Muscoli, testa e cuore Dopo le Williams comincia l’era Osaka
Anche chi non seguiva con costanza il vertice del tennis femminile conosceva certamente le imprese delle sorelle Williams. Un dominio iniziato alla fine dello scorso millennio e consolidatosi all’alba del nuovo secolo, interrotto solo in alcune circostanze da atlete di assoluto livello come la Henin, la Sharapova e la Clijsters e da una lunga serie di infortuni che hanno tenuto Venus e Serena lontane dal campo di gioco per un tempo non banale. Ultimamente, con il naturale calo di rendimento delle figlie di Richard e Oracene, si erano aperte possibilità inattese anche per nuove interpreti. L’avvento di nuovi nomi come la Halep, la Muguruza, la Ostapenko, la Stephens, la Kenin e la Swiatek non aveva convinto gli addetti ai lavori e soprattutto non aveva consentito di individuare un possibile riferimento tecnico per i prossimi anni del circuito femminile; perciò era normale che nel circuito si cercasse con insistenza una giocatrice con doti particolari di gioco e di leadership che potesse raccogliere almeno in parte la pesante eredità delle Williams. La quarta vittoria ottenuta a Melbourne in una prova dello Slam da Naomi Osaka sotto la guida del coach belga Wim
Fissette incorona la giapponese come nuova potenziale grande campionessa e faro delle racchette declinate al femminile. A soli 23 anni Naomi ha dimostrato di possedere una notevole personalità in campo e fuori. Risulta facile riscontrare, quando impugna la racchetta, le notevoli doti che esprime con il potente servizio e con il prolifico rovescio, ora corroborati da una tenuta mentale più solida, ma spesso è all’esterno che riesce a comunicare idee, pensieri e decisioni che colpiscono e influenzano l’opinione pubblica. In Australia ha dimostrato di conoscere il modo per portare a casa i titoli importanti, ma è trattando argomenti come la giustizia sociale e la lotta a ogni forma di pregiudizio che ha conquistato prima l’interesse e poi il cuore di molti, tanto da essere, con circa 35 milioni di euro, la sportiva più pagata al mondo. Una potenza mediatica unica capace di convincere la Nike, che già le garantisce un contratto quinquennale da 10 milioni, a concederle il permesso (un privilegio invece sempre negato alla Sharapova e alla Williams) di indossare, oltre al celebre baffo, altri patch di aziende diverse. Aiutata dal carattere forgiato dalla multietnicità delle origini haitiane e giapponesi unito alla genuinità che dimostra nelle apparizioni pubbliche, la Osaka è diventata uno dei personaggi sportivi più ambiti nel panorama degli sport mondiali. Possiede tutte le qualità per prendere in mano le redini e assumere il comando della nuova generazione di tenniste. Mai prima d’ora il mondo della racchetta era stato capace di creare una figura che non divide e anzi unisce. Comincia l’era di Naomi.