Datome è immarcabile, Milano sorride
Gigi eguaglia il suo record in coppa (27 punti), Valencia ko. Messina: «Eccezionale»
La soddisfazione Il tecnico: «Bravi i ragazzi, attenti dopo 5 giorni di trasferta»
Accolta alla Fonteta, la casa del Valencia, solo 48 ore prima per un allenamento di fortuna, Milano non si dimostra altrettanto ospitale al Forum. I valenciani vengono masticati come una succulenta paella e così il doppio incrocio spagnolo si conclude con un trionfo, in coda a una settimana di passione, tra bufere di neve, viaggi notturni in treno e poco lavoro sulle gambe.
Super Gigi
Brilla, su tutti, la stella di Datome, alla miglior partita in maglia Olimpia. Sovrasta, sia da ala piccola sia da secondo lungo, tutte le situazioni tattiche in cui è chiamato in causa, mosso peraltro da una mano torrida: 6/8 da tre, compresi i canestri del riarmo quando gli spagnoli risalgono fino a -7. Alla fine sono 27 punti, high personale eguagliato: ne mise altrettanti in un Fenerbahce-Stella Rossa del 2016. Alla festa delle triple, 16 in tutto, ci mette del suo pure l’ottimo Delaney (4/6), così anche la differenza canestri è ribaltata e per Milano si mette bene. Il 2-0 col Real, il vantaggio col Valencia e le vittorie su Zalgiris e Bayern finora, schiudono all’Olimpia orizzonti stuzzicanti. «Sono tutti dettagli importanti - riflette Messina -: gli scontri diretti, come le differenze canestri. Ci aspettano quindi 2-3 settimane fondamentali, forse decisive. Intanto ringrazio Valencia per l’ospitalità che ci ha dato e faccio i complimenti ai miei giocatori per l’attenzione con cui sono andati in campo dopo una trasferta lunga 5 giorni. Abbiamo
mosso la palla in attacco ed anche la difesa ha tenuto, limitando Kalinic. Datome poi è stato eccezionale». All’appello mancano ancora Micov e Shields. Il primo però sosta in borghese a bordo campo e quindi il Covid è ormai alle spalle. Il ritorno pare imminente. Shavon si vedrà, probabilmente, contro il Bayern la prossima settimana. Niente paura, nel frattempo c’è Datome. È il capitano della Nazionale a pompare lo strappo che mette il match in mani milanesi. Dodici punti con cinque tiri: tre triple e canestro più fallo. L’amico Kalinic lo vede col binocolo e così Gigione mette in ritmo un attacco che impiega un po’ di tempo a trovare i colpi giusti. Un paradosso se si considera il 9/11 dall’arco in poco più di 15 minuti, ma è così.
L’onda
Le tossine della settimana errabonda offuscano la mente soprattutto quando bisogna offendere, perché dietro Milano è sul pezzo sin dall’inizio. Poco e nulla concede: a Williams, su cui Brooks fatica più di LeDay. Qualcosa pure all’impatto di Babeyrie, ma il Valencia arriva all’intervallo con 11 palle perse e solo 35 punti. Milano invece è avanti di 18, con tre uomini già in doppia cifra, Datome, Delaney e LeDay, chiudendo la seconda sirena con un perentorio 33-16. Gigi, come detto, libera definitivamente le briglie a una
Milano che, quando può correre in transizione e riesce a far girare la palla, diventa un’onda travolgente. Così il vascello spagnolo fa acqua da tutte le parti, trafitto da quel 10/13 nelle triple a cui un po’ tutti partecipano. Il colpo di gas parte dal quintetto con Rodriguez e Hines, ma anche quello con Delaney e Tarczewski regge alla grande. Punter si esalta in contropiede, LeDay risponde a Williams colpo su colpo, Roll è di solita, schematica utilità. Si toccano pure vette ragguardevoli (+24), prima che Kalinic e Williams guidino il Valencia, privo di Dubljevic, alla fatua rimonta. Ancora Gigi da tre nel finale. Poi Punter e Delaney. Valencia molla. Milano ha un altro passo.