Il “tifoso” De Angelis: «Veloce e spietata al via È una Luna molto solida»
Lo skipper nel 2000 era al timone della barca italiana che vinse il torneo sfidanti
Spithill e Bruni funzionano perché suonano la stessa musica
Solo tre persone per le decisioni: è un vantaggio rispetto agli inglesi
Francesco De Angelis ex skipper Luna Rossa
Ventuno anni fa Luna Rossa si trovava più o meno nelle stessa situazione di oggi, ma al comando c’era Francesco De Angelis.
3 Le manca la Coppa?
«Sì. Lo sviluppo tecnologico, il gioco che ci sta intorno. E’ affascinante». 3Come suo costume non si sbilancia mai molto.
«Credo che queste barche si conoscano pochissimo. E dall’esterno si sente di tutto. Può parlare solo chi è dentro».
3Si aspettava di assistere a regate come quelle che vediamo oggi?
«Dai round robin c’è stata una crescita furiosa nelle prestazioni di tutti i concorrenti. Ed è stato un peccato che non ci siano stati eventi preliminari, perché avrebbe voluto dire che il gioco sarebbe stato da subito di un livello molto più alto. Invece così c’è stata una corsa a recuperare. Più tempo sull’acqua e più regate aumenta la padronanza del
mezzo, oltre a sviluppo e velocità. E aumenta anche lo spettacolo».
3La partenza nella prima regata di ieri era difficile da immaginare, con barche così vicine. Sono arrivate le penalità... «Quello è il pezzo forte del repertorio di Luna Rossa che mostra quanto studio e quanto allenamento c’è alle spalle. E poi l’esecuzione in acqua sotto pressione. Dall’altra parte un concorrente (gli inglesi; ndr) sotto i 13 nodi non è così veloce. In più nelle partenze, tranne la sesta regata, non ha mai vinto. Deve rischiare di più, il che significa anche avere molta più possibilità di fare gli errori». 3Sorpreso del grande salto in avanti di Luna Rossa?
«Direi di no. E’ la natura del gioco. Crescere il più possibile. Quando questo succede vuole dire che nella cartuccera hai colpi per andare più veloce. E che ha fatto una buona analisi di gruppo per intervenire negli aspetti che contano davvero in queste sfide». 3Spithill (con Presti coach) e Bruni erano già stati scelti da
lei anni fa su altre Luna Rossa. «Jimmy è molto dedicato, è abituato a lavorare duro per migliorare in tutte le aree. E ha continuato a sviluppare la partenza che è una fase chiave di queste regate. E il discorso di Spithill si può allargare a Bruni: sono anni che mastica la stessa materia con successo. La coppia funziona perché suonano la stessa musica».
3L’idea del doppio timoniere sta conquistando...
«Ha pro e contro. All’inizio era evidente cosa mancava e sono intervenuti. Ci sono vantaggi come il fatto che non devono cambiare lato e un altro aspetto importante è quello che quando uno non timona controlla l’altezza del volo. Vuole dire che è la persona più qualificata che lo può fare: perché conosce le esigenze della barca per fare la regolazione giusta. E riduce le persone coinvolte nella parte nevralgica. A Ineos sono 5, a Luna Rossa 3». 3Le partenze sono determinanti. Qui pare di più.
«E’ sempre stato così. Oggi nel prepartenza hai meno tempo hai una sola mossa da fare calcolata
al secondo. In più essendo il campo di regata delimitato, partenza e primo incrocio sono ancora più “pesanti”, sorpassare risalendo il vento è molto difficile».
3Il formato le piace? «Purtroppo avendo cancellato gli eventi preliminari, con tre sole barche, ci sono state troppe poche regate. Sarebbe stato meglio averne di più. Poi non si vedono i protagonisti: è come un bob a 11». 3Mancano partecipanti. «Se si vuole sperare di allargare il numero dei concorrenti l’unica è mantenere la stessa classe, se continui a cambiare non ce la farai mai». 3Si dice che Emirates Team New Zealand sia molto più veloce. Non avere mai gareggiato può essere un problema? «Se mi aspettassi qualcosa vorrebbe dire che la Coppa non è la stessa. Invece fino alla finale non si può sapere quello che succederà».