AMAZON DOPO LA CHAMPIONS VUOLE I DIRITTI TV DELLA A
All’asta del 26 gennaio per i diritti televisivi del torneo ci sarà il colosso dell’e-commerce
C’è anche Amazon nella corsa ai diritti tv «italiani» della Serie A. La notizia l’ha lanciata ieri pomeriggio Bloomberg facendo riferimento ad alcune fonti ed è stata accolta con fisiologico riserbo dalla Lega. L’interesse del gruppo di Jeff Bezos non può essere considerato una vera e propria sorpresa, più che altro la conferma di un interesse strategico per il prodotto calcio. E poi ci sono quelle righe ufficiali, diffuse quando Amazon si aggiudicò un pezzo della torta Champions, le 16 migliori partite del mercoledì della stagione (fino alle semifinali): «I tifosi italiani sono tra i più passionali d’Europa - diceva un comunicato - e daremo il massimo per offrire una fantastica esperienza calcistica cala pace di portarli ancora più vicino all’azione». Un’operazione potrebbe dunque tirare l’altra. Di certo c’è che l’azienda di Seattle si sta attrezzando per la centralizzazione e la distribuzione del segnale in Italia.
Premier apripista
La scadenza per il bando è prevista per il 26 gennaio. E l’indiscrezione di Bloomberg non arriva al punto di specificare per quale pacchetto si è manifestato l’interesse. Il modello di riferimento è quello di un interesse «chirurgico», relativo all’acquisto di alcune partite per la trasmissione in streaming. Il tentativo quindi sarebbe quello di arricchire i contenuti della piattaforma Prime Video. Almeno così sta andando in Inghilterra, dove Amazon si è presa per il 2019-2022 soltanto 20 partite a stagione, peraltro reclutando anche dei telecronisti della Bbc. L’operazione debuttò per il boxing day 2019 prima dell’uragano pandemia quando vennero trasmesse 10 partite di Santo Stefano. Peraltro, proprio nell’epoca del coronavirus, si è raggiunto un accordo per allargare l’offerta, che proporrà per la stagione in corso 23 partite di premier.
Minimo 114 gare
Il bando pubblicato dalla Lega prevede un acquisto minimo di 114 gare (per satellite, digitale e internet l’offerta minima è di 250 milioni, soltanto per internet siamo invece a 150 milioni). La prospettiva sarebbe quindi quella di una diversificazione dei broadcaster (oltre a Sky e Dazn si sono fatti anche i nomi di altri possibili interlocutori: Netflix, Tim, Eurosport e Disney Channel). Un’asta ricca di partecipanti sarebbe un segnale di vitalità per la Serie A, nella stagione della condanna alle porte chiuse.
I diritti esteri
E già perché questi sono giorni incredibilmente movimentati. Oggi nell’assemblea di club si affronterà l’altra partita, quella che riguarda i diritti «esteri», la voce dove il calcio italiano è costretto a rincorrere le super entrate della Premier. Le buste sono state aperte e immediatamente secretate. Oggi si richiederà all’assemblea l’autorizzazione formale alla trattativa privata. Ma è chiaro che siamo di fronte a giorni delicatissimi. Il 25 gennaio sarà il giorno più lungo per la trattativa con i fondi con la cessione del 10 per cento della serie A, valutato un miliardo e 700 milioni, e l’inizio di una nuova era del calcio italiano.
Fondi in dirittura
Le vicende sono solo dal punto di vista formale distanti, da una parte l’asta per i diritti tv dall’altra il nero su bianco con i fondi private equity. La sostanza, però, è fatta anche della possibilità di una co-esclusiva con il canale della Lega, la nuova frontiera su cui i club pensano di poter accendere un percorso virtuoso e di confezionare altri prodotti sulle diverse piattaforme. Senza contare che il valore aggiunto dell’accordo con i fondi è rappresentato, oltre all’arrivo di risorse fresche in un momento drammatico per i club, sta proprio nella capacità di «internazionalizzare» il più possibile il prodotto calcio in giro per il mondo.