La Gazzetta dello Sport

Pep, 18 vittorie di seguito Chi fermerà questo City?

Senza brillare la squadra di Guardiola passa contro l’Arsenal con gol di Sterling. United e Leicester a -10

- di Stefano Boldrini

Ametà ripresa di questo Arsenal-Manchester City, deciso dopo 90 secondi da Sterling con un colpo di testa, le telecamere inquadrano a lungo Guardiola, seduto in panchina, con le braccia che toccano gli altri sedili e, in bella evidenza, la felpa in cui spicca il logo di Open Arms, l’organizzaz­ione non governativ­a catalana che si occupa di soccorso in mare. Guardi Pep, sereno, rilassato, con la diciottesi­ma vittoria di fila della sua squadra che si sta materializ­zando e pensi a

Jurgen Klopp aggredito sui social da alcuni tifosi del Liverpool, a José Mourinho che dopo l’1-2 incassato sul campo del West Ham – quinto k.o. nelle ultime sei di Premier per gli Spurs – si difende dicendo «talvolta i risultati sono la conseguenz­a di molte situazioni nel calcio, ma i miei metodi e quelli del mio staff non sono secondi a nessuno nel mondo», a Frank Lampard esonerato un mese fa dal Chelsea e già dimenticat­o, allo stesso Arteta che si ritrova decimo alla guida di un Arsenal lontano anni luce dal suo periodo glorioso. Solo Carlo Ancelotti, reduce dal successo nel derby, celebrato ieri da un giocato

di oggi e da uno di ieri dell’Everton con un bel gesto – Davies e Baines hanno offerto da bere ai poveri di Liverpool -, può condivider­e, almeno in parte, la quiete del manager catalano.

Il match

Il City, del resto, vince anche quando è meno travolgent­e del solito. In questi casi, si dice massimo risultato con il minimo sforzo. L’espression­e fotografa alla perfezione il match dell’Emirates. Dopo 90 secondi, la capocciata di Sterling ha portato avanti la capolista. Dopo 7’, il City potrebbe stare già sul 3-0: bis mancato da Sterling e affondo di Mahrez murato dalla difesa dei Gunners. L’Arsenal, nel suo 4-2-3-1 scolastico e con una linea mediana di bassa qualità – il duo Elneny-Xhaka ha limiti tecnici evidenti -, ha però il merito di restare vivo e di cercare, in chiusura di tempo, il colpo a sorpresa. Saka, il migliore, crea qualche noia al City. Uno straordina­rio recupero di Gundogan evita l’1-1.

Record

La ripresa scivola via con il City che governa la situazione e un Arsenal troppo inconsiste­nte per pareggiare. I Gunners vanno incontro, senza sussulti, all’ottava sconfitta di fila in Prere mier contro lo squadrone di Manchester. Arteta cerca la scossa con l’inseriment­o di Lacazette, ma non c’è storia. Il City, questo City, ha qualcosa di diverso rispetto a quelli che lo hanno preceduto: una difesa solida. All’Emirates, per la 23° volta in questa stagione, i Citizens non hanno incassato gol: nessuno nei cinque campionati europei più importanti è riuscito nell’impresa. La forza della retroguard­ia permette in giorni di sprechi di evitare guai. Gli errori di Cancelo e Gabriel Jesus sono azzerati dalla diga, di fronte alla quale vigila il solito, straordina­rio Fernandinh­o. Uno scontro involontar­io CanceloHol­ding, con il difensore dell’Arsenal costretto a uscire dopo aver ricevuto un colpo in testa, porta alla prima sostituzio­ne per «commozione cerebrale», ovvero alla possibilit­à di cambiare quattro uomini quando si verifichi una situazione delicata come questa. Holding abbandona il campo intontito. Nulla di serio, ma è giusto così.

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3 1 Pep Guardiola, 50 anni, con la felpa Open Arms 2 L’abbraccio con Mikel Arteta, 38, suo ex vice e ora all’Arsenal 3 Il colpo di testa di Sterling, 26, per l’1-0
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