Chievo, la verità in 17 giorni Aglietti cambia per lo scatto
Cinque partite da domani al 31 L’allenatore passerà al 4-2-3-1 con Giaccherini trequartista E Vaisanen torna a disposizione
Gennaio di fuoco. E di opportunità. Cinque partite in 17 giorni, compresi i recuperi con Vicenza e Cittadella. Pronto allo scatto il Chievo, due gare in meno della concorrenza e la voglia di recuperare in fretta il terreno perduto. A cominciare dal primo atto, domani con la rinata Entella, passando per l’Ascoli e il Pescara. Cammino scomodo, ma anche assist troppo ghiotti per non provare a coglierli. Sta bene il Chievo, forte di una strada alternativa al gol che non arriva con la necessaria regolarità. Media di 1,27 nel 2020, troppo poco per ambire ad un posto stabile nella zona alta. Con attaccanti spesso bloccati. Poi però ci ha pensato Aglietti.
Fasci di luce
L’illuminazione a Cremona, con una versione piena di fantasia già immaginata quest’estate con l’arrivo di Ciciretti e attuabile ora che nelle rotazioni è entrato pure Giaccherini, a lungo fermo per l’infortunio di metà luglio. Aria più fresca, tanti corridoi in cui incunearsi, imprevedibilità al potere, piedi buoni ovunque. Con Garritano e Ciciretti a partire dai lati e poi entrare di prepotenza nel campo, con D’Amico a far da preziosa addizione in una batteria fornitissima a cui s’aggiungerà presto Canotto sulla via del recupero dopo il problema muscolare che l’ha bloccato con la Spal. E Palmiero a dirigere il traffico, con l’Entella squalificato ma finora padrone di una manovra che ha il solo difetto di fermarsi sul più bello. Alla chiusura del cerchio, al momento della finalizzazione. Per aggirare l’ostacolo il Chievo ha preso un’altra direzione, parecchio suggestiva in cui ha miscelato i dribbling di Ciciretti, la concretezza di Garritano e il genio di Giaccherini. Un cocktail a cui aggiungerà presto gli scatti di Canotto, oltre alla frenesia sempre utilissima di Fabbro. In attesa di Djordjevic, quello vero.
Cambio di marcia
Vuole correre il Chievo, con una verifica dietro l’altra ma anche una rosa profonda a cui s’è aggiunto Vaisanen, ormai allineato nel lavoro quotidiano dopo l’infortunio al piede destro con tanto di ricaduta e successivo intervento chirurgico. L’ultima volta in campo col Pordenone alla fine di febbraio di un anno fa, in tempo per guadagnarsi un posto agli Europei con la Finlandia. Ulteriore iniezione ad una difesa già bella solida. Guarda avanti Aglietti, in mediana col miglior Obi degli ultimi tempi. Spalla perfetta per Palmiero, soprattutto con quella continuità mai avuta finora fra un infortunio e l’altro. Un’orchestra il Chievo, senza tenori veri. Tutti al servizio del collettivo, della ricerca del dominio, del possesso palla a varie velocità. Perché, come ha sempre predicato Aglietti, «c’è un momento per accelerare e uno per rallentare». Un tuffo nel passato per lui l’Entella, una lunga storia in due atti, 79 panchine con la parentesi di Ascoli in mezzo. Prima di spingere il Verona in A in un mese irripetibile, prima di prendersi il Chievo. Con idee chiare e personalià. Ha seminato tanto Aglietti, adesso è arrivata l’ora della raccolta.