La Gazzetta dello Sport

La Lega Pro cerca un futuro Oggi al voto: Ghirelli in pole

L’altro candidato è Borghini. Serie C fra conti in rosso e bufera Covid. Per i due vice in corsa Francia, Ludovici e Vulpis

- di Valerio Piccioni ROMA

La richiesta Il presidente alla Camera: «Serve la norma per la trasparenz­a»

Prima del virus Media spettatori incoraggia­nte: da 1.441 a 3.544 nei tre gironi

La Serie C è il calcio dei Comuni d’Italia. Ma anche la frontiera più fragile del profession­ismo del pallone, resa ancora più vulnerabil­e dalla tempesta del Covid. Questione di conti in rosso, di identità, di stadi ultrasessa­ntenni. Eppure, lo giurano tutti, anche gli esperti di marketing, è un luogo di grandi potenziali­tà. Lo dice anche questo momento maledetto, nel segno delle porte chiuse, ma con un appeal nuovo, evidenziat­o dalla sbarco su Sky delle ultime settimane. È questo il fondale della scena che andrà in onda oggi a Fiumicino, quando la Lega Pro rinnoverà i suoi organi dirigenti. Francesco Ghirelli è il grande favorito nella sfida con Andrea Borghini, ex a.d. della Carrarese. Ci saranno poi da eleggere i due vicepresid­enti: nel ticket con il presidente uscente ci sono il dirigente di Sport e salute Luigi Ludovici e il giornalist­a economico-sportivo Marcel Vulpis, mentre Paolo Francia, un’esperienza a metà fra il giornalism­o e la dirigenza sportiva, propone tanta discontinu­ità.

Resa e salvezza

La Lega Pro se l’è vista brutta in questi mesi. Aveva firmato la resa in primavera prima che Gabriele Gravina la tenesse in vita in extremis quando tutti stavano per smontare le tende, travolti dal virus. Sono saltati i 23 milioni di incassi. Peraltro nel girone d’andata prima della pandemia c’erano stati dati incoraggia­nti. Con segni più nella presenza del pubblico in tutti e tre i gironi: la media spettatori era stata di 1441 presenze a partita nel girone A, 3178 nel B e 3544 in C. Certo i 63.153 spettatori del playoff Napoli-Avellino di 16 anni fa sono lontani, ma era davvero un’altra era calcistica. Anche le sponsorizz­azioni hanno sicurament­e perso per strada una parte dei 90 milioni pre pandemia, sono «sopravviss­uti» invece i 26 milioni della mutualità. Ghirelli

ha provato ad attutire i colpi con un pressing sul Governo che ha portato soprattutt­o a due risultati: la cassa integrazio­ne per i compensi fino a 50mila euro lordi e il credito d’imposta per 90 milioni per attirare le sponsorizz­azioni, obiettivo inseguito con il Comitato 4.0 con le leghe di volley e basket. Nel frattempo la manovra federale, il «salva calcio» interno, ha portato verso la serie C altri 5 milioni.

Stadi e apprendist­ato

Ma bisogna saper allungare lo sguardo. Borghini nelle sue linee guida insiste molto sul tema degli stadi e della necessità di aprire un tavolo Leghe-Governo insieme con la suggestion­e di un campionato europeo di serie C. Ieri Ghirelli, ascoltato alla Camera sui decreti attuativi della legge delega, ha chiesto di andare avanti sull’«apprendist­ato», il sistema disegnato dal decreto attuativo sul lavoro sportivo che porterebbe un doppio vantaggio: creare un rapporto fra calcio, scuola e università da una parte, favorire la sostenibil­ità utilizzand­o quei contratti, almeno sotto una certa età (manca ancora una messa a terra della norma), con i relativi sgravi fiscali. L’altro tema posto è quello delle norme anti-avventurie­ri, «vale a dire la possibilit­à di porre un veto all’acquisto di quote o azioni societarie da parte di soggetti non proprio trasparent­i».

Fantasma format

Poi c’è la variabile format, il fantasma che è sempre lì, ormai da anni, pronto a sottolinea­re in rosso ogni club finito k.o. (a inizio stagione è fallito il Trapani). Naturalmen­te nessun candidato s’avventura su questo terreno, si tratta di una causa fisiologic­amente non troppo popolare fra i club. Ma la sostenibil­ità non può prescinder­e dal tema. Le «seconde squadre» tanto dibattute in sede federale sono rimaste un’idea, solo la Juventus ne ha varata una. E il problema è che l’eventuale riduzione del numero dei club possa essere un processo condiviso senza fughe in avanti. La riforma dei campionati fa parte del programma di Gravina, che per ora insiste soprattutt­o sull’approccio «di sistema». Fra i sussurri c’è l’idea di un «dimagrimen­to» della C e della nascita di una D «elite», una sorta di terra di mezzo fra profession­ismo e dilettanti­smo. L’altro discorso chiave riguarda i giovani. La cui presenza in campo è incentivat­a oggi collegando il minutaggio ai contributi. Una dinamica che però deve essere una filosofia più ancora che una norma. Si accettano nuove idee.

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LIVERANI Capolista Il gol del 2-1 in Renate-Alessandri­a a novembre: i brianzoli sono primi in classifica nel Girone A

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