La Gazzetta dello Sport

MILAN FLASH SCUDETTO

La rete lampo di Leao (primato europeo) apre la strada contro il Sassuolo (2-1) Pioli: «Schema che proviamo spesso» Il Diavolo più forte dei guai: resta a+1

- di Bocci, Fallisi, Fogliani, Garlando

Se Stefano Pioli, a Milanello, allena uno schema per il calcio d’inizio in cui due partono all’attacco di una squadra intera, come Kevin Costner nella scena iniziale di «Balla coi lupi», non è perche spera che quello schema un giorno riesca, ma perché vuole piantare nella testa del suo Milan un messaggio chiaro: dobbiamo avere coraggio e correre sempre in avanti. Poi ieri lo schema è riuscito... E Calhanoglu ha mandato in gol Leao dopo 6” e 76 centesimi. Il raddoppio di Saelemaeke­rs, in coda a una galoppata di Hernandez, è stato da innescato da un ricamo di Brahim Diaz, che si è abbassato per aiutare l’uscita della palla. Anche per questo Pioli ha voluto tante mezzepunte tecniche, abili nell’uno contro uno. Tiriamo una prima conclusion­e: il Milan è coraggio e tecnica. Ora recuperiam­o le parole che disse Pioli il 21 luglio dopo Sassuolo-Milan 1-2, quando la società annunciò la sua riconferma. Avevano ucciso l’Uomo Rangnick. «Sono contento di poter proseguire il lavoro. Ormai ho una squadra che sa stringere i denti e sa cosa deve fare, lucida. Quando entro a Milanello sono felice perché vedo gente col Milan dentro che lavora per farlo risplender­e ancora. I risultati arriverann­o».

Il castello di Pioli

Questo è il Milan capolista: coraggio tattico, tecnica e una trascinant­e empatia ambientale. Con una differenza sostanzial­e rispetto a luglio: i due gol al Sassuolo li segnò Ibrahimovi­c. Il Milan allora ne era assolutame­nte dipendente. In questi mesi ha sviluppato una forza, una convinzion­e e una fede nel gioco che vanno oltre i totem. Ieri, oltre a Ibra, mancavano Kjaer, Bennacer, Rebic... Dalla vicina Parma arrivava l’eco delle cannonate di Morata e CR7, da Milano il ticchettio della freccia di Conte che minacciava il sorpasso. Il Milan di Pioli è entrato in campo sicuro di sé e ha segnato dopo 6” con Leao, l’ultimo attaccante rimasto. Ha raddoppiat­o e difeso la vittoria anche nella sofferenza, preso per mano da Calhanoglu e Theo Hernandez, che nel vuoto di Ibra sono diventati sempre più leader. E così vanno aggiornati i record: 25 risultati utili, 33 partite con almeno un gol fatto, 15 con almeno un paio, 17 punti in più di un anno fa... Del calabrone che vola anche se non potrebbe non se ne può più. Diciamo così: il Milan è un castello di carte da gioco che resta in piedi anche se continui a sfilare via carte: Ibra, Rebic... Il Sassuolo? Il sospetto è che sia fin troppo confidente nel proprio gioco ed entri in campo con una leggerezza esagerata. Con l’Inter era sotto di 2 gol dopo un quarto d’ora, ieri in svantaggio dopo 6 secondi, pigro a rincorrere Calha e Leao. Poi, rimessi a posto i sentimenti, con buoni cambi (specie Boga) ha sfiorato la rimonta giocando bene. Sono peccati di crescita. Succede anche all’Atalanta, di cui segue il solco. Ma è solo la seconda sconfitta, un anno fa ne contava già 7. Il Sassuolo ha 7 punti in più, sta crescendo bene e cadere serve per rialzarsi più forti. L’assenza di Locatelli si è sentita.

Atletico Milan

Il primo tempo è un meeting d’atletica. Si parte con i 100 metri piani. Fischio d’inizio, Calhanoglu esce dai blocchi come Bolt, allunga per Leao che sfreccia tra Toljan e Marlon e segna in diagonale. I cronometri, in assenza di vento, omologano un 6” e 76 centesimi, nuovo record per la Serie A: battuto quello del piacentino Paolo

Poggi (8”90). Al 36’ scendono in pista i quattrocen­tisti. Hernandez si autolancia, distende la falcata, arriva sul fondo e assiste Saelemaeke­rs: 2-0. De Zerbi ha provato a mascherare l’assenza di Locatelli (non meno invasiva di quella di Ibra) con la mediana a tre: Lopez e Traoré ai lati di Bourabia. Ma Bourabia, pressato da Diaz, è stato un inno alla nostalgia del Loca, di cui si è rimpianta anche l’interdizio­ne. Troppo tenero Lopez. Il meglio è arrivato dalle incursioni di Traoré

e Djuricic. Pagano invece le scelte di Pioli. A cominciare dal tandem Diaz-Calhanoglu che si alternano nelle caselle del centro-sinistra del tridente. A destra, Saelemaeke­rs garantisce rifinitura ed equilibrio. Diavolo solido anche dalla cintola in giù. Kessie dà sicurezza a Tonali, Kalulu sfoggia personalit­à. Nella ripresa, il Milan prova a gestire palleggian­do, ma i cambi di De Zerbi e la stanchezza lo spingono sempre più indietro. A rialzarlo riesce quasi solo il quattrocen­tista Theo. Impression­ante quando parte.

Scatta Boga

Ma ora anche il Sassuolo ha un velocista: Boga che apre brecce e raccoglie punizioni. Su una di queste, Berardi fa 2-1 sfruttando un’ingenuità di Hauge in barriera. Troppo tardi per avere paura. Però il Milan perde il miglior incontrist­a, Kessie, squalifica­to, contro la Lazio che vola e riparte come poche. Tonali è in dubbio. Senza Bennacer, non resta che Krunic. Invece di preoccupar­si, Pioli si coccola Leao, gli parla nell’orecchio. Ha rianimato il «ciondolone». Giura che non gli serve mercato. Ma i cannoni di Parma, i gol di Lukaku e il polpaccio di Ibra fanno ripensare ai 12 gol in 13 partite di Balotelli che, arrivato nel gennaio del 2013, spinse il Milan in Champions League.

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Il film
In alto, il gol da record di Rafael Leao, 21 anni, nell’illustrazi­one di Roberto Rinaldi. Sotto, altri 3 momenti del match:
1 Pioli abbraccia il portoghese
2 Il raddoppio di Alexis Saelemaeke­rs
3 La punizione dell’1-2 di Berardi, deviata da Hauge
GETTY/AFP
1 Il film In alto, il gol da record di Rafael Leao, 21 anni, nell’illustrazi­one di Roberto Rinaldi. Sotto, altri 3 momenti del match: 1 Pioli abbraccia il portoghese 2 Il raddoppio di Alexis Saelemaeke­rs 3 La punizione dell’1-2 di Berardi, deviata da Hauge GETTY/AFP
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