Marotta: «Flessibilità è la parola d’ordine»
n questo momento difficile c’è chi guarda avanti e Beppe Marotta, amministratore delegato dell’Inter, si preoccupa di disegnare un percorso nuovo per tutta la Serie A. Del resto, l’incarico di consigliere federale gli attribuisce anche queste responsabilità. E lui se le prende volentieri.
Senza incassi i club dipendono dai bonifici a lunga scadenza di sponsor e broadcaster
I3L’Inter
«Abbiamo convenuto di far slittare di qualche mese il pagamento degli stipendi di luglio e agosto. Per venirci incontro in questa fase critica per il calcio. E non solo per il calcio».
3Pensa
a queste soluzioni anche per il futuro? «Certamente. Ne stiamo parlando in questi giorni con gli altri club e i vertici del calcio. L’idea è di rendere più flessibili i pagamenti ai calciatori. Ovviamente mi riferisco solo alla Serie A».
3Perché?
«In Serie B e in C gli stipendi sono molto più bassi ed è giusto che i pagamenti avvengano con regolarità».
3Qual
è la sua idea?
«Senza il pubblico negli stadi e senza i relativi incassi, le società dipendono dai bonifici dei broadcaster televisivi e degli sponsor, che avvengono in tempi lunghi. Sarà bene lasciare i club liberi di pattuire con i
3Ma
le buste paga sono mensili...
«Non discuto questo. Basterebbe fissare una base minima mensile, dilazionando gli oneri maggiori nel corso della stagione. In questo modo gli ingaggi più rilevanti peserebbero meno sulle innumerevoli scadenze dei club. Del resto negli altri Paesi funziona già così, perché non farlo anche noi?».
3Intanto
il costo del lavoro
cresce.
«Purtroppo sì. Ormai le società di A spendono il 60% delle risorse per gli ingaggi. È una percentuale che rischia di portare al fallimento. Occorre intervenire per restituire solidità a tutti».
3Non
è un’impresa da poco. «Sono ottimista. Ce la faremo a superare questo momento e a ritrovare la giusta rotta».