Inter, una vita da mediano: tutti pazzi per Barella
Da Conte fino a Berti e Tardelli: i grandi si rivedono in lui
Arrigo Sacchi la sapeva lunga, quando da coordinatore delle nazionali giovanili proteggeva dai dubbi altrui quel ragazzino di nome Nicolò Barella: «Per imparare a giocare a calcio c’è tempo - lo sentivi dire -, glielo insegneremo noi. Ma uno con un temperamento così, in quale altro posto lo trovate?». Facile, adesso, sposare sull’altare Nicolò, l’uomo al centro dell’Inter. Facile oggi sentir dire in giro questa frase qui: «Mi rivedo in Barella». È diventato un ritornello, tanti campioni che in qualche modo si accostano e vengono accostati al centrocampista dell’Inter. Che ora prende fiato per Kiev, lui che non ha potuto riposare neppure a Marassi: è servito lui per mandare in porta Lukaku e sbloccare la partita, cosa che - nelle valutazioni del giorno dopo in casa nerazzurra - sarebbe potuta accadere anche prima per via di episodi controversi in area di rigore genoana.
Tardelli e Bagni
Potenza di Barella, se l’imbarco di oggi per Kiev sarà più sereno che mai. Potenza di un centrocampista che ha rubato un pezzo e forse più della sua forza da quei sei colleghi del ritornello. Messi in fila, da Tardelli a Berti, da Bagni a Marchisio, da Nainggolan fino ad Antonio Conte, l’ultimo a spendere il complimento giusto una decina di giorni fa: «Sì, mi rivedo in lui, anche se Nicolò è più bravo di me». Giochiamo allora? Troviamo una caratteristica per ognuno dei campioni che hanno «osato» accostarsi all’interista. Barella è la personalità innata di Tardelli, la bravura nel trascinare i compagni con i suoi comportamenti, la forza rac
chiusa nell’assoluta incapacità di accettare una sconfitta o un evento avverso in campo. Barella è l’interdizione di Salvatore Bagni, il recupero palla, il fastidio agli avversari e il sollievo per i compagni. Con una differenza da annotare nel taccuino: Bagni impiegò un po’ di tempo per farsi amare da San Siro, con Nicolò è stato feeling immediato.
Berti e Marchisio
Di feeling è giusto parlare anche con Nicola Berti. I due non condividono solo le iniziali, no. Ma anche il coast to coast, la capacità di tagliare il campo, di ribaltare l’azione, di allontanare il problema dai propri portieri e portarlo dall’altra parte del campo. Dove poi, se riesci ad avere la capacità di concludere
in porta di Marchisio, diventa tutto più facile. È la qualità tecnica nella quale Barella è più cresciuto dai tempi di...Sacchi. E quella dove può ancora migliorare. Ma qualche perla l’ha già regalata: ricordate il gol al Verona di un campionato fa?
Nainggolan e Conte
I gol, l’altro punto. Questione di
numeri: Barella ha nelle gambe ben più dei quattro gol complessivi (uno per competizione) della scorsa stagione. Magari qualche consiglio in merito può chiederlo a Nainggolan: Radja iniziò da mediano ed è diventato trequartista, Nicolò sta seguendo un percorso simile. Su spinta di Antonio Conte, assaltatore di professione. Qui l’accostamento
è anche una proiezione: Antonio partì alla provincia per arrivare a diventare capitano della Juventus. Su Barella è bene ripassare tra qualche tempo: un po’ di pazienza, col permesso di Handanovic...