Il Conte non torna
Eancora una volta rimetti insieme i cocci, va così ormai da agosto, da quando il divorzio tra l’Inter e Antonio Conte pareva ineluttabile e invece via, una buona posa di collante e avanti insieme. Ieri altro giro, altro doveroso segnale di compattezza nel day after, il giorno dopo un flop europeo che fa rumore, perché segna il primo vero passo indietro in termini sportivi dell’era Suning. Dal 2016 in poi la società aveva sempre fatto registrare un miglioramento: salutare le coppe a dicembre, stavolta, è il sinonimo - pur con tutte le attenuanti del caso - di una retromarcia, oltre che di un mancato introito economico certo di almeno 11 milioni euro, tra premio qualificazione e market pool. Ed è in questo momento che Steven Zhang ha deciso di intervenire, anche per evitare che i suoi silenzi e la sua assenza da Milano venissero mal interpretati. «Eravamo consapevoli delle difficoltà che avremmo potuto incontrare in questa stagione anomala - sono le parole del
Ad Appiano Il giorno dopo il flop colloqui tra Antonio, squadra e dirigenti
Spiegazione Indice puntato su giocatori e rivoluzione mancata
presidente - Insieme abbiamo deciso di affrontarle con coraggio e determinazione. Dobbiamo continuare a farlo ora. Il nostro obiettivo non cambia: lottare e dare tutto per il bene dell’Inter. Insieme».
I soliti limiti
Quell’«insieme» sgombra il campo anche da alcune voci diffusesi ieri pomeriggio, riguardanti un possibile divorzio tra Conte e l’Inter. Nulla è cambiato e nulla cambierà: la società è con l’allenatore. E infatti la fiducia non è stata neppure l’argomento del giorno, ieri ad Appiano. Presente tutta la dirigenza - Marotta, Ausilio e Zanetti -, lunghe analisi con l’allenatore, con il quale i tre hanno pranzato insieme. Il succo? Facciamo in modo che questa eliminazione diventi il trampolino per concentrarsi totalmente sul campionato, innanzitutto. E poi, sono stati a lungo evidenziati i limiti strutturali dell’organico. Il gruppo ha ancora una volta mostrato lacune in termini di personalità e di abitudine alla vittoria. Discorsi, questi, che tornano quasi ciclicamente d’attualità ad Appiano: la revisione profonda dell’organico, progettata già la scorsa stagione, non è stata portata a termine anche per colpa di una pandemia che ha limitato i movimenti sul mercato. Non si parla solo di acquisti, ma anche di cessioni, relativamente a calciatori che non garantiscono quelle due paroline magiche, mentalità vincente.
A due facce
C’è poi l’altro aspetto della vicenda, quello mediatico. Gli scontri verbali in diretta tv dell’allenatore non possono far piacere alla dirigenza. E indubbiamente sono il segnale di un cambiamento del tecnico, di un’altra faccia esposta, decisamente più decisa e aggressiva
Dopo il Siviglia Conte, troppo nervosismo E ha sprecato la dote europea
Mercato Solamente saldi a gennaio: a centrocampo escono in tre
rispetto a quella dei primi mesi della stagione. Conte ha sempre tenuto a precisare come il suo modo di porsi all’esterno non incida minimamente sul rendimento della squadra, men che meno nel rapporto con i giocatori, rimasto intatto. Ma la «svolta» è di sicuro un fatto da segnalare. Come pure il non esser riuscito a capitalizzare la dote di esperienza europea che la finale col Siviglia di agosto aveva comunque regalato. L’Inter che ora prova a vincere il campionato, è la stessa che nel girone di Champions ha vinto solo una partita su sei, finendo dietro a club che hanno un fatturato nettamente inferiore: a fronte dei 377 milioni dell’Inter del 2018-19 (ultimo bilancio senza effetti Covid), ci sono i
170 del Borussia Monchengladbach e gli 84 dello Shakhtar.
Addio tabù
Ma ora basta trasferte, basta viaggi lunghi. Solo voli nazionali e la testa al vero grande obiettivo rimasto. È stato anche il cuore di ogni ragionamento ieri ad Appiano: prima tra Conte e la dirigenza, poi anche nel colloquio tra lo stesso tecnico e la squadra, in cui Conte ha ribadito come la strada imboccata sia quella giusta, sottolineando l’esigenza dell’attenzione ai particolari e la voglia di buttarsi tutto alle spalle pensando al campionato. In fondo, proprio da ieri la parola scudetto non è più un tabù. Perché se l’allenatore ha sempre spiegato come nessuno della società gli abbia chiesto di vincere il titolo, chiedendo anche uno sforzo comunicativo in questa direzione, proprio ieri sera Arturo Vidal - uno a cui la mentalità vincente certo non manca - ha messo nero su bianco attraverso i social: «È molto triste vedere persa un’occasione unica per qualificarci agli ottavi di finale della Champions, ma ci alzeremo e impareremo dai nostri errori dando il massimo e mettendocela tutta in ogni partita per vincere lo scudetto». Eccola qui, la parolina che non si poteva pronunciare. Aspettando un mercato di gennaio che, avendo davanti solo campionato e Coppa Italia da disputare, a questo punto sarà ancora più oculato. Le operazioni saranno figlie di scelte e non di emergenze: l’idea è fuori tre centrocampisti - Vecino, Nainggolan ed Eriksen, che intanto domenica può partire titolare - dentro uno specialista più difensivo. Per la quarta punta, semmai, si vedrà. Tanto adesso conta solo Cagliari.