Gioventù granata
Singo-Segre in volo Buongiorno brilla: Torino scuola d’oro Giampaolo convinto dai tre ragazzi del Filadelfia: il vivaio resta una certezza
a meglio gioventù granata corre, cresce a vista d’occhio, e ora ha una voglia matta di diventare grande. Perché quella fascia di capitano intorno al braccio di Jacopo Segre nel secondo tempo della sfida di Coppa Italia contro l’Entella, o la prova di eleganza e personalità di Alessandro Buongiorno, per non parlare dell’esplosione di Wilfried Singo in questo avvio di Serie A, sono molto più di una promessa di futuro. Rappresentano, prima di tutto, il manifesto di una società che pone il lavoro con i giovani al primo posto delle proprie linee programmatiche. Perché Buongiorno, Segre e Singo, tutti così diversi in campo tra loro, hanno una radice che li accomuna: appartengono al club esclusivo riservato ai cosidetti «ragazzi del Filadelfia», avendo avuto la fortuna di prendere posto in quella grande scuola d’élite che è stato e continua a essere il settore giovanile granata. Marco Giampaolo ha prima posato gli occhi su di loro con una certa curiosità, poi li ha voluti osservare da vicino durante gli allenamenti, ora ne è rimasto convinto al punto da lanciarli sulla scena. Singo è una delle più vistose rivelazioni della Serie A, Buongiorno e Segre stanno maturando a passo
LMade in Torino
Hanno tutti un cuore Toro che batte forte, e i valori di questa formidabile scuola riconoscibili lontano un miglio. Il Toro, ad esempio, è stato una seconda famiglia per Alessandro Buongiorno, torinese, entrato nel vivaio all’età di 8 anni. Partendo dai Pulcini ha attraversato tutte le formazioni giovanili fino alla prima squadra. Difensore centrale dal fisico statuario di piede mancino, con un’intelligenza tattica e un temperamento che lo hanno portato a brillare, di recente, anche al centro della difesa dell’Under 21. Come lui è torinese e di famiglia torinista Jacopo Segre, che quando entrò nella Primavera granata conobbe l’inizio di una nuova vita dopo essere stato messo alla porta dal Milan. Centrocampista (mezzala o play) dalla giocata pulita e con il vizio del gol.
Passione e valori
Il Filadelfia divenne la casa di Wilfried Singo quando nel gennaio 2019 mise piede per la prima volta a Torino appena arrivato dalla Costa d’Avorio. Era un difensore centrale, l’allora tecnico della Primavera Federico Coppitelli e il responsabile del vivaio Massimo Bava ebbero la «visione» intuendo che in fascia sarebbe diventato straripante. Il resto è attualità. Quando si parla di eccellenza si rischia di inciampare nella retorica, ma il vivaio granata è esattamente un’eccellenza italiana. Lo attestano i 106 calciatori professionisti sfornati dal 2012, di cui sei sono nella rosa della prima squadra. Da quel 2012 che segna una rinascita, perché è l’anno in cui Massimo Bava fu chiamato da Urbano Cairo alla guida per ricostruire un settore giovanile che il presidente voleva all’altezza della storia. C’è poi un tratto che distingue il Toro. Otto anni fa l’allora direttore del vivaio Antonio Comi, oggi d.g. del club molto presente con i giovani, disse a Bava: «Usa i princìpi e i valori del Toro». Da quel giorno Bava, affiancato da uomini dal dna granata come Silvano Benedetti nella scuola calcio, ha lavorato lungo questo solco, coniugando la crescita sportiva alla trasmissione della passione, dell’etica del lavoro e della cultura del club. Se il vivaio è da 9 stagioni il fiore all’occhiello del club non è un caso. È una storia che parte da lontano. 3’45’’