Orsolini tira su il Bologna Il Verona paga le assenze LA CLASSIFICA
Un rigore dell’ala decide una gara in cui i rossoblù mostrano più grinta dell’Hellas. Kalinic, che errore
BOLOGNA (4-2-3-1) Skorupski; De Silvestri, Danilo, Tomiyasu, Dijks; Schouten, Dominguez (dal 30’ s.t. Svanberg); Orsolini (dal 30’ s.t. Skov Olsen), Soriano, Vignato (dal 38’ s.t. Sansone); Barrow (dal 30’ s.t. Palacio) PANCHINA Da Costa, Breza, Hickey, Paz, Soumaoro, Poli, Kingsley, Baldursson ALLENATORE Mihajlovic CAMBI DI SISTEMA nessuno ESPULSI nessuno AMMONITI Dijks, Dominguez per gioco scorretto POSSESSO PALLA 47,8% BARICENTRO MEDIO 53,9 M
VERONA (3-4-2-1) Silvestri; Dawidowicz (dal 43’ s.t. Bessa), Gunter, Magnani; Faraoni, Lazovic, Ilic, Dimarco (dal 28’ s.t. Colley); Zaccagni, Barak; Kalinic (dal 24’ s.t. Di Carmine). PANCHINA Berardi, Pandur, Udogie, Cetin, Ruegg, Lovato, Amione, Danzi, Salcedo. ALLENATORE Juric CAMBI DI SISTEMA nessuno ESPULSI nessuno AMMONITI Zaccagni per gioco scorretto POSSESSO PALLA 52,2% BARICENTRO MEDIO 53,6 M
ARBITRO Mariani di Aprilia NOTE Tiri in porta 5-1. Tiri fuori 7-6. Angoli 7-3. In fuorigioco 1-1. Recuperi 0’ p.t., 5’ s.t.
IL NUMERO
n una rapida lettura della rassegna stampa di stamattina, il Sinisa di ferro (ri)troverà il senso di una strategia azzeccata: quella di aver svegliato, con tre parole alla vigilia e quattro urli in campo, i suoi. Perché il Bologna che abbandona la quarantena di non-vittorie (l’ultima avvenne 48 giorni fa, 29 novembre, Bologna-Crotone 1-0) ha avuto due decibel temperamentali in più di un Verona che con gli occhi della tigre - oltre all’impianto organizzato - ha edificato una classifica spettacolare. Poi, sì: Kalinic si mangia un gol che nemmeno t’immagini e Orsolini infila un rigore con la freddezza dei forti, ma in questa vittoria bolognese c’è soprattutto che la Costituzione sinisiana - abbinata all’impianto tattico credibile - è tornata nel cervello dei rossoblù. E ha fatto la differenza.
IIn medio stat virtus
Il fatto che il Bologna (caricato dai tifosi nell’hotel del ritiro pre-gara) finisca la sua terza gara su 18 senza prendere gol e che il Verona viva la sua quarta senza farlo dà una lettura trasversale alla gara: da una parte Mihajlovic ha sviluppato una compattezza seria, certamente agevolata dal vantaggio dopo 19’ (palla furba e misurata di Schouten, Orsolini in anticipo su Dimarco, parata di Silvestri che poi atterra Soriano); dall’altra gli scaligeri non hanno trovato la profondità di sempre, attutita sì da una difesa bolognese con le antenne dritte ma anche figlia della fallibilità e della poca sostanza verticale dei suoi centrocampisti. Indubbiamente, Juric ha pagato molto l’assenza di Tameze in mezzo al campo: un altro così non ce l’ha, e allora ha optato per la qualità leggera di Lazovic al fianco di Ilicic (sempre più in emersione), ma l’esperimento ha dato meno visione offensiva del previsto e poco filtro di fronte a un centrocampo bolognese in cui Schouten, Dominguez