Hines, una festa da mvp E l’Olimpia vede le grandi
Berlino k.o., Armani al terzo successo di fila: è quarta Il pivot, 300 presenze nella competizione, incanta
La gara numero 300 in Eurolega di Kyle Hines è la summa delle infinite qualità di un giocatore straordinario. Qualcosa che va oltre le capacità tecniche. La sua sola presenza dispensa ordine, trasmette certezze e consapevolezza ai compagni. Il potere, quasi paranormale, della sua leadership silenziosa spinge Milano al terzo successo di fila, con una prova di innegabile maturità. Non è facile, ancora senza Micov e Shields, tenere alto il target fisico e mentale in una di quelle gare che solitamente Milano soffre. Stavolta no, va diversamente. L’Alba deve inchinarsi davanti alla qualità e alla costanza di un’Olimpia che pare proprio aver cambiato passo. Dietro al lavoro di Mister Europa, l’uomo delle 4 Euroleghe, uno dei sette a raggiungere il tetto delle 300 gare nella classe regina, si sviluppa l’ennesima eccellente prova di un gruppo che continua a succhiare tutto il meglio di Datome, della staffetta Rodriguez-Delaney, e del duo Punter-LeDay, ormai certezze consolidate. Resta negli occhi però, su tutti, l’incedere di Hines. Il suo ingresso in campo gira un match di cui diventa il padrone: 6/9 al tiro, 5 rimbalzi e 5 assist, indizi di una prestazione tridimensionale a cui pochi possono ambire.
Trojka e triple
Da -9 a +9. A cavallo dei primi due quarti Milano mette le mani sul match. La metamorfosi si materializza sul potente impatto della triade Hines-Rodriguez-Datome. Il Chacho ridisegna i confini di un avvio confuso, fatto di troppe e inusuali palle perse (5), il pivot bonsai, come detto, riscrive il copione a 360 gradi, mentre Gigione cementa il suo feeling con le triple: 3/4 dall’arco, apriscatole della buona difesa altrui, almeno in avvio. Il parziale di 25-7 è pure corroborato dalla preziosa abnegazione di Roll e Brooks, in attesa che anche lo starting-five batta un colpo. LeDay e Punter ci riescono a tratti, entrambi alla prese con una situazione falli da monitorare. Ad incollare nel verso giusto le performance individuali arriva poi una difesa più che decente dopo le ballate iniziali. Tolte le estemporanee folate di Siva e Granger, è la mano educata del lungagnone Lammers a trasmettere pruriti sparsi che non minano però il senso di un match, addomesticato dall’Olimpia grazie ai suoi veterani di Eurolega. Aiutano infine, pure le 7 triple sganciate all’intervallo: saranno 15 alla fine, tanto per ribadire una delle specialità della casa, servita sul piatto quasi sempre da un’efficace circolazione di palla. Certe statistiche (Milano è seconda nel torneo col 42% dall’arco) non nascono sugli alberi, ma richiedono un lavoro che non può esaurirsi nell’istinto individuale. Così quando Berlino, che pure possiede vocazioni offensive non banali, la mette a che ne fa di più, Milano va a nozze. Ci va soprattutto Kevin Punter, squadernando tutto il suo repertorio: 8 punti per tenere i tedeschi a distanza. La scazzotta a colpi di triple non porta dividendi sostanziali all’Alba, sempre costretta ad inseguire anche alla terza sirena. Decollano intanto pure Delaney e LeDay sotto l’occhio attento di mastro Hines. I 28 assist prodotti e i 10 rimbalzi in più fotografano inoltre una superiorità che si fa, col passare dei minuti, sempre più netta.
L’mvp
«Gioco per questo - dice Hines -: coinvolgere i compagni, muovere il pallone e giocare di squadra. È quello che ci chiede Messina dall’inizio dell’anno, il nostro obiettivo. È un momento della stagione in cui qualche squadra si separa dalle altre, quello in cui bisogna fare la differenza. Bisogna farsi trovare pronti se si vuole lottare per arrivare in fondo». Tanto più vero, alla vigilia di uno dei passaggi chiave del viaggio europeo, la sfida al Bayern di Monaco di giovedì prossimo al Forum.