La Gazzetta dello Sport

MA LA MERCEDES PUÒ FARE A MENO DI Hamilton

RUSSELL GIÀ VINCENTE PERÒ NON HA ANCORA LO SPESSORE DI LEWIS

- di Luigi Perna

Prima la stabilità Al team basta un n.2 che porti punti e non dia fastidio a Lewis

Nuovo contratto Se Lewis deve abbassare le pretese non è “colpa” di George

L’iridato, oltre a fare gare super, sa indirizzar­e gli ingegneri Per l’altro sedile ora Wolff preferisce Bottas, ma nel 2022...

Nella notte di Sakhir forse è nata un’altra stella. Due anni fa successe a Charles Leclerc, che vide sfumare il primo trionfo con la Ferrari per un guasto alla power unit mentre stava dominando il GP del Bahrain dopo avere conquistat­o la pole position. Domenica è toccato a George Russell, magico protagonis­ta al debutto con la Mercedes, ma beffato da un errore della squadra al pit stop e da una foratura che gli hanno tolto un successo stramerita­to. Entrambi non hanno avuto la fortuna che invece ebbe il diciottenn­e Max Verstappen nel 2016 quando vinse in Spagna all’esordio sulla Red Bull, approfitta­ndo dell’harakiri delle Mercedes. Ma l’incredibil­e prestazion­e di Russell ha scatenato il dibattito sui social, spingendo molti a mettere in discussion­e il valore dei trionfi di Lewis Hamilton, appena incoronato campione del mondo per la settima volta come Michael Schumacher.

1 Con questa Mercedes potrebbe vincere chiunque?

È quello che sostengono i detrattori di Hamilton e in generale chi ritiene che i record dell’inglese siano solo frutto del dominio del “dream team” nell’era dei motori ibridi. In realtà, non è così. Ne è la dimostrazi­one vivente Valtteri Bottas, da quattro anni compagno di squadra di Lewis, che ha ottenuto infinitame­nte meno nelle ultime stagioni e che domenica in Bahrain, pur partendo dalla pole, si è lasciato sfuggire l’occasione di vincere sfruttando l’assenza del numero uno, fermato dalla positività al Coronaviru­s.

Il finlandese sta dando prova di essere un pilota di medio calibro, non un “top driver”, e al suo posto farebbero di gran lunga meglio talenti come Verstappen, Leclerc o lo stesso Russell. Magari dando filo da torcere a Hamilton. Ma questo nulla toglie alle straordina­rie imprese messe a segno finora da Lewis, compresa la gara in Turchia che gli ha regalato il settimo titolo, esempio di guida magistrale sull’asfalto reso viscido alla pioggia.

2 Quanto è merito di Hamilton e quanto della Mercedes?

James Allison, il direttore tecnico di Brackley, ai tempi in cui lavorava alla Ferrari, disse una frase interessan­te: «Nella Formula 1 odierna il pilota conta il 20%, il resto va diviso fra power unit e telaio». È chiaro che nessuno vincerebbe senza una macchina competitiv­a. Neppure Hamilton. Ma è altrettant­o vero che Lewis riesce a fare la differenza, all’interno di quel 20% di cui parlava Allison. Il valore dell’iridato va ben oltre il semplice pilotaggio. Non si tratta solo di guidare una macchina, ma di indirizzar­e una squadra. Hamilton, con il suo carisma e la sua esperienza, è un punto di riferiment­o per gli ingegneri del team d’argento. Ancora oggi passa ore ad esaminare i dati della telemetria per migliorare la vettura. È un modello di dedizione. C’è un aneddoto significat­ivo, raccontato nel 2019 alla Gazzetta da un componente di spicco del team: «Nei test invernali non riuscivamo a far funzionare la macchina. Lewis ci suggerì di alzare l’assetto. Noi lo ascoltammo, e dopo pochi giri il comportame­nto della vettura cambiò come dalla notte al giorno...».

3 Russell potrebbe sostituire Hamilton?

«Non è realistico. Si tratta di un

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 ?? LAPRESSE ?? Che debutto George Russell, 22 anni, domenica sulla Mercedes di Hamilton (ma col proprio numero 63) meritava ben più del 9° posto
LAPRESSE Che debutto George Russell, 22 anni, domenica sulla Mercedes di Hamilton (ma col proprio numero 63) meritava ben più del 9° posto

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