Giampaolo: «È un lavoro lungo» Il club conferma la fiducia
Il tecnico: «Ora dobbiamo venirne fuori da soli». Verdi: «Bisogna crescere, era una partita da vincere»
Avanti con Marco Giampaolo. Nella tempesta il Toro non cambia il timoniere, e prosegue con convinzione lungo la navigazione per almeno tre ragionevoli motivi, condivisi tra il presidente Urbano Cairo, il direttore tecnico Davide Vagnati e lo stesso allenatore negli spogliatoi dell’Olimpico dopo la sfida pareggiata contro il Bologna. Primo: nonostante i risultati in deficit, la squadra sta dimostrando di seguire l’allenatore. Anche ieri il gruppo ha dato prova di aver avuto una reazione: ha sbloccato la parità con Simone Verdi, anche se poi è incappato nell’errore atavico di questa stagione, non essendo stato in grado di gestire con profitto il vantaggio. Secondo: il calendario impone tra due giorni una nuova, difficile, trasferta in casa del Napoli. Non avrebbe senso cambiare. Terzo: tra una decina di giorni si riaprirà il mercato e in quel momento quei calciatori che non vorranno più far parte del progetto Torino potranno salutare, cedendo il posto a elementi più motivati. Ecco, dunque, perché il presidente Cairo riemergendo dalla pancia dell’Olimpico poco prima delle 16.30 ha salutato i cronisti che lo aspettavano dicendo «non accadrà niente e non succede niente». Giampaolo ha la fiducia del club, la situazione di classifica per quanto oggi emergenziale si considera recuperabile. Come i
Serve tempo
«Era una partita da vincere, ma ai ragazzi non posso dire di non aver giocato con coraggio commenta il tecnico -. Ci prendiamo la responsabilità di aver pareggiato ancora: adesso dobbiamo trovare le energie per tirarci fuori con le nostre forze dalla situazione nella quale ci troviamo. E, prima di tutto, dobbiamo essere predisposti mentalmente a stare dove siamo». Per riemergere da questo pantano Giampaolo predica «la fede nel progetto», ponendo l’accento sul concetto di tempo: «Quando arrivi da una serie di risultati negativi non ne vieni fuori di colpo: si tratta di un lavoro lungo, bisogna risultare credibili, bisogna ricostruire fiducia e autostima un mattone alla volta. La squadra si porta dietro delle difficoltà dallo scorso girone di ritorno, non è ancora riuscita a cambiare il trend. La mentalità si costruisce nel tempo: non si vincono tre partite di fila nella nostra condizione». Conclude: «Se il presidente Cairo ha fiducia in me? Chiedetelo a lui, io ho avuto fiducia e con me il club è sempre stato perfetto. Chiaramente abbiamo difficoltà altrimenti parleremmo di altro».
Verdi e la crescita
Dal 21 maggio 2017 con Ljajic i granata non segnavano su un calcio di punizione diretto. Ieri è toccato a Verdi rompere l’incantesimo: «Bisogna crescere il prima possibile perché era una partita da vincere e non ci siamo riusciti – dice Simone –. È anche una questione mentale, la classifica non ci aiuta perché subentra un po’ di paura».