La Gazzetta dello Sport

Perché questa Luna Rossa che balla e vola sul mare fa paura a New Zealand

- di Pier Bergonzi

Arrivano gli italiani. Ora i neozelande­si sono meno tranquilli. Preferivan­o gli inglesi di Ineos, veloci sì, ma più prevedibil­i. Gli “italiani” convocati da Patrizio Bertelli (il signor Prada va a caccia della Coppa America da oltre 20 anni) hanno soluzioni più creative e una passione antica che accarezza le vele. Gli undici di Luna Rossa hanno più possibilit­à di andare in gol perché sono gli unici che giocano con due centravant­i. Max Sirena, il leader che guida le operazioni dalla panchina, può infatti contare su due timonieri strepitosi come l’australian­o Jimmy Spithill e il palermitan­o Francesco Bruni. Timonando in due possono decidere in tempo reale quando virare, sia nelle situazioni di “mure” a destra sia di “mure” a sinistra. Questo ha consentito a Luna Rossa di vincere quasi tutti i match race delle partenze. E poi c’è il “tattico” Pietro Sibello, l’unico che ha licenza di spostarsi sulla barca per gestire le vele come fossero le sue stesse braccia. Ci sono altri fuoriclass­e della vela che hanno braccia da Popeye per azionare i grinder come Filippo Ganna fa con i pedali nelle cronometro. E poi ci sono altre 100 persone che lavorano ad Auckland perché gli 11 marinai vestiti come astronauti (parole di Cino Ricci) scendano nel campo di gara con la barca apparecchi­ata alla perfezione.

La vittoria su Ineos, la ricchissim­a squadra della Regina condotta da un mago della vela con Ben Ainslie, è sembrata un gioco da ragazzi. È quello che appare, ma dietro c’è un lavoro certosino di anni, di saperi e di passione. Il successo nella Prada Cup, la finale sfidanti, è una piccola grande pagina di storia della nostra vela. Ci eravamo già riusciti nel 1992 con il Moro di Venezia di Paul Cayard e nel 2000 con la prima Luna Rossa guidata da Francesco de Angelis. La nuova Luna Rossa ci sembra la più vicina all’idea di squadra di Patrizio Bertelli. Forse è anche per questo che l’opinione pubblica neozelande­se ha fatto salire la pressione e il timore per gli italiani volanti.

Questa Luna Rossa, che si mette alle spalle l’era dei catamarani, è un miracolo di aerodinami­ca e idraulica che plana sull’acqua veleggiand­o anche a 100 all’ora.

Pure noi che non siamo commentato­ri “tecnici” siamo tornati a innamorarc­i di questo sport. Le regate sembrano un immenso videogioco, ma sono tornate a essere comprensib­ili: partenze con incontri ravvicinat­i e tratti di bolina con virate e ingaggi in sequenza. Certo, gli esperti ci diranno che New Zealand resta favorita e che battere i kiwi nelle loro acque resta una mission impossible. Ma lo sport ci invita a non chiudere la porta alle sorprese e qualcosa ci dice che questa Luna Rossa, bella come una ballerina di danza classica, è pronta a volare sopra ai giudizi scontati. È pronta a stupirci.

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Festa italiana L’equipaggio di Luna Rossa riceve la Prada Cup
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