La Gazzetta dello Sport

Lazio agli ottavi con Correa, Immobile e brivido finale

CORREA-IMMOBILE LANCIANO INZAGHI IL BRUGES RISALE LA TRAVERSA AL 92’ EVITA LA BEFFA

- di Archetti, Cieri

Biancocele­sti agli ottavi dopo 20 anni e senza sconfitte: con i belgi in 10 dal 39’ mancano il 3-1 e soffrono sino alla fine

incollati di fresco causa assenze dell’ultima ora, dell’ultimo tampone. Il match conclusivo della fase a gironi richiedeva maturità e consapevol­ezza, la Lazio non sempre riesce a gestire le proprie ansie, però prima del finale troppo preoccupat­o sbaglia cinque occasioni per il 3-1 e a momenti le paga care. L’errore da evitare era quello di scivolare nel comodo, sottomette­rsi anche inconsciam­ente al “vantaggio” del pareggio: i due punti di vantaggio sul Bruges davano la possibilit­à di due risultati su tre. Per alcuni tratti i laziali ci riescono: Correa e Immobile nella prima parte colpiscono con motivata crudeltà, poi anche loro (come Marusic) dopo falliscono il colpo letale. Con alcuni sbagli anche dietro i biancocele­sti rimettono in partita il Bruges, in 10 dal 39’ del primo tempo. I brividi svaniscono soltanto al fischio finale.

I motivi

D’altronde per contrastar­e la Lazio, il Bruges cerca di imitarne i passi: disposizio­ne simile a quella di Inzaghi (3-5-2), aggressivi­tà e cambi di posizione in avanti. Però quando vengono attaccati in profondità, i belgi affogano nel diluvio. Il muraglione a cinque viene scalfito subito dalle parti di Sobol, a sinistra, ammonito dopo due minuti ed espulso, dopo essere stato graziato prima da Cakir, già prima dell’intervallo. Oppure sull’altro lato basta una finta di Correa per perforare barriere di cartone e far arrivare lo stesso “Tucu” al tap-in dell’1-0. Anche quando incassa il pari, la banda di Inzaghi prova con gli stessi temi e uno sprint di Immobile finisce con il fallo del rigore e la trasformaz­ione del capitano, che supera il record di Bernardini e segna per la nona partita di fila. In questa Champions è a quota cinque in quattro gare.

I problemi

Sì, i problemi arrivano per la Lazio quando non mantiene la calma dietro, sembra contratta. Il Bruges, che mai ha superato la prima fase nella nuova Champions, non ha niente da perdere ed è già in Europa League: quando è in inferiorit­à si aiuta con il 4-4-1 e il portiere Mignolet quasi a centrocamp­o, ma il vero uomo in più è il capitano Vormer: corre ovunque, trova l’1-1 su errore di Reina, serve il cross del 2-2 a Vanaken. Charles De Ketelaere, classe 2001, adolescent­e già adulto nella tecnica, è invece un simil Havertz ma mancino. Resta forse troppo schiacciat­o in avanti, però sui suoi tiri tutta la banda laziale suda freddo: il primo va fuori di pochissimo, sarebbe stato l’1-2 a metà primo tempo. Il secondo resterà a lungo nella mente di tutte le Fiandre: traversa interna al 92’, se la palla fosse entrata sarebbe stato il gol qualificaz­ione, invece rimbalza fuori.

I meriti

Milinkovic è il migliore perché il più continuo, Lazzari mostra un gran primo tempo poi rifiata. I cambi contempora­nei e sembra obbligati (prima del 2-2) di tre senatori stanchi come Immobile, Luis Alberto e Leiva non aiutano a evitare la sofferenza finale. Superata anche quella. Vent’anni fa la Lazio toccò il punto più alto della sua traiettori­a in Champions: arrivò ai quarti, Inzaghi era in campo, segnò, ma il turno lo passò il Valencia. Un mese dopo la Lazio vinse lo scudetto, ma questo è un altro discorso. L’attualità porta i laziali agli ottavi per la terza volta, seppur con formule diverse nel passato. È un successo, al sorteggio di ottobre partivano dalla terza fascia. (PRIMO TEMPO)R1-0

MARCATORI: Driussi (Z) 16’ p.t; Piszczek (B) 23’, Witsel (B) 33’ s.t

ZENIT (4-4-2)

Kerzhakov 6,5; Sutormin 6, Prokhin 6, Rakitsky 6 (15’ s.t. Lovren 5,5), Douglas Santos 5,5; Kuzyaev 6 (15’ Wendel 5,5), Barrios 6, Ozdoev 5.5 (34’ s.t. Krugovoy s.v), Driussi 6,5 (15’ s.t. Dzyuba 5,5); Malcom 5.5 (34’ s.t. Karavaev s.v.), Azmoun 6. (Lunev, Vasyutin, Musaev, Shamkin, Erokhin, Zhirkov, Mostovoy) ALLENATORE: Semak 5,5

BORUSSIA D. (3-5-2)

Hitz 6,5; Piszczek 6,5 (27’ s.t. Zagadou 6), Schulz 6, Hummels 6 (27’ s.t. Sancho 6); Passlack 5,5 (13’ s.t. Moukoko 6,5), Witsel 7, Emre Can 6, Bellingham 6,5, Reus 6,5; T. Hazard 6 (38’ s.t. Knauff s.v.), Brandt 5,5 (13’ s.t. Reyna 6). (Burki, Drljaca, Raschl) ALLENATORE: Favre 6,5

ARBITRO: Kovacs (Rom) 6

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LAPRESSE Missione compiuta Luiz Felipe, 23 anni, e Pepe Reina, 38 anni, festeggian­o il salto agli ottavi

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