«Cara Italia, mi manchi Zlatan è un esempio E impazzisco per Theo»
«Se Pioli mi chiamasse, io e Ibra formeremmo una gran coppia. Cerco un progetto, non i soldi»
l fenomeno è curioso in quanto atipico. Potremmo definirlo saudade inversa. E cioè, nel caso di Alexandre Pato avviene esattamente il contrario: lui dal Brasile vorrebbe tornare dalle nostre parti perché «conosco il calcio italiano, parlo l’italiano, per me sarebbe un trasferimento facile sotto l’aspetto ambientale». Manca dall’Italia da sette anni e mezzo. Dopo di allora c’è stato di nuovo Brasile – Corinthians, San Paolo –, il ritorno in Europa – Chelsea, Villarreal –, l’avventura “esotica” – Tianjin, in Cina – e ancora San Paolo, da cui ha scelto di svincolarsi ad agosto. Ora è un giocatore libero e con le opportunità di gennaio Pato prova nuovamente a rivolgere lo sguardo verso i nostri confini.
I3Quante
possibilità ci sono di rivederla dalle nostre parti? «Sento dire che in Italia potrebbero esserci club interessati a me. Ma vorrei mettere ben in chiaro che a 31 anni non cerco un contratto per il conto in banca, bensì un progetto che mi piaccia. Fosse stato per i soldi, sarei rimasto in Cina».
3Ci
spieghi perché potrebbe servire a un club italiano.
«Il mio fisico è a posto, sto bene, e la mia testa è diversa rispetto a quando mi avevate conosciuto. So quello che posso dare e cosa devo fare: la volontà è tutto e io ce l’ho. Vedo l’Europa nel mio futuro, in particolare l’Italia. In Serie A penso di poterci ancora stare e fare molto bene, compatibilmente col fatto che ho passaporto extracomunitario».
3Ma
perché al San Paolo non ha funzionato?
«Quando abbiamo ripreso dopo lo stop per il Covid mi sono trovato in mezzo a liti fra alcuni giocatori e il club, e ho deciso di chiudere il rapporto. E’ stata una decisione mia, ero tornato in Brasile per divertirmi e questo non succedeva più».
3Quando
parla, si sente sempre la nostalgia dei tempi rossoneri.
«Certo, come potrei non averla. Stiamo parlando di 150 partite, 63 gol, uno scudetto e una Supercoppa di Lega. Sarebbe un sogno poter tornare al Milan, che è nel mio cuore».
3In
molti pensano che occorrerebbe un vice Ibra: è un ruolo che accetterebbe?
«Direi di sì, che problema c’è? Ma semplicemente perché io non arriverei per fare il vice: giocherei, mi basterebbero un paio di partite per convincere il mister (risata, ndr). No dai, diciamo che magari con Ibra potremmo giocare insieme... (altra risata, ndr) Saremmo una gran coppia».
3Così
suona meglio. Peraltro lo avete già fatto, e lei era uno di quelli che Zlatan trattava con maggior... vigore.
«Mi ispiro a lui innanzitutto perché se Ibra può fare quel che fa a 39 anni, posso riuscirci anch’io a 31. Basta solo la volontà, che lui ha dentro e fuori dal campo. Per me è uno stimolo osservarlo. Più si invecchia e più si deve lavorare. Lui e il Milan si stanno dando tutto vicendevolmente e Ibra è fondamentale per la crescita del club. Può fare ancora un’altra stagione alla grande. E’ un bravo ragazzo, magari a volte un po’ strano ma molto buono. Impazzisco anche per Hernandez, una via di mezzo tra Cafu e Serginho».
3Al
Milan lei giocava con Maldini e Bonera, che adesso fanno tutt’altro.
«L’altro giorno per ridere ho mandato a Paolo una sua foto presa dalla tv. E’ un rapporto che abbiamo mantenuto e mi fa piacere. Daniele sa lavorare sulla testa e sul cuore e quindi so che sa gestire i giocatori. Lo vedo molto bene da allenatore».
Ibra? Per me è uno stimolo. È un bravo ragazzo, a volte un po’ strano, ma molto buono
3Altri
contatti con la galassia rossonera? Magari la chiama Galliani al Monza.
«L’ho sentito un paio di volte recentemente, il problema è quello del passaporto (nuova risata, ndr)».
3La
chiamata più bella sarebbe quella di Pioli, no?
«Per fortuna gli hanno dato fiducia. Sa gestire Ibra, tutto il gruppo, i rapporti col club. Sognare lo scudetto è lecito. Pioli è il tecnico giusto per un Milan che farà una strada lunga. Se vuole, mi può chiamare...».
Hernandez mi piace tantissimo, trovo che sia una via di mezzo tra Cafu e Serginho
3Magari
la chiamata arriva da altre coordinate. Si dice che la Fiorentina potrebbe aver bisogno di un attaccante. «Valuterò quello che davvero sarà fattibile. La Fiorentina è un’ottima società, con tanti campioni e una squadra buona. E poi è una città bellissima».
Sarebbe un sogno poter tornare. La Fiorentina? Club ottimo, città super