La Gazzetta dello Sport

Una Luna piena «Coppa America? Sì, è possibile»

«CON VENTO LEGGERO CI SIAMO: LA COPPA AMERICA È POSSIBILE»

- di Pasini

Bruni, uno dei timonieri della barca italiana, analizza le prestazion­i dopo le World Series a Auckland

La prima volta che aveva provato non era ancora trentenne, fra la campagna olimpica di Sydney e quella di Atene. Lo aveva chiamato Francesco De Angelis mentre Checco stava guidando l’auto e la prima cosa che aveva pensato era che fosse uno scherzo. Oggi, invece, una ventina di anni più tardi, è tutto vero: Francesco Bruni, figlio e fratello d’arte (Gabriele Bruni è un allenatore federale), è uno dei timonieri di Luna Rossa che si appresta a lanciare la quinta sfida (targata Prada) alla Coppa America. Le regate che serviranno a stabilire il migliore degli sfidanti iniziano il 15 gennaio, ma con le World Series, una sorta di prova generale della Coppa, appena concluse hanno mostrato al mondo che cosa sono queste nuove barche volanti (nome in codice Ac75) che sfrecciano sopra e non dentro all’acqua. Vi eravate avviliti, dica la verità, dopo la prima giornata? «Un po’ sì dopo la pesante sconfitta contro i padroni di casa neozelande­si (con oltre 3 minuti di distacco, ndr) delle World Series»

Poi invece?

«Poi abbiamo capito che le cose non stavano esattament­e così. Anzi». Ci spieghi meglio? «Con gli altri due sfidanti, in tutte le condizioni di vento, la nostra è una barca competitiv­a. Ce la possiamo giocare».

In Coppa America però ci sono i neozelande­si. E’ questa la squadra da battere.

«Con loro in condizioni di vento medio-leggero (quello che potrebbe esserci nel periodo previsto per la Coppa, ndr), la nostra barca è di certo performant­e. E siamo competitiv­i».

Poi che cosa avete capito?

«Abbiamo compreso meglio quali sono i nostri punti deboli e anche quali sono i nostri punti di forza. Dove dobbiamo migliorare nelle prossime settimane, prima della Prada Cup».

Appunto la Prada Cup, le se

Adesso abbiamo qualche giorno per lavorare sui nostri punti deboli

Timoniere Francesco “Checco” Bruni, 47 anni, da Palermo

lezioni per gli sfidanti, incomincia­no il 15 gennaio: che cosa succederà da qui ad allora?

«Credo che tutti e quattro i team inizierann­o una serie di modifiche per migliorare le barche. Noi, i neozelande­si e anche American Magic, ad esempio, abbiamo da giocarci ancora una coppia di foil (vale a dire le appendici che permettono di fare sollevare la barca in volo, alcuni ce l’hanno a T rovesciata, altri a forma di Y rovesciata, ogni squadra ne può utilizzare tre in tutta la campagna, ndr). Insomma ognuno ha ancora qualche carta da giocarsi. Vediamo cosa diventati dopo anche queste modifiche quando saremo ritornati in acqua. Si può crescere fino alla Coppa».

Queste barche sono diventate volanti, ma alla fine comanda sempre il vento. Ieri causa bonaccia è stata annullata la Christmas Race, ultimo test prima della Prada Cup?

«Siamo tornati indietro di 20 anni, quando c’erano le vecchie barche: si stava fuori per ore e c’erano anche 3-4 giorni senza regate».

Nei mesi scorsi c’è stata battaglia per alzare il limite del vento... Luna Rossa non ha mollato.

«Noi ce lo teniamo così - sorride -, ovviamente. Ma se si alzasse il limite vorrebbe solo dire che ci sarebbero più rinvii possibili. La verità è che questa nuova barca con poco vento come domenica non è spettacola­re per nulla».

Abbiamo visto anche altre sbavature. Voi in un paio di occasioni siete entrati nel campo di regata in anticipo e una volta siete usciti dallo stesso (errori che equivalgon­o a una penalità).

«I “confini” del campo di regata sono ovviamente virtuali. Ci vengono segnalati dall’esterno non è lo stesso che vedete voi in tv da casa. Queste “comunicazi­oni” non sono state provate mai, se non in questi 3-4 giorsaremo ni. Ovviamente ci sono cose da sistemare e migliorare. In qualche momento ci siamo anche parecchio innervosit­i».

Eufemismo... Passiamo ad altro come si trova a timonare in “coppia” con Spithill?

«Bene. Molto a mio agio».

Quando non timona che fa?

«Controllo l’altezza del volo della barca».

Entrambi siete piuttosto aggressivi in partenza.

«Almeno ci proviamo. Veniamo tutti e due dal match race. Anche questo fa parte del gioco della Coppa».

I neozelande­si sono apparsi in difficoltà se messi sotto pressione.

«Anche noi abbiamo avuto questa impression­e. Loro sono molto bravi a manovrare, ma hanno foil più piccoli, con i quali non è facile controllar­e la barca...».

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Luna Rossa e, a destra, Emirates Team New Zealand
BORLENGHI Prove di Coppa Luna Rossa e, a destra, Emirates Team New Zealand
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TEMPO DI LETTURA 2’45”

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