INTER, DOPPIO THRILLER
Conte, servono due vittorie in 90’ e c’è una chance per Eriksen
Il tecnico: «Il biscotto a Madrid? Roba da bar» Il centravanti la certezza contro lo Shakhtar, Barella verso il forfait e il danese può svoltare
Che fantastica storia è la vita. Canzone straordinaria, che pure cominciava così: «Mi chiamo Antonio e faccio il cantautore». Conte allena, invece. E oggi può regalare all’Inter gli ottavi di finale di Champions che mancano dal 2012, oltre a 10,5 milioni di euro circa da mettere in cassa per la qualificazione e un’ulteriore dose di autostima, già tremendamente cresciuta dopo le ultime tre vittorie consecutive. E la storia fantastica? Assomiglia tanto alla legge del contrappasso della Divina Commedia: la mente dell’Inter - Conte - che si guarda intorno, vede il suo braccio armato - Lukaku - ma non trova gli scudieri di sempre. E allora, per la battaglia decisiva, si affida al soldato - Eriksen - che con il resto dell’esercito quasi mai ha dialogato, tantomeno con il suo comandante. Un contrappasso, appunto.
Parola di Antonio
«Io scelgo sempre per il bene dell’Inter», ha certificato l’allenatore. Che alla truppa ha mandato il messaggio più corretto: «Le assenze non siano un alibi, anzi devono esaltarci: sarà ancora più bello». Sente l’odore della vittoria, altro che puzza di bruciato. O di dolciumi vari sotto forma di biscotti ispano-germanici: «Sono illazioni, questa è la Champions, mica un torneo da bar: tutte e quattro le squadre giocheranno per vincere. Piuttosto, pensiamo a battere lo Shakhtar: è gara da tutto o niente. Ma non dimentichiamoci che una settimana fa, prima del Borussia, eravamo morti. Ora vediamo una spiraglio».
Leader spirituale
E in quello spiraglio vuole buttarsi dentro Lukaku, il soldato scelto, il braccio di Conte. E che braccio, forzuto come nessuno: il belga sta spostando le montagne e deve fare l’ultimo sforzo nella serata più importante della stagione. Mentre alle sue spalle crollano le certezze, da Barella a Vidal, il belga è una statua che nessuna bufera può spostare. In questo momento di enorme precarietà, il peso specifico del belga, se possibile, aumenta: il belga ha preso parte a 17 gol nelle sue 15 partite tra Europa League e Champions con l’Inter (13 gol, 4 assist). È come se l’Europa sia ormai il giardino preferito di Romelu, pronto a rivaleggiare con i più stimati colleghi centravanti, da Lewandowski in giù. Anche qui i numeri di questa Champions giocata da star vengono in soccorso: Romelu ha messo a segno 4 reti in 4 presenze, tante quante nelle precedenti 14. Ma non sono solo i gol a dare forma al nuovo status perché il belga è quasi un leader spirituale grazie al rapporto simbiotico con il tecnico. Lo ha spiegato nell’intervista di copertina rilasciata al magazine francese France Football, quella in cui ha ammesso di considerarsi tra i top 5 del ruolo: «Conte mi ha detto: “Se diventi forte spalle alla porta è finita. Nessuno può fermarti” — ha detto —. Grazie al suo gioco ogni volta che attacchiamo tutti sanno cosa fare: quando l’Italia ci ha battuto a Euro 2016, avevo visto come si muove perfettamente una sua squadra e ho capito che poteva corrispondere al mio profilo. Per i primi tre mesi mi ha messo Ranocchia addosso». E da lì il messaggio alla concorrenza: «Se Cristiano, Messi o Lewandowski si stanno spingendo oltre i loro limiti, perché non posso farlo io?». Per iniziare, bisognerebbe aiutare oggi l’Inter a superare il suo limite: il girone di Champions, parete altissima negli ultimi anni.
Contrappasso danese
Lo è stata anche per Conte esattamente 365 giorni fa, con
Vincic (Slo) Klancnik-Kovacic (Slo) Obrenovic (Slo)
Gil (Pol) Praprotnik (Slo)
Sky Sport 1 e Sky Sport 252 www.gazzetta.it
Conte 97 Radu, 35 Stankovic, 13 Ranocchia, 11 Kolarov, 33 D’Ambrosio, 36 Darmian, 14 Perisic, 42 Moretti, 12 Sensi, 7 Sanchez nessuno Pinamonti, Vidal, Barella, Nainggolan nessuno
PANCHINA: SQUALIFICATI: INDISPONIBILI:
Luis Castro 1 A. Shevchenko, 81 Trubin, 5 Khocholava, 28 Marquinhos, 50 Bolbat, 61 Sudakov, 27 Maycon, 8 Marcos Antonio, 21 A. Patrick, 19 Solomon, 59 Vyunnik nessuno Ismalily, Kryvtsov, Kornienko, Konoplyanka, Fernando, Junior Moraes nessuno
PANCHINA: INDISPONIBILI:
tro il Barcellona nel girone 2019. Di quella squadra stasera ci saranno in campo sei undicesimi. Barella, assente allora, anche stavolta è a un passo dal forfait: oggi ultimo test sul campo per la caviglia, ieri lievemente più sgonfia rispetto a quanto fosse lunedì. Ma le chance sono ridottissime, nonostante la generosità del centrocampista. Non resta che Eriksen, l’uomo con la valigia in mano diventato all’improvviso il protagonista più atteso. Anche per capire se una sera, quasi per magia, possa cambiare la stagione del danese malinconico. E per verificare se la storia sia fantastica fino in fondo. Per Antonio, l’allenatore, e per l’Inter tutta. 3E lei, invece, che giocatore è? «Sono un esterno particolare. I gol col Real sono un orgoglio, ma la cosa che mi riesce meglio è il dribbling. Mi paragonano un po’ ad Eden Hazard e lo trovo fantastico, poi in futuro non mi dispiacerebbe venire in A. Già d’estate ho parlato con Roma e Atalanta, ma alla fine non c’è
stato accordo».
3Cosa
significa Israele nella sua vita?
«Un posto in cui si sorride e ci si gode
ALLENATORE: DIFFIDATI: ALLENATORE: SQUALIFICATI: DIFFIDATI: 3Sulla
fascia può incrociare Hakimi, pure lui musulmano «L’ultima cosa che mi interessa è la sua religione, mi preoccupo solo di quanto corra...». a manna non scende giù dal cielo se dietro non c’è preparazione, se non ci sono sacrifici. Ma ho fiducia: per una volta almeno, il Real Madrid non farà scherzi europei all’Inter». Conviene starlo a sentire, Roberto Boninsegna. Lui, San Siro, la Coppa Campioni e una gara decisiva: c’è poco da chiedere e tanto da capire, della partita di stasera.
«L3Prima
di tutto, oltre tutto: come la vive, un giocatore, l’attesa di un match così?
«Le racconto come la vivevo io: costringendomi a liberare la testa dagli altri pensieri, convincendomi prima della partita come non potesse venir fuori altro risultato che la vittoria. Ma questa Inter è stata brava a costruirsi un vantaggio».
3Quale?