La Gazzetta dello Sport

Immobile-Reina gli spacca Napoli E la Lazio risale

- di Bianchi, Cieri, Malfitano

Le prime volte sono sempre entusiasma­nti. Come quella di battere una sua pari grado, fin qui non ci era riuscita. E lo fa dentro le sue mura, dove aveva vinto soltanto una volta con il Bologna. Tante grazie al solito noto e al suo geniale e incostante mago che quando è in vena di trucchi è una gioia per gli occhi. Questo campionato di saliscendi rivede un po’ più su una possibile protagonis­ta e ridimensio­na le ambizioni di un Napoli che forse non è riuscito a sopperire alla mancanza del suo capitano, ma di sicuro non ha avuto la forza e la determinaz­ione di riprendere in mano una partita che le è sfuggita via presto. Prima un fulmineo Immobile l’ha colpito, poi un delizioso Luis Alberto l’ha abbattuto. La banda Inzaghi ha giocato, come spesso le capita, una gara chirurgica, essenziale. Il Napoli ha giocato di più, ma senza la necessaria cattiveria e il ritmo per impensieri­rla davvero. Almeno stavolta, non ci possono esser recriminaz­ioni, soprattutt­o per come ha giocato nel secondo tempo.

Sprint Lazio

Simone Inzaghi non ha recuperato Acerbi, e ha perso pure all’ultimo momento Correa. I due si sono aggiunti alla nutrita lista degli infortunat­i. Rino Gattuso oltre a Insigne è orfano di Mertens, per tacere del desapareci­do Osimhen. E ha scelto di lasciare in panchina Manolas. Un Gattuso in versione insolita che ne è stato accucciato in panchina lasciando il vice Riccio a muoversi per l’area piccola, causa l’acutizzars­i del problema all’occhio. Il suo Napoli l’ha imitato per una decina di minuti, stando un po’ dormiente e ha subito la partenza sprint della Lazio. Che nel giro di dieci minuti ha confeziona­to tre occasioni da gol e con una è andato in buca. Cross di Marusic, adattato a sinistra, che ha dipinto sulla testa di Immobile un prese ciso cross col piede che di solito usa solo per correre: palla nell’angolino alto. Qui il Napoli si è destato dal suo torpore, ha cominciato a macinare gioco. La partita, seppur con parecchi errori nei passaggi, era gradevole

anche perché la pressione era minima e le squadre abbastanza lunghe. E verso la metà del primo round il Napoli ha avuto due chance acciuffare i rivali ma Reina è stato bravo a respingerl­e, soprattutt­o quella sul tiro a giro di Zielinski. C’era lo spazio per vedere altri gol, anche per le difese in difficoltà per la velocità di Immobile da una parte e Lozano dall’altra. Ma intanto la Lazio stava portando la partita nel suo campo preferito: controllo e ripartenze e il Napoli aveva già consumato il suo momento migliore. C’era soltanto un modo per raddrizzar­e la sfida: alzare i ritmi, pressare più convinti, giocare con più precisione. Invece il Napoli è stato abbastanza prevedibil­e, non ha avuto la forza per schiacciar­e la Lazio, ha sbagliato troppo in manovra. E per uno di questi errori ha subito il raddoppio: intercetto e passaggio di prima di Escalante per Immobile che ha servito Luis Alberto: magia a giro nell’angolo e amen. Era soltanto l’11’, Gattuso ha cambiato 5 uomini, tra cui Koulibaly apparso in netta difficoltà e un Politano molto fumoso. E poi ha perso anche Lozano, l’unico che sembrava in grado di creare qualche brivido. Ma i sostituti non hanno fatto meglio. La Lazio è stata in controllo, molto più che nel primo round, ha giocato di rimessa senza sbattersi troppo, attenta a non sbilanciar­si. E a un Napoli poco convinto e pasticcion­e, ha concesso appena una serie di corner ma nessuna occasione. Per dire, un Petagna generoso ma imbrigliat­o, ha trovato la spazio per un unico tiro, finito docilmente tra le braccione di Reina. A questo si può aggiungere una zuccata alta di Manolas. Stop.

Osimhen, dove sei

Rispetto alla sfida con l’Inter, un netto passo indietro. Ma l’ultimo Napoli ci ha abituato ad alti e bassi, non è più la bella creatura degli inizi. L’assenza di Insigne ha pesato, ma quando le cose girano poco è la mancanza di un uomo come Osimhen, che dà la possibilit­à di verticaliz­zare di più. La Lazio invece sta riuscendo a sopperire alle assenze, perché i soliti noti ci mettono sempre la firma. Ma soprattutt­o perché una cosa la squadra mette sempre: la determinaz­ione.

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 ?? GETTY IMAGES ?? Salto in alto Ciro Immobile, 30 anni, sovrasta Maksimovic su cross di Marusic, colpisce di testa e infila il primo gol della Lazio
GETTY IMAGES Salto in alto Ciro Immobile, 30 anni, sovrasta Maksimovic su cross di Marusic, colpisce di testa e infila il primo gol della Lazio

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