Avanti il Lipsia del futuro A casa un vecchio United
Nagelsmann domina Solskjaer con un calcio moderno e spettacolare. In gol Pogba. Malissimo l’arbitro Lahoz
AParigi il quarto uomo scatena l’inferno con una parola razzista, a Lipsia un direttore di gara scarso rischia di stravolgere la partita: una delle peggiori serate vissute dal calcio europeo mette a nudo il problema arbitrale. Lo spagnolo Lahoz vuole essere protagonista e gli riesce, ma in senso negativo. Poi c’è la partita e il Lipsia per un’ora rifila una lezione di calcio al Manchester United: la qualificazione ha una coda di brividi, ma è meritata. I Red Devils salutano la Champions e il responsabile numero uno della disfatta è Ole Gunnar Solskjaer: sbaglia formazione, tarda a intervenire, ribadisce i suoi limiti in Europa — 6 k.o. in 10 gare —, ma soprattutto dimostra di essere un allenatore passatista, legato a un concetto di football superato a livello internazionale. Il collega Julian Nagelsmann stravince il confronto. È un uomo proiettato sul futuro e, con un gruppo di giocatori inferiori sul piano tecnico, dimostra che idee e lavoro possono spalancare orizzonti straordinari.
Partenza show
I primi venti minuti sono uno show del Lipsia. Il progresso contro il passatismo. La squadra di casa parte cento all’ora, esponendo subito il meglio del suo repertorio: velocità, pressing, palleggio stretto. Due minuti e lo United è già sotto: il cross di Sabitzer trova il sinistro potente di Angelino, cartellino di proprietà del Manchester City. L’esterno spagnolo è scatenato: Wan-Bissaka non lo vede mai. Il dominio a centrocampo del Lipsia è impressionante: la decisione di Solskjaer di mandare in panchina Pogba — il tecnico norvegese parla di scelta tecnica e non di ritorsione dopo le dichiarazioni del suo agente Mino Raiola —, schierando Matic in coppia con McTominay, più Telles avanzato sulla linea dei trequartisti, si rivela un autogol clamoroso. Il Lipsia soffoca lo United. Inevitabile, al quarto d’ora, ecco il 2-0: un cross di Angelino è sfruttato in piena libertà da Haidara. I Red Devils non reagiscono. Forsberg divora il 3-0: peccato mortale da parte dello svedese.
Mateu Lahoz
Un colpo di testa di Greenwood interrompe il dominio del Lipsia e apre una finestra sul match: la difesa di Nagelsmann, senza Upamecano squalificato, ha limiti di qualità e personalità. Lo United cade ancora quando Orban segna il 3-0, ma la Var annulla per fuorigioco. L’arbitro Lahoz, fedele alla tradizione spagnola, è teatrale e interventista: quattro ammonizioni nei primi 45’, un richiamo alla panchina dello United, continui botta e risposta con i calciatori. Innervosisce tutti: pessimo.
Pogba
Il Manchester United riparte più aggressivo e, quando dopo un’ora finalmente Solskjaer si sveglia dal letargo per inserire Pogba e Williams, il copione cambia. Il Lipsia ha perso la velocità del primo tempo. Soffre. Gulacsi, salvato dalla traversa sulla punizione di Fernandes, diventa protagonista: il portiere ungherese è straordinario su Fernandes, McTominay e Grenwood. I tedeschi barcollano, ma un errore incredibile della difesa dello United libera Kluivert di fronte a De Gea: l’ex romanista, con un tocco morbido, piazza il colpo del 3-0. È il gol qualificazione, perché lo United riapre il match. Lahoz concede un rigore inesistente per un spallata di Konate a Greenwood: Fernandes, glaciale, non sbaglia. Due minuti dopo, Pogba di testa, in mischia, regala un finale di passione. L’autorete sfiorata da Mukiele al 49’ fa tremare i tedeschi, ma Gulacsi si salva. Ed è giusto così: va avanti chi gioca il calcio migliore.