TORO BATTUTO E FURIOSO MARESCA CAOS: AL MONITOR CAMBIA DUE VOLTE IDEA IL MILAN VAR
Gol di Leao e rigore dubbio di Kessie assegnato dalla moviola in campo, che poi ne leva uno ai granata.
Nel finale il ritorno di Ibrahimovic
Eil Milan… var. Due moviole a favore – sì al rigore su Diaz, no a quello su Verdi – e un Leao sempre più ronaldiano per rilanciare la corsa interrotta contro la Juve e staccare di nuovo l’Inter. Non è il Milan super di qualche tempo fa, ma non si concedono sette giocatori senza conseguenze. E comunque gli scudetti si vincono così: la reazione post-Chiesa c’è stata e oggi, dopo Roma-Inter, almeno uno dei due inseguitori perderà terreno. Il Toro invece precipita ancora, col rischio di essere agganciato dal Crotone all’ultimo posto, con la paura d’aver perso l’entusiasmo dei quattro risultati utili di fila e tanta rabbia del club per le scelte arbitrali. Quale che sia il giudizio sulla Var e l’indeciso Maresca, che cambia le due decisioni chiave al video, il Milan merita il successo. Un 2-0 firmato dalla coppia di vicegoleador di Ibra: appunto Leao e quel Kessie che dal dischetto è un robot infallibile. Il buon secondo tempo granata non basta per riequilibrare il risultato.
Leao super
Nel sistema Pioli i meccanismi ormai mandati a memoria suppliscono alle assenze dei big comunque ritrovati nel finale: dentro Calha, poi Ibra, i due ci sono, la formazione (quasi) tipo è all’orizzonte. Mancherà Bennacer e non è poco. Nella lista dei recuperati spicca anche Hernandez, irriconoscibile contro la Juve ben oltre la dimensione spettacolare di Chiesa. Il francese domina la fascia e soprattutto ripropone il repertorio migliore in attacco. Proprio dalla sua progressione, con il taglio al centro e l’appoggio di Diaz, arriva al 25’ il vantaggio di Leao che s’infila in area e punta Sirigu senza pietà. Leao ha le stigmate del fenomeno. Quando corre, balla. Sembra perdere l’equilibrio ma resta in piedi. Ha velocità disumana. Movenze brasiliane, precisione al tiro sempre più tedesca. Se troverà continuità sarà tra gli aspiranti alla successione della diarchia Messi-Ronaldo. Per noi, il suo ruolo ideale resta quello di attaccante che almeno parte dalla fascia per entrare prepotente, inarrestabile. Con un 9 vero farebbe sfracelli. Per esigenze tattiche deve giocare da centravanti e lo fa a modo suo, movimentista, più spettacolare quando riesce a dispiegare la sua corsa. Ma in un Milan nel quale i quattro attaccanti incrociano, si allargano e scambiano posizione, non è un problema.
Torino passivo al via
Il Milan chiude di fatto il match una decina di minuti dopo, quando Kessie firma il rigore del 2-0. Decisione sofferta quella di Maresca: dall’intervento di Belotti su Diaz, al dito che indica il dischetto, trascorrono quasi tre minuti nei quali
Maresca prima fa giocare e poi va a rivedere a lungo il video. Il problema è che il Toro, come riconosce lo stesso Giampaolo, ha cominciato davvero male, sconfessando la scelta in teoria coraggiosa del suo tecnico. Giampaolo, infatti, ha modificato il 3-5-2 inserendo Gojak mezzala sinistra e lasciando Lukic a destra: un trequartista in più alle spalle di Verdi e Besu lotti. Niente da fare. Le due mezzali, che dovrebbero dare profondità, fanno le belle statuine e non aiutano la difesa costretta a raccogliersi a cinque e a subire la manovra del Milan. Anche Belotti è stanco e si vede: il contropiede non parte mai, il possesso palla è ingannevole perché è il Milan che lo lascia per poi colpire. E Sirigu salva miracolosamente
Kessie: sarebbe stato 3-0. Del Toro si ricorda solo la bella punizione di Rodriguez sulla traversa.
Meglio a quattro
A questo Toro un po’ paradossale è sempre riuscito di stare in partita contro le grandi, anche perdendo o pareggiando: dall’Atalanta alla Juve, dall’Inter al Napoli. La situazione sembra replicarsi nel secondo tempo quando il Milan allenta un po’ il ritmo e soprattutto il Toro s’aggiusta: prima un mediano più concreto, Linetty, per Gojak, poi la trasformazione tattica con Zaza che s’aggiunge a Belotti in attacco, per un 4-3-1-2 che è il sistema preferito di Giampaolo. Ma prima c’è stato l’altro episodio da rigore, con Maresca che al 5’ fischia per il Toro – Tonali su Verdi – e poi al video ribalta la decisione, dando la punizione al Milan. In pratica è finita qui, col Milan che si permette il rientro di Calhanoglu e poi nel finale quello di Ibra, tanto per mettere minuti, e con il Toro che migliora la manovra e arriva alla conclusione con Segre. Troppo poco però. Giampaolo si sarebbe sognato un ritorno migliore contro la squadra che dopo sette partite l’aveva mandato via. Ma il calendario folle del ‘20-21 offre martedì il replay in Coppa Italia.