Ulissi e la miocardite: martedì l’intervento ad Ancona
Ci sarà lo «studio elettrofisiologico» delle aritmie. Decisivo il centro cardiologico Monzino di Milano
Acausa della miocardite, una infiammazione del cuore probabilmente di origine virale che gli era stata diagnosticata a metà dicembre, Diego Ulissi è fermo suo malgrado: evitare gli sforzi resta l’imperativo. E adesso il 31enne livornese della Uae Emirates domani sarà all’Ospedale Riuniti di Ancona, dove martedì lo attende uno «studio elettrofisiologico» ad opera del professor Antonio Dello Russo, lo stesso che l’anno scorso aveva operato Mario Cipollini in seguito ad alcuni episodi di fibrillazione atriale. Fino a poco tempo fa Dello Russo aveva lavorato al centro cardiologico Monzino di Milano, lo stesso che aveva diagnosticato — con il professor Daniele Andreini — la miocardite di Ulissi dopo i primi accertamenti svolti dalla squadra. Era stato il classico fulmine a ciel sereno: Diego aveva chiuso il 2020 da miglior italiano nel ranking dell’Unione Ciclistica Internazionale (ottavo) vincendo anche le tappe di Agrigento e Monselice ad ottobre al Giro d’Italia.
Esame diagnostico
Ma che cosa si intende per «studio elettrofisiologico»? Lo spiega Michele De Grandi, medico della Uae-Emirates (e anche della Pallacanestro Varese, serie A di basket): «Si entra con una piccola sonda dall’inguine, attraverso la vena femorale iliaca, fino alle camere cardiache e da lì si vanno a studiare le possibili aritmie che si vengono a creare nel cuore. Si tratta di un esame diagnostico, insomma, per capire che cosa succede al cuore. E anche, nel caso, terapeutico, perché se si riesce si va ad ablare, cioè a bruciare con delle radiofrequenze, i foci (da focus, ndr) che possono provocare le aritmie. Oltretutto, se necessario, viene fatta una biopsia. Si preleva un pezzetto di tessuto che verrà esaminato per avere un quadro ancora più chiaro». L’intervento viene effettuato in anestesia locale, e già il giorno successivo Diego potrebbe essere dimesso: a seconda del risultato «l’iter può fermarsi, nella migliore delle ipotesi, oppure potrebbe essere necessario fare ulteriori approfondimenti». Come dire che adesso non si può sapere con certezza se Diego — 38 vittorie da pro' dopo i due titoli di campione del mondo jr di fila (2006 e 2007) - riuscirà a tornare in gruppo oppure no. Nel frattempo la squadra non gli fa mancare il supporto morale: dal ritiro di questi giorni negli Emirati Arabi Uniti (dove tutti prima di rientrare faranno la seconda dose di richiamo del vaccino anti-Covid della Sinopharm) il re del Tour, Tadej Pogacar, e gli altri compagni durante una cena nel deserto hanno chiamato Ulissi. E poi gli hanno dedicato un video e un coro semplice — «Diego uno di noi» — ma tutt’altro che banale.