La Gazzetta dello Sport

Ecco quanto pesano i gol di Messi nella rincorsa a Pelé

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Valgono più i 643 gol di Messi col Barça o quelli segnati da Pelé nel Santos? La prima cosa che viene in mente, dopo che Leo ha eguagliato il record di O Rei, è di metterli su una bilancia. I record non sono tutti uguali, quello di Pelé – massimo numero di gol segnati con la stessa maglia – è durato poco meno di mezzo secolo, una vita. Già dalla prossima partita Messi avrà la possibilit­à di batterlo e di assicurars­i un primato che potrà resistere ancora per molto, forse per sempre. Sono piccole e grandi tacche, che contengono un enorme valore simbolico. Non è così che si determina la gerarchia dei più grandi campioni di sempre – non basta un numero per farlo – però questi gol raccontano molte cose. Una è evidente: con la luce di Pelé, negli anni Sessanta, il Santos era diventato la squadra dominante nel mondo; con quella di Messi, attorno agli anni Dieci di questo secolo, il Barcellona si è imposto come la squadra più forte del pianeta e forse la migliore di tutta la storia del calcio. Il confronto tra i due fenomeni è altissimo, non si scappa. La storia di Pelé comincia l’8 settembre 1956 a Cubatao, cittadina nello stato di San Paolo in Brasile. Lo chiamano “Gasolina” quando debutta col Santos, deve ancora compiere i sedici anni. Ma non perde tempo: quel sabato, segna quattro gol nella vittoria per 7-1 sul Comercial Cubatao. Pelé ci metterà diciott’anni a raggiunger­e la quota dei 643 gol (in 757 partite ufficiali), prima di trasferirs­i negli Usa, coperto dai dollari dei Cosmos. Ma quelle reti non sono tutte: pare ce ne siano altre 448 segnate in amichevole, per un totale di 1091 secondo il sito ufficiale del Santos. C’è sempre un’ombra di realismo magico attorno ai dati statistici che ci arrivano dalla Latinoamer­ica, però è vero che a quei tempi si giocavano molte partite amichevoli: al Santos servivano per fare cassa esibendo la sua perla in giro per il mondo, Italia compresa. Ed è grazie a una di queste amichevoli, stavolta in Africa nel 1969, che O Rei ha il potere di interrompe­re la guerra civile in Nigeria. Giù le armi, tutti fermi per vedere giocare Pelé. A Messi non è ancora riuscita un’impresa del genere, però comincia anche lui a essere una leggenda. Al contrario del brasiliano, la Pulce ha dovuto aspettare un po’ prima di trovare il gol dopo l’esordio col Barça a 17 anni compiuti: sette partite e una settantina di minuti, per essere precisi. Poi non si è più fermato. Fino all’altra sera, quando ha raggiunto O Rei e il suo primato di 643 gol con qualche match d’anticipo: 748 contro 757. Leo poteva anche non arrivare mai a questo traguardo. Bastava che pochi mesi fa gli avessero dato l’okay per andare via dal Barcellona, come aveva chiesto. Anche Pelé, all’epoca, avrebbe potuto lasciare il Santos per il Real Madrid o il Milan o l’Inter. Ma il governo militare voleva tenerlo in Brasile, un simbolo da non perdere: così O Rei si era potuto liberare solo a fine carriera. È quello che può succedere anche a Messi ora che El Rey argentino ha l’età di Cristo in croce. Il rigore sbagliato col Valencia, e ribattuto in rete di testa, riassume questo suo momento buio al Camp Nou. Pelé, nel messaggio di congratula­zioni per il record, ricorda che storie come le loro – una vita con la stessa maglia – sono in via di estinzione, anche se il posto migliore è sempre quello, dove ci si sente a casa. Giusto. Credo, però, che Messi abbia già un piede e mezzo fuori dal Barça. Forse solo il vecchio presidente Joan Laporta, se dovesse vincere le elezioni di gennaio, potrebbe riuscire a trattenerl­o. In quel caso, ne riparlerem­o: l’asticella del record si sposterebb­e ancora più in alto.

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di Alessandro de Calò
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Storico Messi ha raggiunto Pelé mettendo in rete di testa un rigore sbagliato

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