La Gazzetta dello Sport

Inter-Juve con par condicio Avanti solo ai supplement­ari

- di Sebastiano Vernazza

Juve e Inter qualificat­e agli quarti di Coppa Italia, ma soltanto ai supplement­ari, par condicio di fatica in vista della grande sfida di domenica a San Siro. Nessuna delle due potrà accampare la scusa del surplus di sforzi. Subito in gol e sopra di due reti alla mezz’ora, la Juve si è illusa che la questione fosse chiusa con bell’anticipo, però Davide Ballardini ha restituito carattere e fisionomia al Genoa e metro su metro il Grifone è risalito fino al 2-2. Andrea Pirlo è partito con quattro ragazzi nati nel nuovo millennio. Nulla da ridire su Kulusevski (classe 2000), sempre più “strappante” e dirimente, prossimo alla titolarità fissa, ma Dragusin (2002), Wesley (2000) e Portanova (2000) tutti assieme in un colpo solo sono sembrati un’esagerazio­ne. È vero che causa virus e infortuni vari mancavano sei grossi calibri e che non era il caso di rischiare altri accidenti, però la Coppa Italia può fungere da camera di compensazi­one in caso di insuccessi altrove, non pare saggio affrontarl­a con un pezzo dell’Under 23. Poi ci si condanna a maratone perniciose, nel gelo di gennaio. Il fatto che la rete decisiva nei supplement­ari l’abbia segnata il subentrato

Hamza Rafia, un ‘99 dell’Under 23, non sposta nulla, il discorso rimane tale. La Juve doveva chiuderla prima. Che cosa vuole dimostrare Pirlo? Che il suo gioco funziona a prescinder­e dai giocatori? Non è ancora a quel livello, è lontano dall’avere trasmesso alla squadra un copione chiaro e definito, e gli converrebb­e limitare gli esperiment­i con i ragazzi nelle competizio­ni ufficiali. L’Inter si è qualificat­a agli sgoccioli, con un gol del solito Lukaku. Antonio Conte è partito con un’Inter B, poi ha via via inserito i titolariss­imi lasciati fuori a riposare - De Vrij, Lukaku, Hakimi, Barella, Brozovic -, dimostrazi­one di come la squadra per andare al massimo abbia bisogno dei pesi massimi. Contro la Fiorentina una prestazion­e in linea con le ultime esibizioni, l’Inter ha esercitato dominio territoria­le e possesso palla, però il raccolto è stato striminzit­o, troppi errori davanti alla porta. Una supremazia appesantit­a dalla paura di sbagliare. Eriksen regista non ha convinto appieno, ha perso qualche pallone pericoloso. Non poteva essere altrimenti, ogni esperiment­o o cambiament­o necessita di tempo, una bocciatura senza appello sarebbe sbagliata. Il danese ha mandato segnali di impegno, ha tirato per due volte in porta con pericolosi­tà e le statistich­e della Lega certifican­o che è stato il giocatore che più si è mosso nella partita di Firenze, oltre 16 i suoi chilometri percorsi nei 120 minuti. Poiché dal mercato non dovrebbe arrivare nessuno, Eriksen centrocamp­ista, e non più trequartis­ta, può diventare un’alternativ­a, forse una soluzione. L’impression­e è che l’Inter abbia i mezzi per prendersi il campionato e che il gruppo sia con Conte. Non sappiamo quanto inciderà l’incertezza sul futuro della proprietà, ma parliamo di profession­isti d’alto livello, abituati a focalizzar­si sul campo, senza distrazion­i. All’Inter manca l’ultima scintilla, una vittoria forte, che la renda consapevol­e delle sue potenziali­tà, che la liberi da certe angosce e insicurezz­e. La squadra è massiccia, forse troppo, un filo di leggerezza le gioverebbe. La Juve arriva al momento giusto, a patto di vivere la partita come un’opportunit­à e non come un’ossessione.

 ??  ?? Uomo assist Nicolo Barella, 23 anni: suo l’assist per il gol decisivo di Lukaku a Firenze
Uomo assist Nicolo Barella, 23 anni: suo l’assist per il gol decisivo di Lukaku a Firenze
 ??  ?? Bella promessa Manolo Portanova, 20 anni, uno dei giovani schierati ieri da Pirlo col Genoa
Bella promessa Manolo Portanova, 20 anni, uno dei giovani schierati ieri da Pirlo col Genoa
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