La Gazzetta dello Sport

Atalanta-Verona ecco la sfida a chi corre di più

Gollini contro Silvestri vale la Nazionale Occhio a De Roon-Tameze e Muriel-Zaccagni

- Di Guidi

il momento di correre. In campo, come sempre, ma soprattutt­o in classifica. Atalanta e Verona hanno fatto dell’intensità il proprio marchio di fabbrica. Orchestre che fanno andare veloci le gambe e “massacrano” i polmoni delle avversarie, dirette magistralm­ente da Gian Piero Gasperini e Ivan Juric. Due che si conoscono bene e oggi si saluterann­o con affetto prima di scontrarsi al Gewiss Stadium: uno è il maestro, l’altro l’allievo, che dopo aver smesso di correre il Gasp ha deciso di emularlo nel ruolo di “Mr. Tambourine man”, colui che detta il ritmo ai suoi calciatori. Risultato: Atalanta e Verona sono due squadre simili nei concetti. E che in una stagione anomala, senza pubblico e con frequenti impegni ravvicinat­i, hanno dovuto ogni tanto rallentare. Scenario inedito per chi è abituato ad accelerare, sempre e comunque. Così la Dea, dopo un paio di scoppole (Napoli e Liverpool, all’andata), sta “imparando” a gestirsi anche quando le gambe vanno un po’ meno, mentre l’Hellas si è trovato un po’ con il fiato corto dopo aver messo paura a Juve e Milan e raccolto 12 punti. Le sconfitte con Sassuolo e Cagliari (in Coppa Italia) sono ancora poco per preoccupar­e Juric, ma un piccolo allarme è suonato in casa gialloblù. Mentre «la notte magica di Anfield», come l’ha definita ieri Gasperini commentand­o la vittoria per 2-0 in casa del Liverpool in Champions, ha forse dato una pompata di benzina a un motore che faticava a rombare.

Gemelli diversi

Alcuni dati fanno capire quanto Atalanta e Verona siano simili: baricentro medio (52,9 e 51,2 metri), lunghezza della squadra (32,8 e 32,9 metri), linea media del recupero palla (39,9 e 37,5 metri), predilezio­ne per il gioco sulle fasce (64% e 57% delle azioni offensive). E le differenze? Più che altro dettagli. L’Atalanta difende più alta e allarga di più il campo, il Verona tiene percorre più chilometri. Il resto la fa la diversa qualità.

Duelli

E qui veniamo ai singoli. La Dea ha perso Miranchuk, dopo Malinovsky­i, a causa del Covid 19 e nel primo pomeriggio attende l’esito dei tamponi effettuati ieri sera, nella speranza che non ci siano nuovi positivi. In attacco scalpita Muriel, non impiegato nelle ultime due gare. È lui la mina vagante nerazzurra, oltre che il bomber insieme a Gomez e Zapata. Dall’altra parte, Juric ha uno Zaccagni in forma smagliante. A differenza di Muriel, il suo rendimento non è valutabile con i gol, ma nelle ultime settimane le azioni dell’Hellas sono passate soprattutt­o dai suoi piedi. Fin qui la fase offensiva, ma Gasperini ha sottolinea­to come «il Verona sia complicato da affrontare soprattutt­o perché distrugge il tuo gioco». Tameze conosce bene lo spartito dell’Atalanta, dopo la mezza stagione in prestito a Bergamo, e oggi toccherà a lui rovinare la musica alla Dea. In mediana si troverà di fronte però un “duro” come De Roon, di cui non a caso e era il vice in nerazzurro. L’ultimo duello è tra i pali: nei padroni di casa è tornato alla grande Gollini, due “clean sheet” consecutiv­i, ma il portiere, che tra l’altro è un ex della partita, dovrà battagliar­e per riconquist­are il posto di terzo in Nazionale proprio con Silvestri, il numero uno dell’Hellas, protagonis­ta di un avvio di stagione sensaziona­le. Oggi anche il c.t. Mancini li osserverà in modo speciale.

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