La Gazzetta dello Sport

CONTE LO SCUDO DI ZHANG

L’INTER CONTRO IL SUPER SASSUOLO Avvio lento, delusioni in Europa: il tecnico deve svoltare. Ma c’è il sostegno del presidente: «Antonio leader vero». Bilancio, pesa il virus: -102,4 milioni

- Di Conticello, Iaria, Nigro, Olivero Commento di de Calò

Il momento La squadra è in riserva, ma non può più sbagliare Serve una scossa

La formazione Riposo sulle fasce: Perisic e Darmian pronti dall’inizio

Abbiamo uno dei più grandi allenatori del mondo, che ha subito plasmato il gruppo

Marotta a.d. Inter

La società al fianco del tecnico: è saldo l’asse con Zhang senior. Dopo il crollo in Europa prova a uscire dall’angolo: contro De Zerbi riposa Lukaku, c’è Sanchez. Marotta: «Col tecnico è un progetto a lungo termine»

Il fiume di parole che scorre dall’assemblea dei soci ha scavato una trincea attorno ad Antonio Conte: in un giorno solenne l’Inter si è stretta attorno al suo generale. Come a voler ribadire che non sarà questo momento buio a mandare alle ortiche un progetto partorito oltre un anno fa. La fiducia, insomma, non è mai stata in discussion­e: c’era, c’è, ci sarà. A partire dal rapporto saldo con Zhang Jindong, presidente di Suning, cementato soprattutt­o in quest’estate di mille partite. Ma da solo non basta a cambiare il presente, che ha il volto smaliziato di Roberto De Zerbi. Oggi con il Sassuolo dei miracoli i nerazzurri cercano conferme italiane, ma anche una prima guarigione dagli affanni europei. Mercoledì da Milano è passato un uragano blanco e da allora l’orizzonte è diventato più cupo: i problemi sparsi in stagione si sono ingigantit­i tutti insieme nella stessa sera. Per passare il girone di Champions bisogna tenere vicino una calcolatri­ce, pregare e, soprattutt­o, iniziare a vincere in Europa. Ma prima dalla trasferta delicatiss­ima di Moenchengl­adbach, ecco quei diavoli di De Zerbi. Il Sassuolo è la rivale peggiore per chi vorrebbe solo una serata tranquilla per ritrovare fiducia, ma è anche l’occasione per un successo ad alto impatto scenico. Una vittoria d’alta classifica, finora mancata, ma anche una conferma dopo la rimonta col Torino: solo all’inizio del campionato, tra Viola e Benevento, l’Inter ne ha vinte due di fila. Tra l’altro, negli ultimi 5 anni solo la Juve ha battuto l’Inter tante volte quante i neroverdi, addirittur­a sette. Stavolta Conte dovrebbe cambiare le fasce (dentro Darmian e Perisic). E sta pensando di dare una chance all’elettrico Sanchez: anche il gigante Lukaku avrà diritto a un po’ di riposo.

Nella trincea

Non che ce ne fosse bisogno, ma questi giorni difficili di Conte sono stati addolciti dall’appoggio societario. Per questo ieri davanti ai soci Beppe Marotta ha voluto ribadire un concetto tutt’altro che secondario, sopratutto mentre la pandemia morde i conti del club: la via maestra è quella iniziata oltre un anno fa. «Abbiamo affidato la guida tecnica a uno dei più grandi allenatori del mondo che ha da subito plasmato il gruppo nella mentalità, nel senso di appartenen­za e garantito qualità di prestazion­i e continuità di risultati», ha detto l’a.d. E poi, proiettand­o questa squadra nel futuro: «Stiamo creando un progetto a lungo termine intorno alla visione di Conte: abbiamo valorizzat­o giovani talenti come Lautaro, Barella e Bastoni. L’Inter è diventata ancora più appetibile per calciatori di livello internazio­nale». Tradotto: ci sarà pure delusione per il modo in cui è partita questa annata sbilenca, ma è del tutto sbagliato immaginare un’ Inter senza il tecnico leccese.

Senza Romelu

Sono passati tre giorni dall’ultima volta e prima ancora altri tre e così all’infinito: il sovraffoll­amento di partite è un problema per tutti, ma soprattutt­o per l’Inter che, a differenza di altre squadre, vive questa stagione come una protesi della precedente. La spia di riserva delle energie, fisiche e mentali, è accesa e non è solo il calendario a pesare: dopo più di un anno vissuto sempre in accelerazi­one, quasi in ipertensio­ne, la squadra dà preoccupan­ti tracce di sfinimento. Il calcio di Conte si alimenta di furore, ciò che l’Inter di adesso non ha mai in partenza e ritrova, a volte, solo dopo aver preso qualche schiaffo. Per questo, il cambio di mentalità passerà soprattutt­o dall’avvio del match: un altro approccio fragile confermere­bbe la grave patologia in corso. Nonostante qualsiasi proclama iniziale, l’Inter contiana è risultata pazza, pazza come poche altre.

L’anno scorso, proprio in casa del Sassuolo, si erano visti i primi segnali. Un 1-4 comodo e stramerita­to si trasformò nel solito psicodramm­a nel quarto d’ora finale, con i neroverdi vicini all’incredibil­e pareggio. Quella volta fu pure una delle epifanie della nascente Lu-La, si capì che in mano a Conte quei due avrebbero fatto sfracelli: due li segnò Lukaku, due Lautaro. Stavolta, però, con il Sassuolo la coppia dovrebbe essere separata: colpa dell’imminente Champions e della necessità di dare tregua a Lukaku che, appena recuperato dall’infortunio, non si è più fermato. Anche Hakimi e Young, non certo i migliori di questi mesi, dovrebbero fermarsi per un turno: Darmian da un lato e Perisic dall’altro finora hanno fatto perfino meglio dei titolari. Il ritorno di Brozovic, che insidia Gagliardin­i per una maglia in mezzo, è forse la migliore notizia per l’allenatore: un po’ di sano equilibrio là al centro è ciò che serve per svoltare una volta per tutte. Fuori dalla trincea c’è un campionato che aspetta l’Inter.

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Antonio Conte, 51 anni, è alla seconda stagione sulla panchina dell’Inter. In basso, Steven Zhang, 29
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AFP All’inseguimen­to A -5 dal Milan capolista Antonio Conte, 51, seconda stagione all’Inter. In nerazzurro ha un bilancio di 36 vinte, 17 pareggi e 12 sconfitte

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