La Gazzetta dello Sport

Ecco 210 milioni per risanare la Roma

Oggi l’assemblea per il sì all’aumento di capitale. Nel 2021 in arrivo due sponsor

- di Massimo Cecchini ROMA

I pagamenti fatti Il presidente convertirà subito i 114,6 milioni già versati

Un 2021 decisivo Stretta finale per il “main sponsor” e per quello tecnico

Un consiglio? I Friedkin non accettino suggerimen­ti da esperti o presunti tali. Ad esempio, poiché il destino ha senso dell’umorismo, ha suscitato un briciolo di sconcerto (ma nulla più: questa, in fondo, è sempre la città di imperatori e papi) l’intervista che l’ex braccio destro di James Pallotta, Mark Pannes, ha rilasciato al sito sportsprom­edia.com. Pannes, che è stato uno dei massimi dirigenti della Roma americana dal 2011 al 2016, ora è diventato ceo dei Vancouver Whitecaps e – con un pizzico di impudenza - spiega il verbo della corretta gestione calcistica di un club profession­istico. Impression­i? Visto che in riva al Tevere i successi di Pannes non sono stati indimentic­abili, sarebbe bello chiedere un parere sul tema ai nuovi proprietar­i della società gialloross­a, che oggi sono chiamati ad affrontare una assemblea societaria, destinata comunque a far riaffiorar­e le criticità economi

Profondo rosso

La storia è nota, e per essere riassunta basterebbe una manciata di cifre del bilancio: i 394 milioni d’indebitame­nto, i 204 milioni di perdite (la seconda più alta della storia della Serie A), i (soli) 141,25 milioni di fatturato, i meno 242,4 milioni di patrimonio netto consolidat­o, i meno 88,3 milioni di perdita d’esercizio (che incorre nella fattispeci­e prevista dell’articolo 2447 del codice civile). Insomma, la combinazio­ne fra l’ultimo periodo di gestione Pallotta e la pandemia di Covid ha messo in grande difficoltà i conti della Roma. Un esempio su tutti: il fatturato così basso (il precedente era di 232,7 milioni) è dovuto anche al fatto che alcuni dei ricavi che sarebbero dovuti entrare prima di giugno, saranno calcolati invece nell’esercizio attuale. Alla luce di tutto questo – che ha portato il club nella «watching list» della Borsa, con obbligo di comunicazi­oni mensili – non stupisce che la famiglia Friedkin sia dovuta correre subito ai ripari, come oggi sarà sancito dall’assemblea societaria che varerà la ricapitali­zzazione di 210 milioni decisa il 25 ottobre. D’altronde, dopo il loro insediamen­to c’è stato un secondo «lockdown» - sia pure più morbido del precedente – che ha ghiacciato qualsiasi ipotesi, ad esempio, di riportare gli spettatori negli stadi.

Conti in sicurezza

Così il piano di riaprire l’Olimpico al 30% della capienza per favorire il distanziam­ento – che poteva dar sollievo alla imposche sibilità di fare gli abbonament­i – si è incagliata subito. Insomma, occorre denaro fresco, e i Friedkin finora – oltre ai 199 milioni dati a Pallotta per l’acquisizio­ne del club – finora hanno già versato 114,6 milioni, che verranno convertiti tutti – col placet oggi dell’assemblea – nell’aumento di capitale. Sarà la prima tranche di quel totale di 210, appunto, che si concluderà alla fine del 2021. Il prossimo, comunque, sarà un anno importante a prescinder­e, visto che i Friedkin (che coltivano sempre l’obiettivo di uscire dalla Borsa e che giovedì presentera­nno ricorso per la questione-Diawara) sono da tempo al lavoro per il «main sponsor» (l’accordo con Qatar Airways è in scadenza) e lo sponsor tecnico (l’accordo con la Nike è stato interrotto in anticipo). Morale: sarà indispensa­bile trovare altre fonti di ricavo, per non sgonfiare le ambizioni della nuova Roma.

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LAPRESSE ereditate dal passato. il discorso Il primo colloquio tra Dan e Ryan Fredkin con la squadra

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