La Gazzetta dello Sport

McKennie e Bentancur più Ramsey: così Pirlo ha trovato il mix giusto

L’incursore, il regista e il fantasista: il terzetto ha dato equilibrio in mezzo

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i può parlare di tutto: di campioni che la risolvono da soli, di moduli, del coraggio di un allenatore, dell’avversario... Il risultato dipende da milioni di cose, ma forse una pesa più di altre: l’equilibrio. Senza di lui, è dura arrivare lontano. E spesso, si cerca a centrocamp­o: «Giocare a tre? Non abbiamo avuto tempo in pre-season, le prime partite sono servite per provarlo...», ha spiegato il mister dopo lo 0-4 di Parma con un sorriso grande così. E c’è da capirlo, in un colpo solo ha avuto la certezza di tanti aspetti. McKennie è sempre più forte, la fiducia in Ramsey viene ripagata, Bentancur sta tornando a certi livelli. Sono loro il tris ideale per la mediana alla quale Pirlo cercherà di rinunciare il meno possibile.

SCorrere, così va bene...

Tre uomini con caratteris­tiche diverse, per questo si completano con logica: c’è chi tra le linee si diverte parecchio (Ramsey), il play o un qualcosa di simile (Benta) e la scoperta più bella (McKennie). E proprio l’americano merita un commento a parte, consideran­do che pochi, il 29 agosto – quando arrivò a Torino –, conoscevan­o il suo effettivo valore: qualcuno lo paragona al Vidal di un tempo, altri preferisco­no evitare paralleli, sia per il peso e la scomodità che per l’attesa di capire, realmente, chi è Weston. Definirlo “tuttocampi­sta” sarebbe troppo semplice, meglio riassumerl­o come il giusto mix tra un mediano e un trequartis­ta, chiamiamol­o pure incursore: uno di quelli che corre, ma neanche troppo (la media in A è 9,8 km a partita). Lo fa bene, nel modo giusto.

E quando serve, prende il posto di Ramsey per provarci là davanti dando al gallese il compito di restare sulla linea mediana. L’orchestra suona bene, grazie anche al “nuovo” Bentancur.

L’investitur­a di Andrea

Al Tardini ha mostrato voglia, tecnica e talento, ma soprattutt­o cattiveria: palla dello 0-3 recuperata, un lancio di esternocol­lo per Ronaldo da applausi e un polmone enorme (non a caso, percorre quasi 10,3 km ogni 90’). Adesso serve continuità, step fondamenta­le per dare ragione a Pirlo: «Il centrocamp­o a due può passare a tre, quando si difende si torna con i due», diceva l’allenatore. E i due, ma solo sulla carta, sono Rodrigo e McKennie: «È un grande incursore, capace di recuperare la palla e buttarsi negli spazi. Ha i tempi giusti, per queste ragioni l’abbiamo scelto», parole al miele per Weston. A Ramsey, infine, il compito di inventare: «Quando è al 100% può determinar­e – sempre il Maestro -. È importanti­ssimo». Una pecca? «Dobbiamo centellina­rlo, a volte non è al top». Ma quando lo è «lo voglio in campo, ci permette di uscire da tante situazioni e ci fa giocare bene». E se ci riesce, il buon Aaron, il merito è anche di Benta e McKennie: con loro c’è equilibrio. Con loro, la Juve può davvero svoltare.

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1. Weston McKennie, 22 anni, è alla prima stagione alla Juventus. 2. Rodrigo Bentancur, 23 anni, a Torino dal 2017-2018. 3. Aaron Ramsey, 29 anni, seconda stagione in bianconero.
GETTYIMAGE­S/LAPRESSE Centrocamp­isti 1. Weston McKennie, 22 anni, è alla prima stagione alla Juventus. 2. Rodrigo Bentancur, 23 anni, a Torino dal 2017-2018. 3. Aaron Ramsey, 29 anni, seconda stagione in bianconero.
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