La Gazzetta dello Sport

E l’amico Gentile disse: «Ti do una palla bassa e segni alla Germania»

- di Fabio Licari

«Se ci ripenso sto male. Avevo visto Paolo un mese fa in tv e mi era sembrato sciupato, non so, diverso. Allora ho telefonato ad Antonio (Cabrini, ndr) e lui mi ha detto: “Qualcosa, ma pare niente di grave”. Purtroppo non era così…». Non è tipo da voce spezzata Claudio Gentile, ma le parole arrivano un po’ a fatica e non perché è mattina presto. Paolo Rossi, e Gaetano Scirea tanti anni fa ma sembra ieri, sono stati la sua vita. Un po’ anche la nostra.

3Nessuno se l’immaginava… «Nessuno. Io l’ho scoperto per caso stamattina (ieri, ndr) alle cinque, quando mi sono svegliato. Un caso, dormo sempre fino alle otto. Mi sono accorto d’aver lasciato la tv accesa e tra i sottotitol­i che scorrevano c’era “è morto Paolo Rossi”. Ho pensato di sognare, mi sono lavato la faccia e poi la striscia ha continuato. Uno shock».

3Uno shock di ricordi… «Facevano rivedere le azioni, i suoi gol e sono stato male. Non volevo crederci».

3Vi sentivate ancora? «Sempre. Abbiamo una chat dei campioni dell’82. Parliamo, ci facciamo gli auguri, scherziamo…».

3Com’era Pablito? «Divertente. Brillante. In ritiro aveva voglia di ridere. Stavamo tutti bene assieme. Maradona pochi giorni fa, ora Paolo, è difficile da accettare».

3La sorpresa del ’78 con Cabrini, il ragazzo diventato eroe.

«Era arrivato per fare panchina, da giovane emergente, e s’era conquistat­o un posto da titolare nell’Italia forse più bella. Aveva personalit­à. E un fiuto del gol che ho visto raramente. Non aveva il fisico della punta classica, del 9, non potevi credere che facesse gol così importanti».

3Poi nell’82…

«Poi è stato l’eroe, quello dei sei gol, il Pallone d’oro. Dopo quattro partite a secco. Ma Bearzot lo aspettava. E lo aspettavam­o anche noi. Era un bel gruppo e noi juventini, io, Paolo, Marco, Antonio, Gaetano, Dino, eravamo amici, legati come fratelli. Altrimenti non avremmo fatto certi risultati. Si parla di gruppo: noi eravamo un gruppo. Anche con gli altri. Altrimenti reggere quasi due mesi sarebbe stato impossibil­e. Lui stava in camera con Cabrini, io con Tardelli che non mi faceva dormire finché non lo cacciai».

3Ha mai parlato della squalifica con Paolo?

«Mai. Era il passato. Dovevamo pensare al presente. Restare uniti. Abbiamo vinto anche perché tutti assieme abbiamo deciso il silenzio stampa. Pensando solo al Mondiale».

3 Oggi si parla di fasi offensive, difensive, di attaccanti che tornano… Cosa faceva Rossi? «Quando attaccavan­o gli altri stava nel cerchio di centrocamp­o. Non poteva opporsi fisicament­e, Graziani difendeva e pressava e lui era lì, pronto a ripartire, e a diventare immarcabil­e in area».

3Ma i sei gol non se li aspettava nessuno.

«No, quelli no, però stava crescendo. Dopo la squalifica era tornato con una voglia incredibil­e, aveva segnato a Udine, voleva andare al Mondiale, sapeva della fiducia di Bearzot. Paolo era giù, ma tutti soffrivamo l’acido lattico della preparazio­ne. Poi dall’Argentina in avanti siamo esplosi e sentivamo che saremmo arrivati fino in fondo.

Lui ci ha messo quei gol».

3Anche lei ha dato una mano. «Sì! Il cross dell’1-0 alla Germania l’ho fatto io. Marco era stato bravo a battere veloce una punizione. Pensi che l’avevo anticipato a Paolo».

3Come?

«Nel primo tempo ero stato più timido, marcavo Littbarski che era temibile. Gli ho preso le misure e nell’intervallo ho detto a Paolo: “Preparati, se vengo giù non ti faccio un cross alto, con Stielike e quei bestioni là non la prendi, ti do una palla bassa nel mucchio, di quelle che s’infilano tra le gambe…».

3Siamo stati tutti Paolo Rossi quel giorno.

«Ricordo Pertini che venne ad abbracciar­ci, poi a cena con noi, con una confidenza e amicizia che sembrava il capo delegazion­e. Ai giornalist­i che gli chiedevano dell’Italia rispose: “Oggi godiamoci questa vittoria, per favore”. Parlò un po’ con Paolo, ma ero lontano e non ho sentito cosa dicesse».

3E a lei?

«”Gentile, lei è un po’ birichino”. Ma non mi ci faccia pensare che già mi sono emozionato rivedendo quei gol…».

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Un mese fa l’ho visto in tv e mi è sembrato strano, diverso: così ho telefonato a Cabrini...

Maradona è scomparso pochi giorni fa, adesso tocca a Paolo: è difficile da accettare

Claudio Gentile

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