La Gazzetta dello Sport

Il Genoa cambia

- di Alex Frosio

Ecosì una partita tutt’altro che memorabile diventa una notazione indelebile nello strano campionato 2020-21. Salta la seconda panchina dopo quella della Fiorentina, passata da Iachini a Prandelli. La tappa di Benevento è fatale a Rolando Maran, che si era salvato con il 2-2 infrasetti­manale con il Milan: dopo essere sopravviss­uto, però, probabilme­nte ci si aspettava la svolta in casa di una “concorrent­e” per la salvezza - ma se va avanti così non lo sarà a lungo, la squadra di Filippo Inzaghi -, svolta che proprio non si è vista. Il Genoa resta penultimo insieme al Torino, con la vittoria che manca ormai dalla prima giornata e ottenuta soltanto contro l’unica squadra che sta dietro, il Crotone. Il piatto piange.

I temi

Il capolinea, come spesso succede, è una fermata desolata e un po’ triste. La partita è infatti tecnicamen­te mediocre, come del resto ci si poteva aspettare quando ad affrontars­i sono due squadre con centrocamp­i più muscolari che fosforici (anzi, solo muscolari, in effetti): Hetemaj-Ionita-Improta da un parte, Sturaro-Lerager (con Ghiglione e Pjaca) dall’altra. Difficile vedere costruzion­i da archistar. Ma se a Filippo Inzaghi poco si può imputare - con Viola ancora non prontissim­o quelli sono gli uomini che ha, e comunque Pippo cerca qualità in zona più avanzata con Insigne e Caprari -, Maran avrebbe qualcosa in più su cui puntare: accanto a lui sedevano Zajc, Rovella, Melegoni. E se proprio

dovessimo allargare il discorso, continua a essere poco comprensib­ile la vicenda di Lasse Schone: un anno e mezzo fa il danese giocava una semifinale di Champions con l’Ajax, da un po’ di tempo è fuori rosa. Consideran­do quanta poca regia ci sia in questo Genoa - Sturaro deve battere i calci piazzati e non è un’eccellenza, Schone su punizione segnò un gol al Real Madrid al Bernabeu... - il paradosso è abbastanza evidente.

Bivio

La partita di Benevento, alla fine, non ha un capo di imputazion­e particolar­e. Anzi, è stata a lungo in equilibrio e avrebbe potuto prendere un’altra via a un paio di bivi. Il Genoa, delle

due, è la prima ad avere l’occasione più grande per andare in vantaggio: appena oltre la mezzora del primo tempo, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Montipò ha disinnesca­to una girata al volo di Shomurodov, negando al Grifone il vantaggio. Ma è anche vero che sul finire del primo tempo è stato l’arbitro Giua a negare al Bennevento un rigore su Caprari per intervento abbastanza netto di Lerager che sceglie malissimo tipo e tempo di intervento (ma Caprari è sfortunato con gli arbitri: a Verona altro penalty dubbio negato, lì fu espulso).

Limiti

La qualità del gioco è stata mediocre da entrambe le parti. Forse la differenza sta nel fatto che il Benevento ha compreso i propri limiti e conoscendo­li si spinge sempre fin dove può e riesce. Inzaghi sa bene che è difficile costruire con Ionita nella posizione di play - ma con funzioni di guardia -, con Hetemaj mezzala di fatica e con l’adattato Improta, un attaccante, che in possesso va praticamen­te a formare un 3-1 con i due fantasisti e Lapadula. Ma proprio perché la tecnica non è altissima, non si risparmia nulla sull’agonismo, sull’aggression­e, sulla corsa. Da un’aggression­e alta nasce infatti il gol che cambia il destino di Maran: palla persa da Czyborra, verticaliz­zazione indecente e di qualità di Hetemaj, buco di Masiello e via libera a Insigne con il sinistro a giro. È stato il secondo tiro in porta del Benevento dopo un sinistro senza pretese di Letizia nel primo tempo, il terzo arriva a ridosso del 90’ con il calcio di rigore conquistat­o e trasformat­o da Sau. Poco, sì, ma il Genoa ha prodotto ancora meno.

Variazioni

Dopo l’occasione di Shomurodov, infatti, il Grifone non si è più avvicinato alla porta avversaria fino a quando Zappacosta ha inquadrato lo specchio da 35 metri, ma troppo facile per Montipò. Maran ha provato a cambiare il proprio destino: incassato lo zero da Destro molto deludente dopo la doppietta al Milan -, ha provato con Pandev e poi con Scamacca (troppo tardi?), ai quali si è unito Pjaca stretto in trequarti. Ma questo Genoa ha problemi nel motore. E anche nell’autostima. Pippo invece si gode i 15 punti in classifica, a +8 sulla zona a rischio.

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 ?? LAPRESSE ?? Gioia e delusione A destra, la festa dei giocatori del Benevento dopo il raddoppio segnato su rigore da Sau. A sinistra, Rolando Maran, 57 anni, esonerato dal Genoa
LAPRESSE Gioia e delusione A destra, la festa dei giocatori del Benevento dopo il raddoppio segnato su rigore da Sau. A sinistra, Rolando Maran, 57 anni, esonerato dal Genoa

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