La Gazzetta dello Sport

Con Teodosic e Markovic sarà il triangolo delle Bermuda

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osa ha in mano adesso la Virtus Bologna? Facile indicare le qualità di realizzato­re di Marco Belinelli, visto che ha segnato 2258 punti con l’Italia, una media di quasi 15 per partita, 16 nell’ultima stagione in Serie A e quasi 9000 nella Nba, per una media di quasi 10 per partita. Ma è anche un grandissim­o difensore. Mi ricordo come ha vinto gara-4, a Milano, per conquistar­e lo scudetto del 2005. La sua Fortitudo era sotto di 6 con 90” da giocare. Belinelli piazza un canestro da tre: da -6 a -3. Poi, pressa il play dell’Olimpia, Jerry McCullough. Gli ruba la palla e passa a un compagno per un altro canestro da tre. Pari. Da lì la vittoria.

COvvio, inserire un super giocatore non è mai una cosa semplice. Il primo potenziale problema riguarda la squadra. In molti casi il gruppo dice: «Oh, abbiamo la stella adesso. Ci pensa lui». Niente di più sbagliato. Proprio alla Virtus, nel 1973-74, al mio primo anno come coach, avevo John Fultz, 30 punti per partita... e abbiamo fatto il 5° posto. Secondo anno, avevamo Tom McMillen, 33 punti a partita... 4o posto. Non per colpa loro, ma perché la squadra dava troppi palloni importanti a loro. L’anno dopo, con Terry Driscoll, solo 18 punti per partita... abbiamo vinto lo scudetto!

Il secondo possibile problema riguarda il giocatore stesso che potrebbe pensare: «Oh, contano su di me. Devo fare tutto io». Anche questo è sbagliato. Non sarà un problema con Beli perché lui è, prima di tutto, un uomosquadr­a. Poi il suo coach, Sasha Djordjevic, è stato quasi identico come giocatore: capace di fare squadra o far vincere. Quindi il team deve sapere lavorare bene con Marco e Marco deve sapere valorizzar­e i compagni. Con Milos Teodosic, Stefan Markovic e Marco Belinelli, la Virtus ha un “triangolo delle Bermuda” in campo per le altre squadre, tre uomini capaci di creare e finire. Compagni veterani come Giampaolo Ricci sanno lavorare con i campioni. Belinelli, veterano pure lui, ha fatto vedere che sa benissimo lavorare con compagni... e che compagni, come Tim Duncan, Tony Parker e Manu Ginobili. Un coach come Djordjevic ha già fatto vedere, in campo e dalla panchina, come si vince di squadra, con i suoi club, con la Jugoslavia come campione e con la Serbia come allenatore. Ci vorrà un attimo di tempo per trovare l’intesa perfetta. Diciamo così: questo arrivo ha dato una scossa elettrica alla Serie A, notevole, rendendola non solo importante ma anche grande. Chapeau!

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L’esordio Marco Belinelli sedicenne con la Virtus nel 2002-03

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