Cairo: «Sono molto deluso» Ore di riflessione su Giampaolo
di Cecere, Pagliara
(Giampaolo, prima stagione al Toro)
Delusione granata. Profonda e a questo punto, pericolosa. Intanto per la panchina di Marco Giampaolo e poi per le sorti del campionato. Perché il Toro ha fallito nella partita che non si poteva proprio fallire, quella dalla quale trarre i tre punti di una spinta necessaria: nemmeno un successo casalingo nel girone di andata, siamo all’allarme rosso. A fermarlo, senza nemmeno doversi dannare, uno Spezia rimasto in dieci uomini dopo appena 8’, causa entrata scomposta e pericolosa su Murru, a centrocampo, del suo difensore Luca Vignali. Be’, nonostante il vantaggio numerico di cui hanno goduto praticamente per l’intero match, gli uomini di Giampaolo sono riusciti a tirare in porta giusto al novantesimo e ha detto loro pure male perché il diagonale di Ansaldi destinato nell’angolino è stato respinto dal palo. Ma questo episodio sfortunato non può certo essere un elemento cui aggrapparsi per giustificare 90’ di nulla.
Festa spezzina
Lo Spezia è uscito dal campo festeggiando come se avesse vinto una finale: la neopromossa si sente in acque sicure, il punto dà continuità ai due successi di fila contro Napoli e Samp. E alzi la mano chi in estate lo aveva previsto... Vincenzo Italiano anche ieri ha guidato i suoi con maestria. Doveva fare a meno già in partenza di diversi titolari a cominciare dal cannoniere Nzola, poi Vignali lo ha lasciato in dieci... Insomma c’erano le premesse per un naufragio. E invece, ben orchestrata dal baby Agoume (un 2002 arrivato dall’Inter) sostenuto ai fianchi dagli infaticabili Maggiore e Pobega, la squadra ligure è andata vicina al colpaccio in diverse occasioni. Nel primo tempo con Pobega (tiro dai 20 metri di poco fuori) e poi con due conclusioni ravvicinate di Gyasi e Piccoli respinte da Sirigu. Nella ripresa con una cavalcata di Pobega chiusa da un sinistro alto di poco azionato da Marchizza. Il che ci dice che ai punti avrebbe stravinto lo Spezia.
Toro seduto
Brutta figura Squadra timida, lenta, innocua: mai un appoggio al povero Belotti
Cambio tattico Nella ripresa si passa al 4-3-1-2 ma senza grandi risultati, anzi
Il Torino è apparso letteralmente incapace di giocare, nel senso che non c’è stata una manovra degna di questo nome fino all’ottantesimo. Soltanto
nel finale i giocatori di casa si sono liberati di freni tattici e psicologici per rinchiudere gli avversari nella loro area. Nelle mischie ci sono state un paio di palle sporche per Lyanco e Zaza, ma nessuno dei due è riuscito centrare lo specchio. Solo Belotti, all’ultimissimo istante, ha girato in porta di testa, ma senza la necessaria forza per poter sorprendere Provedel.
Le mosse di Giampaolo
In panchina Giampaolo ha assistito a un primo tempo di sterili palleggi per vie orizzontali. Oltretutto a ritmi blandi. Impossibile con quei passaggetti innocui creare grattacapi allo Spezia, squadra che sa pressare e sa chiudersi per ripartire. Italiano ha dato un’organizzazione che funziona a dispetto di interpreti non famosi e sabato andrà a chiudere questo girone di andata più che positivo contro la Roma ferita dal derby, senza assilli. Ecco perché è un punto, questo di Torino, che pesa al di là delle circostanze avverse in cui è maturato. Nell’intervallo Giampaolo ha modificato l’assetto tattico, tornando al suo amato 4-3-1-2. Il nuovo sistema di gioco ha comportato il sacrificio di Izzo e Buongiorno, che non avevano demeritato, a favore di una punta, Zaza, e di un regista (Lyanco) da affiancare al giovane Segre, il sostituto (non ha deluso) dello squalificato Rincon.
La paura
Sul piano psicologico le cose sono andate anche peggio perché troppi giocatori avevano il braccino corto e quindi si limitavano a scaricare il pallone sul compagno più vicino. Belotti, in particolare, non ha mai ricevuto rifornimenti adeguati nonostante il consueto andirivieni tra centrocampo e area di rigore. Nessuno gli ha proposto un triangolo, l’unico cross gli è arrivato al 94’ da Ansaldi, quello che entrando a metà ripresa ha potuto dare un contributo di classe. Insomma, il peggior Toro del campionato.