La Gazzetta dello Sport

La svolta di Pirlo «Io ne sono sicuro È solo l’inizio»

Il tecnico: «Così possiamo fare grandi cose ma voglio la stessa Juve in Serie A»

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i sono notti che certifican­o la fine di una grande avventura e altre che segnano l’inizio di un nuovo cammino. Andrea Pirlo salutò la Juventus da giocatore sotto il cielo plumbeo di Berlino: quella sera piovvero tre gol nella porta difesa da Gigi Buffon, che costarono alla Juventus l’ennesima medaglia dei secondi in Champions League. Pirlo pianse in mezzo al campo come un bambino, lui che non è solito mettere in piazza le sue emozioni, perché sapeva che sarebbe stata la sua ultima volta in bianconero. Il vento che ieri sera agitava il Camp Nou ha asciugato lacrime e restituito sorrisi, ma soprattutt­o ha regalato alla Juventus una nuova consapevol­ezza di se stessa. E’ la notte del Maestro, che applaude, ripete “dai dai dai” come se fosse diventato un rito propiziato­rio, addirittur­a si sbraccia per chiedere il cartellino

Cper Lenglet, protagonis­ta nel secondo fallo da rigore. Pirlo soffre, stringe i pugni, poi si scioglie in un abbraccio liberatori­o con Cristiano Ronaldo, sostituito nel finale.

E’ nata una stella

Ci sono notti in cui si diventa grandi all’improvviso, quando le nubi si diradano e tutto diventa chiaro e luminoso. Pirlo ha vissuto la sua prima grande notte da allenatore in uno dei templi del pallone, nella serata della grande sfida tra Messi e Cristiano Ronaldo. In campo ci sono ancora i suoi ex compagni, Buffon («Non gioca perché è un mio amico ma perché è un monumento», dice di lui il tecnico) e Bonucci, e c’è Morata che a Berlino segnò l’unico gol, inutile, della Signora. Ma soprattutt­o c’era la sua Juventus, bella e solida come per una partita intera non l’avevamo vista mai. Tre gol fatti, zero subiti, possesso palla, linee strette, intensità, velocità negli scambi, recupero palla, transizion­i e voglia di sacrificar­si. C’è il pupillo di Pirlo, McKennie, che schierato dall’inizio segna un gol in acrobazia, c’è Cristiano che va a rubare il pallone a Messi sul 3-0, tanta è la voglia di blindare il risultato. La Juventus è prima nel girone, particolar­e non da poco, ma molto di più conta la prestazion­e, che proietta Madama in un’altra dimensione. Ci voleva la partita perfetta per ribaltare lo 0-2 dello Stadium e la Juventus l’ha fatta, anche se questo Barcellona fa molta meno paura di quello di 5 anni fa. Però Messi e compagnia avevano inflitto ai bianconeri l’unica sconfitta della sua gestione e Pirlo aveva chiesto coraggio e intraprend­enza per la prova di maturità.

E’ solo l’inizio

Ci sono notti che possono far svoltare una stagione: già dopo il secondo tempo del derby pareva che qualcosa fosse cambiato nella testa dei giocatori e la prestazion­e di Barcellona lo ha confermato. «Abbiamo fatto un’impresa — dice Leonardo Bonucci —. Possiamo fare grandi cose, ma serve la stessa voglia in campionato». «Sono molto contento — aggiunge Pirlo —, serviva ai ragazzi per avere consapevol­ezza. Quando entri in campo con questa determinaz­ione i valori vengono fuori. Per me non è una rivincita, alle critiche sono abituato, dovevamo prendere coraggio e fiducia, così possiamo fare qualsiasi cosa. Volevamo fare una grande partita, oggi gli stimoli erano enormi ma non basta questa gara per cancellare altre brutte prove. Manteniamo questo livello per un grande cammino: deve essere un punto di partenza».

Buffon non gioca perché è mio amico ma perché è un monumento

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AFP Ex regista Andrea Pirlo, 41 anni, primo anno sulla panchina della Juve ●La
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