La Gazzetta dello Sport

RONALDO RIBALTA MESSI

Due volte Cristiano su rigore, magia di McKennie e Buffon ferma Leo: storica impresa al Camp Nou Pirlo: «È solo l’inizio, ora così anche in campionato»

- di Bianchin, Della Valle, Lusena, Piccioni, Vernazza

Ronaldo realizza due gol su rigore e guida i compagni all’impresona al Camp Nou. A segno pure McKennie

Echi se la aspettava una Juve così, capace di umiliare il Barcellona a casa sua e di qualificar­si agli ottavi di Champions da prima del girone? Nel tabellino cattura l’attenzione la doppietta di Ronaldo, seppure su rigore, anche perché il portoghese per la prima volta è riuscito nell’impresa di segnare in Champions contro l’arci-rivale Messi. Ma no, questa non è stata la vittoria di CR7. Al Camp Nou la Juve ha vinto di squadra, in forza del suo calcio ragionato, in apparenza lento e in realtà veloce di pensiero, rispettoso del pallone. C’è molto del Pirlo calciatore in questa squadra, l’idea che ogni palla debba essere spesa al meglio e mai al ribasso, che ogni giocatore debba proporsi, inserirsi, partecipar­e. Non c’è l’ossessione del possesso, tanto che in materia il Barça porta a casa un inutile 59% a 41%. Prevale la capacità di adattarsi alle situazioni, attimo per attimo.

Che prestazion­e

Più ancora del risultato stupisce la prestazion­e, gigantesca per personalit­à, padronanza del campo e del gioco. La Juve ha shakerato il Barça, lo ha maltrattat­o a casa sua come pochissimi altri nell’era Messi. Nessuna squadra italiana aveva mai realizzato almeno tre gol ai blaugrana in casa loro. C’era riuscito il Milan, ma ad Atene, nella finale di Champions del 1994 (4-0). Serviranno ulteriori conferme, è difficile stabilire dove finiscano i meriti dei bianconeri e comincino le colpe del Barcellona, però imprese del genere sono segnanti, provocano svolte. Oggi la Juve va guardata con occhi diversi, a meno che questa serata non sia stata un abbaglio,ma non crediamo. Il capitale tecnico c’è e Pirlo ha cominciato a ricavarne degli interessi.

Dominio

Signora padrona nel primo tempo. Solito mimetismo di sistema, 4-4-2 in fase difensiva e 3-5-2 o 3-4-1-2 in costruzion­e, con Ramsey che si accentrava alle spalle delle punte. Alex

Sandro sulla sinistra era l’uomo dello «scambio» di assetto: terzino sinistro in non possesso, non allineato a Cuadrado suo omologo sull’altro lato, e ala aggiunta in offesa. Nei primi 20-25 minuti il Barcellona ha letto male posizioni e intenzioni dei bianconeri. Ha lasciato che la Juve palleggias­se dal basso, senza interferir­e sulle linee di passaggio, senza mettere pressione ai portatori avversari. Griezmann, in teoria il primo pressatore, rimaneva gentilment­e a guardare. Quando ha capito la pericolosi­tà di tanta libertà, il Barça era già sotto di due gol. Lo 0-1 è arrivato su un rigore discutibil­e, l’arbitro Stieler ha punito con il penalty uno spalla tra Araujo e Ronaldo, e CR7 ha segnato. Juve in vantaggio e Barcellona sempre più stordito, incapace di opporsi e di imporsi. Su una trama semplice, lineare e logica, la Signora ha raddoppiat­o. Un’azione chiusa da un morbido cross di Cuadrado per la semi-rovesciata di McKennie, abbandonat­o nel cuore dell’area di rigore. Lì il Barcellona si è destato un minimo, Messi ha avuto un paio di strappi dei suoi, però Buffon gli ha dimostrato come si possa parare in Champions anche a 42 anni, quasi a 43

Gestione

All’intervallo Koeman ha pensato bene di inserire Braithwai

te al posto di Trincao e forse nella modestia di questo cambio è racchiusa la decadenza del Barcellona di ieri sera. La sostituzio­ne non ha spostato di una virgola l’andamento del match e anzi, la Juve ha segnato il terzo gol, quello che le ha consegnato la certezza della prima posizione. Un mani volontario di Lenglet, l’arbitro salvato dalla Var, il rigore-bis di Ronaldo. A quel punto la Signora è entrata in modalità gestione, ha permesso a Messi di scaricare la sua frustrazio­ne con tiri dalla distanza, ha consentito a Griezmann di colpire la parte superiore della traversa con una girata di testa. Concession­i minime, fisiologic­he. In questa fase di controllo juventino è maturata la superiorit­à del Barça al possesso palla e i baricentri medi si sono divaricati, alla fine risulterà molto alto a 57 metri e mezzo quello degli spagnoli e molto basso a 45 metri quello bianconero.

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GETTY Acrobata La festa di Weston McKennie per il raddoppio
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Colpi vincenti Nella foto grande Cristiano Ronaldo festeggiat­o da Bonucci e Ramsey AFP 1 CR7 fa doppietta trasforman­do anche il secondo rigore AFP 2 Il gol acrobatico di Weston McKennie per il 2-0 EPA

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