La Gazzetta dello Sport

Gioia Simone: «Al top come quelli del 2000»

- di Stefano Cieri ROMA

Ha riscritto la storia. Ancora una volta. Con una sofferenza indicibile nel finale, ma l’ha riscritta. Simone Inzaghi riporta la Lazio agli ottavi di Champions dopo venti anni e per la terza volta nella storia del club. Un’impresa, l’ennesima, della sua felice gestione da tecnico. Dopo i trofei vinti (tre), i record aggiornati (da quello della più lunga serie utile a quello del maggior numero di vittorie consecutiv­e fino ai primati di punti totali e di vittorie conquistat­e in un campionato) ecco arrivare il terzo miglior risultato di sempre nella competizio­ne europea più importante. Un’impresa di cui il tecnico va fiero e che paragona alle coppe conquistat­e. «Sì - dice l’allenatore - per me questo risultato ha lo stesso valore dei trofei vinti. Aver portato la Lazio tra le prime sedici d’Europa è il coronament­o di un cammino iniziato quattro anni e mezzo fa». Una qualificaz­ione storica con l’unico neo della sofferenza finale. «Siamo stati perfetti per 70 minuti, poi nel finale abbiamo rischiato. Il neo è stato quello di non aver chiuso la gara pur avendo avuto molte occasioni per farlo. Ma la qualificaz­ione è meritatiss­ima per quello che abbiamo fatto in tutto il girone. Che abbiamo chiuso senza sconfitte e battendo una grande come il Borussia Dortmund. Rispetto alla Lazio in cui giocavo io ci sono delle similitudi­ni. Si tratta di due grandi squadre che hanno fatto del carattere la loro forza e che hanno vinto molti trofei».

Fattore Ciro

Quella attuale ha come tratto distintivo pure la presenza di un bomber come Ciro Immobile. L’attaccante è andato a segno per la nona gara consecutiv­a, stabilendo il nuovo record societario in materia. Ed ha realizzato il 136° gol in biancocele­ste, il 16° nelle coppe europee, col primato di Inzaghi (20 reti) che comincia a vacillare. «Mi auguro che Ciro lo batta al più presto», dice il tecnico. Lui, Ciro, preferisce invece gioire solo per il successo di squadra: «Siamo orgogliosi di quello che abbiamo fatto. Erano venti anni che la Lazio non arrivava agli ottavi di Champions. E’ stata un’impresa. I miei gol? Mi riempie d’orgoglio poter aiutare questa squadra. Potevo farne anche un altro, ma la palla è rimbalzata male, devo fare due chiacchier­e con il giardinier­e...».

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