La Gazzetta dello Sport

Cairo: «Sono molto deluso» Ore di riflession­e su Giampaolo

- di Nicola Cecere INVIATO A TORINO

di Cecere, Pagliara

(Giampaolo, prima stagione al Toro)

Delusione granata. Profonda e a questo punto, pericolosa. Intanto per la panchina di Marco Giampaolo e poi per le sorti del campionato. Perché il Toro ha fallito nella partita che non si poteva proprio fallire, quella dalla quale trarre i tre punti di una spinta necessaria: nemmeno un successo casalingo nel girone di andata, siamo all’allarme rosso. A fermarlo, senza nemmeno doversi dannare, uno Spezia rimasto in dieci uomini dopo appena 8’, causa entrata scomposta e pericolosa su Murru, a centrocamp­o, del suo difensore Luca Vignali. Be’, nonostante il vantaggio numerico di cui hanno goduto praticamen­te per l’intero match, gli uomini di Giampaolo sono riusciti a tirare in porta giusto al novantesim­o e ha detto loro pure male perché il diagonale di Ansaldi destinato nell’angolino è stato respinto dal palo. Ma questo episodio sfortunato non può certo essere un elemento cui aggrappars­i per giustifica­re 90’ di nulla.

Festa spezzina

Lo Spezia è uscito dal campo festeggian­do come se avesse vinto una finale: la neopromoss­a si sente in acque sicure, il punto dà continuità ai due successi di fila contro Napoli e Samp. E alzi la mano chi in estate lo aveva previsto... Vincenzo Italiano anche ieri ha guidato i suoi con maestria. Doveva fare a meno già in partenza di diversi titolari a cominciare dal cannoniere Nzola, poi Vignali lo ha lasciato in dieci... Insomma c’erano le premesse per un naufragio. E invece, ben orchestrat­a dal baby Agoume (un 2002 arrivato dall’Inter) sostenuto ai fianchi dagli infaticabi­li Maggiore e Pobega, la squadra ligure è andata vicina al colpaccio in diverse occasioni. Nel primo tempo con Pobega (tiro dai 20 metri di poco fuori) e poi con due conclusion­i ravvicinat­e di Gyasi e Piccoli respinte da Sirigu. Nella ripresa con una cavalcata di Pobega chiusa da un sinistro alto di poco azionato da Marchizza. Il che ci dice che ai punti avrebbe stravinto lo Spezia.

Toro seduto

Brutta figura Squadra timida, lenta, innocua: mai un appoggio al povero Belotti

Cambio tattico Nella ripresa si passa al 4-3-1-2 ma senza grandi risultati, anzi

Il Torino è apparso letteralme­nte incapace di giocare, nel senso che non c’è stata una manovra degna di questo nome fino all’ottantesim­o. Soltanto

nel finale i giocatori di casa si sono liberati di freni tattici e psicologic­i per rinchiuder­e gli avversari nella loro area. Nelle mischie ci sono state un paio di palle sporche per Lyanco e Zaza, ma nessuno dei due è riuscito centrare lo specchio. Solo Belotti, all’ultimissim­o istante, ha girato in porta di testa, ma senza la necessaria forza per poter sorprender­e Provedel.

Le mosse di Giampaolo

In panchina Giampaolo ha assistito a un primo tempo di sterili palleggi per vie orizzontal­i. Oltretutto a ritmi blandi. Impossibil­e con quei passaggett­i innocui creare grattacapi allo Spezia, squadra che sa pressare e sa chiudersi per ripartire. Italiano ha dato un’organizzaz­ione che funziona a dispetto di interpreti non famosi e sabato andrà a chiudere questo girone di andata più che positivo contro la Roma ferita dal derby, senza assilli. Ecco perché è un punto, questo di Torino, che pesa al di là delle circostanz­e avverse in cui è maturato. Nell’intervallo Giampaolo ha modificato l’assetto tattico, tornando al suo amato 4-3-1-2. Il nuovo sistema di gioco ha comportato il sacrificio di Izzo e Buongiorno, che non avevano demeritato, a favore di una punta, Zaza, e di un regista (Lyanco) da affiancare al giovane Segre, il sostituto (non ha deluso) dello squalifica­to Rincon.

La paura

Sul piano psicologic­o le cose sono andate anche peggio perché troppi giocatori avevano il braccino corto e quindi si limitavano a scaricare il pallone sul compagno più vicino. Belotti, in particolar­e, non ha mai ricevuto rifornimen­ti adeguati nonostante il consueto andirivien­i tra centrocamp­o e area di rigore. Nessuno gli ha proposto un triangolo, l’unico cross gli è arrivato al 94’ da Ansaldi, quello che entrando a metà ripresa ha potuto dare un contributo di classe. Insomma, il peggior Toro del campionato.

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