La Gazzetta dello Sport

Atupertuco­n... Lin Jarvis

«IL DOPO VALENTINO SARÀ SENZA TRAUMI E LUI CON PETRONAS CORRERÀ LIBERO»

- di Paolo Ianieri

Sarà strano vederlo nel box a fianco. Decisivi per lui l’inizio di stagione e i nuovi obiettivi

Fabio dovrà controllar­e le emozioni. Aiuteremo Viñales a evitare i soliti alti e bassi

Un team di Rossi in MotoGP nel 2022? Dipende da lui... Ma non so se saremo disposti a mettere in pista 6 moto LIN JARVIS (TEAM MANAGER YAMAHA)

Il manager Yamaha: «Nel 2020 troppi errori nostri e dei piloti. Morbidelli super, senza la crisi Covid avrebbe avuto la M1 ufficiale»

Sembrava una passeggiat­a, con la doppietta iniziale di Jerez col doppio 1-2 di Fabio Quartararo e Maverick Viñales. E invece, nonostante abbia vinto 7 gare, la metà di quelle corse, la Yamaha si è inceppata, col francese della Petronas e lo spagnolo del team ufficiale dispersi e un Valentino Rossi che da Misano-2 ha inanellato una serie di errori clamorosi che lo hanno portato alla peggior stagione in carriera. A salvare il 20202 è stato Franco Morbidelli, 2° nonostante la peggior M1 in griglia. Logico che per Lin Jarvis, managing director Yamaha, il bilancio sia in rosso.

Jarvis, 7 gare vinte ma zero Mondiale. Com’è il bicchiere?

«È una domanda trabocchet­to, ma credo che per gli errori fatti sia mezzo vuoto. Senza, con gli stessi risultati avrei detto mezzo pieno. Ma tanti dei nostri problemi sono stati auto inflitti. L’eccezione è Franco, per il resto abbiamo pagato il prezzo degli errori tecnici nel processo di pianificaz­ione iniziato a metà 2019, ai quali sono seguiti i problemi alle valvole, un fardello che ha reso difficile lavorare nel resto dell’anno».

«La nostra eccezione è avere un team satellite così forte da vincere 6 gare. Nessun altro c’è riuscito. E nel team ufficiale abbiamo avuto diversi problemi. A Rossi abbiamo creato due problemi tecnici (i motori di Jerez 1 e Valencia 1; n.d.r.) e dobbiamo chiedergli scusa, lui poi ha fatto errori non forzati prima che il Covid lo fermasse. Quanto a Viñales, ha iniziato fortissimo, una gara l’ha vinta, ma non siamo stati capaci di dargli una moto sempre consistent­e, come lui non è stato capace di sfruttare il pacchetto».

Il caso valvole ha messo la Yamaha sotto una cattiva luce. Negligenza o incompeten­za?

«Al reparto motori in Giappone hanno interpreta­to le regole pensando che fosse possibile avere uno stesso tipo di valvola da due fornitori. Il problema è nato quando il primo fornitore ha dismesso la produzione. Avessero letto le norme in maniera corretta avrebbero dovuto usare il secondo tipo l’intera stagione, invece hanno usato anche le vecchie. Il secondo problema è stato poi il difetto tecnico delle nuove valvole, qualcosa su cui non c’è stata sufficient­e attenzione nel momento di montarle. In entrambi i casi errori umani».

Le sembra giusto che siate stati puniti con la perdita dei punti solo nella classifica costruttor­i e a squadre e non in quella piloti? È stata una sentenza politica e non sportiva.

«Io ovviamente devo vederla in maniera diversa, avendo spinto per questa decisione. Da parte di Yamaha volevamo solo un giudizio giusto. E quanto accaduto non era colpa né dei piloti né della squadra. La colpa era della Yamaha e nel momento in cui è stata la Yamaha ad aver preso le penalità, abbiamo alzato le mani e detto che per noi era la pena giusta».

Che lezione avete imparato?

«Di guardare a tutto, fare doppi controlli, essere preparati al 100%. I controlli interni saranno intensific­ati».

Con Rossi che passa in Petronas finisce un’era.

«Sono convinto che la transizion­e sarà dolce. L’addio a Valentino è stato per certi verso un saluto normale. La cosa strana per lui e noi sarà quando ci troveremo ai test invernali e lui sarà nel box a fianco. Il team Petronas in ogni caso è una grande squadra e Yamaha continuerà a fornirgli la stessa moto degli ufficiali. A livello sportivo non avrà effetti, ma ci saranno camPenso biamenti nelle dinamiche del gruppo Yamaha, visto che ora Fabio e Maverick sono i piloti ufficiali».

Come affronterà Valentino la nuova avventura?

«Potrebbe sentirsi più “leggero”, con meno pezzi da provare, così da potersi concentrar­e solo sulle gare. Dipenderà molto dalla sua motivazion­e e dall’avvio di stagione».

Viñales e Quartararo hanno avuto grandi picchi ma altrettant­o grandi tonfi a livello di prestazion­i. È preoccupat­o?

«Bisogna sempre esserlo. Noi dovremo dar loro una moto competitiv­a in ogni condizione. Un’altra cosa poi è come lavori con le emozioni e Fabio ha ammesso di dover controllar­le. Maverick sappiamo che ha alti e bassi, dovremo riuscire a tenerlo nella sua comfort zone».

Quartararo ha detto che non gli sarebbe piaciuto vincere senza Marquez.

«Io invece credo che gli sarebbe piaciuto, non dice la verità.

Morbidelli: non ci avevate creduto abbastanza prima?

«Ha iniziato la stagione da outsider, anche per i risultati 2019, che hanno portato Fabio a firmare per il 2021 con il team interno e ad avere la M1 ufficiale come Valentino e Maverick. La logica diceva che erano loro tre a dover stare davanti. Ma finire a 13 punti da Mir credo sia stata una sorpresa positiva, per lui come per noi».

Non avrà la moto ufficiale.

«Sono d’accordo con chi sostiene che se la meriterebb­e, e in una situazione normale sarebbe così. Ma il Covid ha cambiato tante cose e lui non era 2° quando abbiamo deciso il 2021. La moto ufficiale è più cara della Spec-A di Franco e noi abbiamo un contratto con la Petronas. Non era possibile trovare i soldi né allestire una quarta moto in così poco tempo. Ma siamo convinti che avrà un grande futuro».

Cosa deve fare in inverno la Yamaha in Giappone?

«Stanno lavorando sulle aree deboli della moto, i commenti di Vale, Maverick e Fabio sono praticamen­te identici. Non sono troppo preoccupat­o dell’aspetto motore, gli svantaggi resteranno, ma possiamo lavorare su telaio, frenata, strategie, elettronic­a. Tante cose. Poi nel 2022 il motore dovrà essere più potente e facile. Stiamo lavorando per riuscirci».

Qual è stata la miglior moto 2020? La Yamaha che ha vinto 7 gare, la Ducati che ha vinto il titolo costruttor­i o la Suzuki che ha vinto quello piloti?

«La Ducati ha vinto il costruttor­i solo per i nostri errori e la penalità, ma non vuol dire che avesse la miglior moto. La Suzuki aveva solo due piloti e meno possibilit­à, per me è stata la migliore».

Nel 2022 potrebbe debuttare il team di Rossi. Sarà con la Yamaha e nel caso schiereret­e 6 moto, o potrebbe esserci l’addio alla Petronas?

«Valentino ha questa opzione, quindi la prima domanda è: lo farà o no? Con Petronas abbiamo un’ottima relazione, in due anni hanno vinto il titolo a squadre, di rookie, di pilota e squadra indipenden­te… è un pedigree ottimo. Possiamo fare 6 moto? Probabilme­nte potremmo. Lo vogliamo? Non necessaria­mente, sarebbe un bel fardello con tutto quel che implica la produzione e il supporto. Il numero ottimale è 4».

 ??  ?? che a ogni pilota piaccia vincere il Mondiale. Lui era in lotta fino a poche gare dalla fine, poi ha faticato con la moto, con se stesso, e lo ha visto scivolare via. E Mir, un turbodiese­l, nonostante abbia vinto una sola gara lo ha meritato».
che a ogni pilota piaccia vincere il Mondiale. Lui era in lotta fino a poche gare dalla fine, poi ha faticato con la moto, con se stesso, e lo ha visto scivolare via. E Mir, un turbodiese­l, nonostante abbia vinto una sola gara lo ha meritato».
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Tre centri nel 2020
Sopra Franco Morbidelli, 26 anni, vice iridato con 3 GP vinti. In alto le Yamaha clienti davanti a Rossi
EPA/AFP Il migliore di Iwata Tre centri nel 2020 Sopra Franco Morbidelli, 26 anni, vice iridato con 3 GP vinti. In alto le Yamaha clienti davanti a Rossi
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su Rossi
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su Quartararo
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TEMPO DI LETTURA 5’28”

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