Da Belotti a Bremer-gol gli assi della svolta Toro
Quattro risultati utili e fiducia ritrovata: Giampaolo si è sbloccato. Izzo-Rincon sempre più protagonisti
uesta sterzata del Toro somiglia a certe serate vissute al tavolo del poker dove il giocatore che per ore aveva perso soldi comincia a rifarsi. Grazie alla sua abilità, certo, ma pure agli assi pescati nel mazzo ché nel gioco la fortuna dev’esserti sempre amica. Marco Giampaolo, dopo aver studiato a lungo le carte e il modo di giocare degli avversari, ha avuto mano e intuizioni felici. Nessun bluff, nessun azzardo: non ce n’è stato bisogno per mettere assieme i 6 punti delle ultime 4 giornate che hanno avviato la rimonta granata. Con il Bologna l’ultima rimonta subita in casa, poi però a Napoli e Parma la squadra ha giocato bene, all’altezza o anche meglio degli avversari. Mentre domenica, al cospetto del Verona, il Toro ha saputo rimediare per la prima volta in stagione a una situazione di svantaggio reagendo compatto, determinato, al capolavoro balistico firmato Federico Dimarco che aveva portato avanti gli uomini di Juric.
QLa bella pensata
È stato un match aspro, scorbutico, più fisico che tecnico. Nel quale è venuta meno la costante pericolosità di un Belotti ben marcato ma pure ben tartassato... Il capitano aveva inciso molto a Parma e in precedenza sia col Bologna sia col Napoli. Sta spendendo ogni volta il massimo delle energie ed è semplicemente umano che possa capitargli una partita dove non riesce a fare la differenza. Ma pure nelle giornate grigie (poche) resta un esempio di attaccamento e di agonismo per il gruppo. Quindi la sua presenza tra i 4 assi della svolta non può stupire. La sorpresa piuttosto viene da Gleison Bremer, che si sta rivelando di partita in partita un cardine della formazione. Sono sempre meno le sue distrazioni e sempre di più le sue presenze in situazioni da sbrogliare. Domenica il brasiliano ha fatto in più la decisiva pensata di rimanere nell’area avversaria per tentare quello che poi gli è riuscito: sfruttare un cross.
La rinascita granata
E così Bremer si è aggiunto ad Armando Izzo in questa rinascita granata nella quale i difensori danno una bella spinta andando oltre i loro compiti istituzionali. La ricomparsa del mastino napoletano nell’arena del Toro si deve senz’altro in buona parte alla capacità mostrata da Giampaolo di saper cambiare la sua idea di calcio per adattarla alle caratteristiche degli uomini a disposizione. Il ritorno al 3-5-2, vestito nel quale tanti granata si sentono a loro pieno agio, è stata una scelta intelligente e proficua dell’allenatore. Poi però bisogna riconoscere a Izzo la capacità di cancellare in un istante le amarezze dei mesi vissuti in panchina causa modulo di gioco, per fiondarsi a capo fitto nella battaglia: decisivo il suo gol di Napoli, prezioso il bis di Parma.
Ma soprattutto la sua ferrea applicazione sull’avversario di turno ha contagiato positivamente anche quei difensori, tipo Lyanco, che preferiscono agire più di fioretto che di sciabola. Da qui il miglioramento della tenuta di tutto il reparto. Sia a Napoli che a Parma e poi domenica, Sirigu si è sentito protetto e per superarlo gli avversari hanno dovuto far ricorso ai prodigi: tali sono stati i gol di Insigne e Dimarco. A rendere più stagna la tenuta del Toro ha contribuito pure il rendimento di Tomas Rincon, eccezionale per efficacia e continuità nelle ultime due uscite. Come riesca a tirar fuori tante energie a distanza di tre giorni e con 32 primavere sulle gambe, chissà... Di sicuro, se El General riuscirà a garantire lo stesso rendimento domani a San Siro a casa del Diavolo, le possibilità di far risultato contro la capolista per il Torino aumenteranno in maniera considerevole.
Per la conferma Domani a San Siro con il Milan l’allenatore chiede continuità