«DOLORE IMMENSO, DOPO MARADONA HO PERSO UN ALTRO VERO FRATELLO»
Il fenomeno brasiliano: «Era un campione conosciuto in tutto il mondo. Che belle quelle vacanze insieme con le famiglie»
«Tu sei Paolo Rossi? Scendi dal mio taxi!». La conclusione dell’aneddoto, uno dei mille a cui era affezionato, è sempre stata accompagnata da due risate: quella di chi ascoltava e la sua. Perché Paolo Rossi per i brasiliani è stato «o carrasco», il giustiziere, ma anche un totem da rispettare. Dapprima lacrime e amarezza. Quindi, con il passare del tempo, ammirazione. Anche da parte di quel tassista di San Paolo che nel 1989 – 7 anni dopo la ferita del Sarriá - interruppe la corsa dopo aver più volte guardato nello specchietto retrovisore. Il colore azzurro di quella maglia «número vinte» è al centro di un’opera d’arte che ha molti altri protagonisti verdeoro. Uno di questi ora piange per l’«uomo che fece piangere il Brasile». È Zico, 10 leggendario di quella squadra di stelle (Socrates, Falcao, Júnior, Cerezo….). Quando la notizia lo raggiunge in Giappone è l’ora della colazione. Sta preparando la partita di campionato con lo Shimizu del Kashima Antlers, di cui è d.t. dopo esserne stato giocatore e allenatore.
3Chi è stato Paolo Rossi? «Uno dei migliori attaccanti nella storia del calcio. Un campione conosciuto in tutto il mondo. Non solo in Brasile per quei 3 gol del 1982, anche qui in Giappone sono tutti costernati. Ma per me era soprattutto un amico».
3Qual è l’aspetto che apprezzava di più?
«Paolo era molto diverso dal “personaggio”, dall’eroe creato dalle vittorie. L’ultima volta che l’ho visto era l’anno scorso, siamo stati in Toscana per un evento. Ci siamo divertiti, abbiamo anche palleggiato insieme sul palco. La nostra è un’amicizia che dura da tanto tempo. Era facile volergli bene, era una persona tranquilla, umile e generosa. Ricordo perfettamente l’estate in Sardegna per una vacanza insieme alle nostre famiglie. Cose semplici: una partita a pallone coi figli, una birra in spiaggia... Momenti che non dimenticherò mai».
3Molti considerano la partita contro il Brasile come una delle migliori di sempre di Rossi. «In Spagna è stato fenomenale. Però io penso che il miglior Rossi sia stato quello del Mondiale 1978, dove si era fatto conoscere al grande pubblico. Quattro anni dopo l’Italia era partita malissimo, passando il primo girone senza vittorie. Poi, dall’Argentina in avanti, è stato un crescendo: hanno vinto la Coppa battendo 3 nazionali che già erano state campioni. Partite bellissime. In Brasile spesso ricordano quel 3-2 dell’Italia parlando solo di Rossi, ma c’erano anche un grandissimo c.t. e tanti campioni: Zoff, Scirea, Cabrini, Oriali, Gentile, Conti, Tardelli, Antognoni…».
3In Brasile è tuttora uno dei calciatori più conosciuti di sempre.
«Nel 2018 è venuto a casa mia, abbiamo riso insieme durante una trasmissione del canale YouTube di mio figlio Júnior (“Zico 10”, piena di aneddoti divertenti, ndr). La gente lo riconosceva e lo salutava, è stato sempre considerato un campione assoluto, non solo con l’Italia ma anche con la Juve. Contro di lui non potevi sbagliare, e infatti quel 5 luglio 1982 ci fregò…».
3Cosa ha provato nel momento in cui l’ha saputo?
«Un grande dolore. In due settimane ho perso due grandi amici, prima Diego e ora Paolo. Sono cose che ti lasciano senza parole, da un momento all’altro si va via da questa vita… Che Dio conforti la famiglia e i suoi amici in questo momento».