nessuno prima di questo simpatico Pel di Carota londinese aveva conquistat­o il Giro d’Italia indossando una sola maglia rosa. L’ultima.

Un gol all’ultimo minuto come il suo Arsenal dell’89, quello della Febbre a 90’. E così Tao Geoghegan Hart ha chiuso un Giro storico firmando la sua piccola grande pagina di leggenda. Nessuno prima di questo simpatico Pel di Carota londinese aveva mai conquistat­o il Giro d’Italia indossando una sola maglia rosa. L’ultima.

Ma lo ha vinto con merito, superando il «gemellino» Jai Hindley nella crono finale tra Cernusco sul Naviglio e Milano. L’australian­o col fisico acciughino è stato battuto dal più solido inglese di origini irlandesi. Chi l’avrebbe mai detto? Solo questo Giro un po’ pazzo e miracoloso poteva regalarci un finale così sorprenden­te e promettent­e. A questo proposito, vedere la carovana del Giro in piazza Duomo dopo tre settimane non certo facili ci riempie di ammirazion­e per tutta la squadra di Rcs Sport, da Paolo Bellino e Mauro Vegni fino ai ragazzi che hanno lavorato dietro le quinte per consentire al Giro di arrivare in fondo. E noi sappiamo bene che non è stata una passeggiat­a. L’escalation dei contagi, il freddo, la pioggia e qualche inutile capriccio (leggi ammutiname­nto di Morbegno) hanno fatto traballare anche una quercia come il nostro amato Giro d’Italia. Le scelte giuste al momento giusto hanno consentito alla corsa di arrivare in porto.

Il Giro ha spedito una cartolina con un messaggio positivo di fiducia all’indirizzo del Paese. Anche in un momento così complicato ognuno può continuare a fare, con responsabi­lità e attenzione, il proprio mestiere. Dobbiamo abituarci a convivere con la pandemia. Il Giro lo ha fatto!

La «bolla rosa» ha funzionato alla grade, la tappa di Asti è stata medicata e quella del Sestriere è stata salvata e si è rivelata decisiva per isolare i due corridori più forti in gara. E così il grande pubblico ha scoperto Tao e Jai, l’inglese e l’australian­o che non ti aspetti. Ma la grandezza dello sport sta nella sua capacità di sorprender­ci. E così Tao Geoghegan Hart si è trovato a recitare una parte diversa da quella per la quale era stato scritturat­o. Avrebbe dovuto fare da spalla a Geraint Thomas, capitano dichiarato del team Ineos. Ma una malcapitat­a borraccia in mezzo a una via di Enna ha cambiato i destini di Thomas, di Tao e della corsa.Il capitano ha lasciato il Giro e i gradi nelle mani, anzi nelle gambe, del suo luogotenen­te e amico Tao. Il londinese, con quel cognome gaelico che lo rende il vincitore di Giro più difficile da pronunciar­e, è così amato che ieri in piazza Duomo piangevano per lui anche Filippo Ganna (spettacola­re vincitore di tappa!) e Dave Brailsford, il granitico regista della banda Ineos. Geoghegan è diventato anche il beniamino dei tifosi che ieri lo hanno vivacement­e atteso e incitato dietro al palco delle premiazion­i. E fanno bene a crederci, perché non è un Carneade qualsiasi e non ha vinto il Giro con una fuga bidone. Tao è un corridore completo: va forte in salita, si difende a cronometro, guida bene la bici in discesa, può vincere in volata con tutti i «colleghi” scalatori e “vede” bene la corsa.

Come Pogacar al Tour de France, Geoghegan Hart vince a sorpresa perché questo è un anno sorprenden­te sotto tutti i punti di vista, perché questa si profila come la stagione del cambio di gerarchie: si affacciano i volti delle nuove generazion­i che hanno prenotato il futuro. Tra loro anche Geoghegan Hart, il rosso di Hackney che tifa Arsenal e ieri ha vinto da «Gunners», da «cannoniere» che trova la gloria con le ultime pedalate. Come Michael Thomas, che trovò il gol decisivo a 25” dalla fine nella città dei Beatles e regalò quella gioia che ancora ci commuove leggendo il libro di Nick Hornby o vedendo il film con Colin Firth. La stessa gioia che ha provato Tao, un londinese (in rosa) a Milano.

 ??  ?? La maglia rosa Tao Geoghegan Hart, nato a Londra il 30 marzo 1995, posa col trofeo Senza Fine davanti al Duomo
La maglia rosa Tao Geoghegan Hart, nato a Londra il 30 marzo 1995, posa col trofeo Senza Fine davanti al Duomo
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 ??  ?? In rosa Tao Geoghegan Hart festeggia con il Trofeo Senza Fine davanti al Duomo di Milano
In rosa Tao Geoghegan Hart festeggia con il Trofeo Senza Fine davanti al Duomo di Milano

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