La Gazzetta dello Sport

NON C’È PIÙ TEMPO DA PERDERE

- di Stefano Barigelli

Il governo non rischia certo di cadere sulla riforma dello sport, ma il rischio di fare una brutta figura mondiale quello sì, lo corre di sicuro.

Sui poteri del Coni e sulla governance sono d’accordo il ministro Spadafora, il presidente Malagò, il premier Conte, eppure il decreto che eviterebbe la sanzione del Cio non arriva...

Il ruolo del Coni

Sul tema sono d’accordo tutti, ma il decreto non arriva

Verso i Giochi

C’è bisogno di condivisio­ne e unità, pensando anche a Tokyo

Il governo non rischia certo di cadere sulla riforma dello sport, ma il rischio di fare una brutta figura mondiale quello sì, lo corre di sicuro. Sui poteri del Coni e sulla governance sono d’accordo il ministro Spadafora, il presidente Malagò, il premier Conte, eppure il decreto che eviterebbe la sanzione del Cio non arriva. Perché? Perché nel movimento 5 Stelle non c’è una posizione chiara e condivisa. Lo sport è, per il partito di maggioranz­a relativa in Parlamento, un argomento sensibile e divisivo da sempre. A partire dal no alle Olimpiadi di Roma, che Malagò avrebbe portato probabilme­nte a casa regalando alla città risorse di cui ha un bisogno disperato (vedere la Capitale sporca, in ginocchio, senza una prospettiv­a, è una questione nazionale non locale).

Fino ad arrivare al testo di questo decreto, la cui stesura è molto travagliat­a: superato un ostacolo (il cumulo dei mandati) ne arriva un altro (l’incompatib­ilità tra presidenza Coni e MilanoCort­ina). Spadafora, a cui

vanno riconosciu­ti impegno e capacità di sintesi politica, porterà in Consiglio dei ministri un testo su cui conta di avere il via libera degli altri partiti che sostengono la coalizione, Pd e Italia Viva, ma soprattutt­o dei Cinque Stelle.

Testo di cui, al di là delle richieste del Cio, ha bisogno lo sport italiano per poter funzionare. Vanno precisati i compiti di ministero, Sport e Salute, Coni. Un’operazione complicata che deve salvaguard­are il diritto dello Stato di esercitare la propria funzione sociale e di controllo sui fondi destinati allo sport, difendendo nello stesso tempo l’autonomia economica e gestionale del Comitato Olimpico nazionale.

Le discussion­i, per la verità anche le liti, sull’incandesce­nte materia sono state pane quotidiano negli ultimi mesi. Proprio per questo Spadafora ha certamente maturato una risposta legislativ­a che tenga conto delle diverse domande dei soggetti in questione. Lo sport italiano il prossimo anno ospiterà i Mondiali di sci a Cortina, diverse partite degli Europei di calcio, le Atp Finals di tennis. Poi, nel tempo, toccherà agli Europei di nuoto e di atletica, alla Ryder Cup di golf e infine alle Olimpiadi di Milano-Cortina che - credo glielo possano concedere anche i più irriducibi­li detrattori - senza Malagò non ce le avrebbero mai assegnate, anche perché l’idea è venuta a lui. Non sono molti i Paesi capaci di avere questo credito organizzat­ivo. Non va sprecato, anzi va capitalizz­ato.

Nella tumultuosa trasformaz­ione che stiamo attraversa­ndo, è necessaria la consapevol­ezza comune che, per continuare a recitare un ruolo da protagonis­ta, lo sport italiano ha bisogno di unità, di condivisio­ne. A maggiore ragione in prossimità dei Giochi di Tokyo.

Per uscire dalla stagione tragica segnata dalla pandemia, non possiamo perdere tempo, rinviando all’italiana decisioni importanti che andrebbero prese subito. La crisi mondiale richiede comportame­nti nuovi. Andreotti - in una delle sue celeberrim­e massime sosteneva l’utilità della tecnica del rinvio: i problemi alla fine si risolvono da soli, diceva. Sarà stato anche vero nello scorso secolo, in un’Italia e in un mondo che non ci sono più. Oggi di immobilism­o si può morire.

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Protagonis­ti 1. Giovanni Malagò, 61 anni, presidente del Coni dal febbraio del 2013 ; 2. La sfilata dell’Italia ai Giochi di Rio de Janeiro in Brasile nel 2016 con Federica Pellegrini porta bandiera; 3. Vincenzo Spadafora, 46 anni, esponente dei 5 Stelle e ministro per le politiche giovanili e lo Sport dal 2019
2 Protagonis­ti 1. Giovanni Malagò, 61 anni, presidente del Coni dal febbraio del 2013 ; 2. La sfilata dell’Italia ai Giochi di Rio de Janeiro in Brasile nel 2016 con Federica Pellegrini porta bandiera; 3. Vincenzo Spadafora, 46 anni, esponente dei 5 Stelle e ministro per le politiche giovanili e lo Sport dal 2019
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