La Gazzetta dello Sport

«Josip straordina­rio Il Papu? Se si arrabbia il presidente è dura...»

L’allenatore felice per aver recuperato lo sloveno: «Stavamo crescendo ma con lui è girato tutto»

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ATALANTA (3-4-2-1) Gollini; Toloi, Romero (dal 1’ s.t. Palomino), Djimsiti; Hateboer, De Roon, Freuler, Gosens (dal 44’ s.t. Mojica); Malinovsky­i (dal 36’ s.t. Miranchuk), Pessina (dal 1’ s.t. Ilicic); Zapata (dal 27’ s.t. Muriel) PANCHINA Sportiello, Rossi, Sutalo, Depaoli, Gyabuaa, Lammers, Diallo ALLENATORE Gasperini ESPULSI Bangsbo (coll. tecnico) al 38’ p.t. per proteste AMMONITI Malinovsky­i e Romero per gioco scorretto, Gasperini per proteste CAMBI DI SISTEMA nessuno BARICENTRO ALTO 55,6 M POSSESSO PALLA 55,1%

ROMA (3-4-2-1) Mirante; Mancini, Smalling, Ibanez; Karsdorp, Pellegrini (dal 36’ s.t. Villar), Veretout (dal 36’ s.t. Perez), Spinazzola (dal 22’ s.t. Peres); Pedro (dal 28’ s.t. Cristante), Mkhitaryan; Dzeko. PANCHINA Pau Lopez, Santon, Juan Jesus, Kumbulla, Fazio, Calafiori, Diawara, Mayoral. ALLENATORE Fonseca ESPULSI nessuno AMMONITI Pellegrini e Mancini per gioco scorretto, Mirante per c.n.r. CAMBI DI SISTEMA nessuno BARICENTRO MOLTO BASSO 44,5 M POSSESSO PALLA 44,9%

ARBITRO Di Bello di Brindisi NOTE Tiri in porta 9-3. Tiri fuori 1-2. In fuorigioco 1-1. Angoli 2-2. Recuperi 3’ p.t., 0’ s.t. i dice che i compliment­i più sinceri arrivino sempre dagli avversari. Il tecnico della Roma, Paulo Fonseca, non solo ha ammesso che l’ingresso di Ilicic ha cambiato la partita, ma ha aggiunto che «ha fatto quello che voleva» e che «fermare un giocatore così è complicato». Difficile era anche recuperare Josip dopo tutto quello che ha passato. Un male oscuro si era preso la sua anima, prima ancora del talento. Ieri, però, l’Atalanta ha ricevuto in anticipo il più bel regalo di Natale: il ritorno del vero Ilicic. Quello che a ogni tocco di palla ti fa spalancare gli occhi e trattenere il fiato. Perché, come dice Gasperini, «Josip aveva già segnato a Liverpool, ma non l’avevamo ancora visto così: straordina­rio come negli anni scorsi».

SClasse top

La condizione fisica si riprende in fretta, la testa ha bisogno di più tempo, specie dopo uno stop di tre mesi perché qualcosa ti divora dentro. Da metà ottobre Ilicic aveva riassapora­to il campo, alternando errori a (rari) colpi di genio. Il gol al Liverpool? Un guizzo. Il piede sinistro era sempre quello, ma Josip non aveva ancora vinto una partita alla sua maniera, dominando gli avversari con tecnica sopraffina. Con la Roma ha sciorinato tutto il repertorio in 45’, entrando quando la sua Atalanta era sotto di un gol e faticava a portare pericoli alla porta avversaria: verticaliz­zazione di prima per il gol del pareggio di Zapata, mancino a giro da posizione impossibil­e sventato da Mirante, cross per il 2-1 di Gosens e infine il gioco di prestigio tra le gambe di mezza difesa gialloross­a, per la firma sul 4-1 finale, con tanto di abbraccio a Gasperini, alla faccia di chi diffondeva audio sui dissapori tra i due. «Ilicic mi aveva fatto vedere qualcosa d’importante in allenament­o negli ultimi giorni – racconta il tecnico nerazzurro -. Sinora era stato molto discontinu­o, mentre nelle ultime sedute mi aveva dato la sensazione di esserci sul serio, con una presenza costante». La differenza sta tutta lì.

Attacco

E la differenza l’ha fatta per davvero, Ilicic. «Eravamo già cresciuti un po’ nel primo tempo – spiega il Gasp -, ma non riuscivamo a essere pericolosi. Poi è entrato Josip e... Sono molto contento di lui». Non solo lo sloveno. L’ultima mezzora ha riportato alla memoria la potenza di fuoco dell’Atalanta migliore. «Ora abbiamo recuperato i nostri uomini davanti – continua Gasperini -. Sono felice anche per come hanno giocato Malinovsky­i e Zapata e per come è entrato pure Miranchuk». Un discorso a parte lo merita Muriel, autore del terzo gol, partendo dalla panchina. «Sono in debito con lui – ammette il Gasp -. Forse avrei dovuto farlo giocare dall’inizio di più, negli ultimi tempi l’ho visto un po’ triste...». Il valzer degli attaccanti non può ignorare il grande assente, Papu Gomez, escluso dai convocati. Gasperini con una risposta sibillina dà più di un indizio: «Se si arrabbia un allenatore è un conto, ma se si arrabbia il presidente...». La questione non è più personale, evidenteme­nte.

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MAGNI L’intesa L’abbraccio molto significat­ivo a fine gara tra Gasperini e Ilicic
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