Dalla paura al podio...
BRIGNONE TERZA OLTRE IL DOLORE «GRANDE GIOIA UNA CADUTA COSÌ TI RESTA DENTRO»
E potevo anche vincere: le curve sotto le ricordavo un po’ più difficili Federica Brignone Sulla gara
La Ledecka vince il superG in Val d’Isère davanti alla Suter e Fede. La Bassino ottima 4a, Goggia 7a e Curtoni 8a
Conosciamo Federica Brignone: competitiva all’esasperazione, analitica, iper esigente verso se stessa. Difficile che non trovi qualcosa che non la soddisfa in una sua gara, anche quando l’ha appena vinta. Ieri no. Ieri la detentrice della Coppa del Mondo ha accolto il terzo posto nel superG di Val d’Isère con orgoglio, punto. E con ragione: aver conquistato il podio in superG — il 42° in carriera, l’ottavo nella specialità — due giorni dopo essere finita sulle reti della Oreiller-Killy proprio lì dove Nicole Schmidhofer ha posto fine alla propria stagione, rompendosi il crociato anteriore e il collaterale del ginocchio sinistro —, aver sopportato il dolore per l’ematoma a un polpaccio, aver sciato con la solita fame senza alzare il piede dall’acceleratore di un millimetro, tutto ciò rappresenta una delle più grandi imprese della sua carriera.
Qualcosa in più
Trionfa Ester Ledecka, fenomeno in due sport - sabato scorso aveva vinto il gigante parallelo di snowboard a Cortina - e sempre più a proprio agio con gli sci lunghi. La biolimpionica di PyeongChang precede di tre centesimi Corinne Suter, che dal weekend porta a casa 260 punti, e la valdostana di 35. Per l’Italia è il terzo podio in tre gare dopo il secondo posto di venerdì e la vittoria di Sofia Goggia in discesa, il quinto su cinque contando anche Courchevel. Lo splendido quarto posto di Marta Bassino, il settimo della bergamasca - ieri in difficoltà nella parte alta - e l’ottavo di Elena Curtoni danno il quadro di quanto sia competitiva la squadra di velocità. Federica, però, ieri ha fatto qualcosa in più. «Sono davvero soddisfatta - racconta la detentrice della Coppa del Mondo —. Ringrazio il fisioterapista Gigi Devizzi e il medico, Giovanni Bianchi, per avermi rimesso sugli sci. La decisione di saltare la discesa di sabato è stata azzeccata, con un bel po’ di antidolorifici e antinfiammatori sono riuscita a gareggiare. Ma ringrazio anche tutti quelli che mi hanno tenuto su di morale, dagli allenatori a mio fratello, dalle persone che mi hanno scritto a chi mi ha aiutato anche mentalmente. Non era facile dopo la caduta di venerdì. Noi siamo sciatori, sappiamo che il rischio di farsi male fa parte del nostro lavoro, ma quando capita ti resta sempre qualcosa dentro». Se ripensa alla gara, l’azzurra indica nella parte finale il tratto in cui ha ceduto i decimi decisivi a Ledecka. «La pista era facile, sotto ho un po’ buttato via la vittoria. Quelle curve me le ricordavo un po’ più difficili di quanto effettivamente fossero, ho inciso un po’ troppo la neve. Ma sono comunque soddisfatta del mio sci, non credevo di avere delle sensazioni così buone in una specialità che ho allenato poco in autunno. Ledecka? Quando c’è da tirare a tutta è una maestra. Tecnicamente deve migliorare, sul difficile fa fatica, ma è un osso duro». Gianluca Rulfi, responsabile dell’élite azzurra, rende merito a Federica Brignone. «Ha fatto una grande cosa. Già il superG è difficile di per sé perché ti chiede di andare oltre il limite senza avere riferimenti. In più lei aveva il morale segnato dalla caduta di venerdì e ha dovuto sciare col dolore, perché il polpaccio era stato trattato il meglio possibile ma un po’ di male le restava. Eppure ha avuto coraggio e ha sciato pure bene tecnicamente».
Marta cresce
Ineccepibile o quasi anche la prova di Marta Bassino. I timori della seconda discesa si sono dissolti, ieri in superG ha sciato con la consueta consistente grazia, per un quarto posto pesante. «Forse avrei potuto
tenere un po’ più giù le punte nella parte finale, ma sono comunque contenta. E poi è bello avere degli aspetti su cui poter ancora migliorare. Vedo comunque che la solidità della mia sciata in gigante porta i suoi effetti anche in questa specialità. Era un superG vero, misto, con curve da tirare, passaggi ciechi, tratti da spingere». «Gran bella conferma — aggiunge Rulfi —. Nel 201920 era andata bene nei superG più tecnici, quella di Val d’Isère invece era una pista da discesiste. Sabato si era spaventata, io le avevo detto di non preoccuparsi perché la paura è un sentimento nobile, lei in superG ha reagito. Sta costruendosi anche in velocità». Sofia Goggia parla di un 7° posto figlio di una gara «senza infamia e senza lode». Ha commesso diversi errori nella parte alta, dopo gli spaventi presi venerdì e la vittoria di sabato. «Nessun problema di atteggiamento, Sofia fatica ancora tecnicamente con gli sci lunghi, non riesce a essere continua», sintetizza Rulfi.
Verso Semmering
Resta il bilancio di 5 podi su 5 gare francesi con 3 atlete diverse. In classifica Bassino, Brignone e Goggia sono racchiuse in pochi punti tra il 3° e il 5° posto, incollate a Gisin e con Vlhova un centinaio di punti più su. Il 28 e il 29 ci sono il gigante e lo slalom di Semmering, con Brignone attesa da due giorni di riposo e recupero e due di allenamento. La corsa è appena iniziata, ci sarà da divertirsi.
Ringrazio chi mi ha rimesso sugli sci: azzeccata la scelta di saltare la discesa
Federica Brignone
Sul dopo caduta