La Gazzetta dello Sport

Rigori generosi e rigori in fuorigioco: fischi e caos

- di Edoardo Lusena

●Tanta carne al fuoco ma la sensazione è che l’arbitro Stieler ne bruci parecchia. Al 12’ rigore per Araujo su CR7: quantomeno generoso, il contatto è spalla a spalla. Al 24’ dubbi per un mani di Pjanic, l’arbitro fa giocare e il Var non interviene, ma in effetti non ci sono immagini inequivoca­bili che mostrino il tocco sulla mano, tolta al volo, e non sul corpo. Al 46’ giusto far giocare per Mc

Kennie su Messi, a una prima lettura un tamponamen­to da rigore, ma non c’è nulla. Al 49’ ancora un mani, netto, di Lenglet. Stieler se lo perde e il Var lo richiama al monitor: dopo diversi replay si convince e assegna il penalty alla Juve, senza il giallo al francese (che sarebbe stato il secondo). Pirlo s’infuria e battibecca con Koeman. Al 65’ Braithwait­e è pescato in fuorigioco davanti a Buffon ma prima c’è un pestone impunito di Messi su Morata. Al 73’ indica ancora il dischetto per De Ligt su Griezmann, ma ce ne vuole prima che si renda conto della segnalazio­ne del secondo assistente che sbandiera il fuorigioco. Al 78’ Puig sgambetta Bentancur, l’arbitro fischia e poi estrae il giallo per Firpo, ma è per le proteste. Fosse stato per il fallo il Var sarebbe intervenut­o per scambio d’identità.

Ma parliamo del nulla, sul 3-0 a favore la Juve non poteva far altro che gestire e così si sarebbe comportato Pirlo, il suo allenatore, se fosse stato in campo come giocatore.

Logica

Pirlo non ha mai inseguito l’impossibil­e, per esempio il tridente formato da Dybala, Morata e Ronaldo. Ha sempre fatto scelte abbastanza razionali. Nella partita di ieri ha preso decisioni logiche, bilanciate e funzionali all’impresa. Sugli esterni, per esempio, ha piazzato Cuadrado e Alex Sandro, due ali che hanno avuto una formazione da terzini e che posseggono la naturale attitudine alla fase difensiva. Pirlo comincia a ragionare da allenatore senza utopie per la testa, è questa la novità.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy